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Missione possibile: capire l’arte

Lydia Yee e Francesco Manacorda ci raccontano come i marziani interpretano l’arte terrestre’

Antropologi da un altro pianeta affrontano la missione di capire la vita sulla terra. Iniziano il loro mandato esaminando quei curiosi fenomeni che gli umani chiamano “arte contemporanea”. Che cosa può rivelare loro sulla vita e sulla cultura dei terrestri?

 

La risposta l’hanno immaginata Lydia Yee e Francesco Manacorda nella mostra “Martian Museum of Terrestrial Art” che hanno ideato e curato alla Barbican Art Gallery di Londra, la primavera scorsa.

La mostra esponeva un’eccezionale selezione di 175 opere di un centinaio di artisti contemporanei, da Wharol a Manzoni a stelle nascenti come il cinese Cai Guo-Quiang e poi Joseph Beuys, Maurizio Cattelan, Damien Hirst, Scott Pink, Bruce Nauman presentate da un punto di vista marziano. I marziani, non conoscendo la parola arte, considerano l’oggetto un manufatto con una funzione, reale o simbolica, nella vita dell’uomo.

I curatori si sono ispirati ai vecchi musei di antropologia, in particolare a un vecchio museo di Parigi, che oggi non esiste più, il Musée des Traditions Populaires, dove la scelta della successione espositiva era già un’interpretazione del senso di certi manufatti appartenenti ad altre popolazioni.

Pannelli verdi, alfabeto marziano e strisce di rame a pavimento delimitavano le quattro sezioni principali: legami con i progenitori, magie e credenze, rituali, comunicazione, ognuna divisa in sottosezioni, più un deposito di oggetti “inclassificabili” – segno che anche l’autorità museografica marziana non è infallibile.

La prima sezione, dedicata al culto degli antenati, ospitava lavori che citano, rivisitano o rimandano esplicitamente a opere storiche e grandi maestri del passato; come Fountain 5, dell’americana Sherrie L vine, nota per le sue appropriazioni, che in quest’opera del 1996 reinterpreta la Fontana di Duchamp impreziosendola con una doratura. Una sottosezione era dedicata ai “totem”: i lavori di Thomas Hirschorn, Isa Genzken, Jimmie Durham e Mike Kelley interpretati come “mitici guardiani e garanti di uno stesso gruppo sociale”! I packaging di Christo, nella sezione “comunicazione”, erano invece classificati come “doni” che gli umani si tributano per ottenere alleanze e generare aspettative.

Lo sguardo alieno, scevro di conoscenze storico- artistiche e indifferente all’aura elitaria che l’arte contemporanea ha per i terrestri, guarda l’oggetto da una prospettiva nuova e insolita. Senza snaturare gli intenti originali, mette piuttosto in rilievo aspetti che la storia dell’arte considera marginali, come prendere alla lettera il suo titolo.

La prospettiva marziana schiude nuove interpretazioni e offre nuove modalità per leggere l’opera d’arte del nostro tempo. Lo spettatore, girando per questo museo marziano, si sente incoraggiato e più libero di osare un’interpretazione personale.

Missione possibile: capire l’arte

Luogo: Centro Trevi, via Cappuccini 28, Bolzano - ore 18.00
Data: 23.09.2008

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