Panace di Mantegazza o panace gigante

Panace di Mantegazza o panace gigante
Panace di Mantegazza o panace gigante

Nome scientifico: Heracleum montegazzianum Sommier & Levier

Tedesco: Riesen-Bärenklau oder Herkulesstaude

Introdotta come pianta ornamentale dal Caucaso e localmente diffusa come pianta mellifera. Si diffonde velocemente in ambienti umidi e ricchi di nutrienti. La pianta può essere pericolosa in quanto provoca ustioni cutanee per contatto.

Diffusione attuale in Alto-Adige: www.florafauna.it/index.jsp?project=florafauna&view=BOT&locale=it (Link esterno)

Origine

Il panace gigante è originario del Caucaso ed è stato introdotto in Europa verso la metà del XIX secolo.

Diffusione

L'introduzione della specie é avvenuta per scopo ornamentale. A partire dal XX secolo essa si è diffusa spontaneamente e velocemente in tutto il continente, ad eccezione delle regioni mediterranee e polari. Attualmente rappresenta una delle specie invasive più problematiche.

In Alto-Adige è stata segnalata per la prima volta nel 2005 in val Sarentina. Da quel momento la Ripartizione Foreste ha avviato il monitoraggio della specie ed attuato i primi tentativi di contenimento. Il panace gigante è oggi presente in molti zone della provincia, in prossimità di corsi d'acqua, soprattutto come piante singole o in piccoli gruppi.

Caratteristiche

La caratteristica più evidente di questa pianta è la dimensione. In ambienti favorevoli essa può raggiungere un'altezza di 4 metri, con un diametro del fusto fino a 10 cm. Quest'ultimo è cavo e costoluto, con macchie rossastre nella parte inferiore. Le foglie sono profondamente lobate, a 3-5 segmenti e possono raggiungere il metro di lunghezza in poche settimane. Sulla pagina inferiore delle foglie ed alle ascelle fogliari sono presenti sottili peli, i quali rilasciano una sostanza che può produrre irritazioni cutanee simili ad ustioni.

Si tratta di una pianta prevalentemente biennale. Durante il primo anno essa germina e forma la rosetta basale di foglie. L'anno successivo si forma il fusto e la pianta va a fiore. Dopo la maturazione dei semi (giugno-agosto) la pianta muore. Nel caso in cui la pianta non riesca a fiorire, a causa di ombreggiamento oppure a causa dello sfalcio, essa può vegetare allo stato di rosetta di foglie per più stagioni.

Le infiorescenze sono quelle tipiche della famiglia delle ombrellifere. Si tratta di ombrelle, ognuna delle quali può avere fino a 150 raggi fiorali e portare complessivamente fino a 40.000 semi. Questi possono conservare la capacità germinativa per più anni nel terreno.

La diffusione dei semi avviene attraverso il vento, per galleggiamento sull'acqua ed occasionalmente con gli animali. Normalmente essi non raggiungono grandi distanze dalla piante madre (<100m) a causa delle dimensioni e del peso. In tal modo si formano spesso piccoli nuclei di panace.

Nel caso in cui una pianta si trovi vicino ad un corso d'acqua, i semi possono per galleggiamento compiere anche grandi distanze.

Significato

Oltre alle conseguenze negative sulla flora autoctona, il panace può causare problemi di tipo sanitario. La pianta contiene infatti, in tutte le sue parti, sostanze fototossiche. Attraverso i succhi vegetali, tali sostanze possono entrare in contatto con la pelle umana, e nel caso questi vengano "attivati" dalla luce solare (radiazioni UV), provocano reazioni simili ad ustioni. La reazione può apparire già dopo 15 minuti dal contatto, dopo 24 ore si possono formare arrossamenti ed accumulo di liquidi in forma di bolle. Dopo circa una settimana, la zona interessata può presentare una pigmentazione anomala, la quale può permanere per mesi e rimanere più sensibile alla radiazione solare anche per alcuni anni. L'umidità atmosferica e temperature elevate possono accentuare la reazione, la quale dipende anche strettamente dalla sensibilità individuale.

Metodi di controllo

Dal 2007 la Ripartizione Foreste attua interventi per il contenimento del panace gigante. Nei popolamenti di maggiori dimensioni si è ricorso all'uso di escavatori per estirpare gli apparati radicali, mentre per i nuclei più si è proceduto allo sfalcio ripetuto prima della fioritura, al taglio del fittone oppure alla sradicazione manuale (radici comprese). A causa della straordinaria capacità della pianta di reagire agli interventi ricacciando nuovi germogli, anche da porzioni di radice, è assolutamente necessario tenere sotto osservazione tutti i siti, e nel caso sia necessario, ripetere l'intervento.

Complessivamente si può affermare che la diffusione del panace gigante in Alto-Adige non sia preoccupante, tuttavia è assolutamente necessario tenere permanentemente sotto controllo i focolai presenti.

Panace di Mantegazza