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RESPIRO BAROCCO. Recital di Carlo Simoni. Cronaca di una tragedia. Beatrice Cenci: il mito

Recital di Carlo Simoni

VENERDÍ 13 NOVEMBRE 2009   ORE 18:00 

 “Cronaca di una tragedia. Beatrice Cenci: il mito"

Recital di Carlo Simoni

Adattamento  drammaturgico di Roberto Rinaldi e Carlo Simoni

da “I Cenci” di A. Dumas (Sellerio); “Cronache italiane” di Stendhal (Mondadori); “I Cenci” di  A. Artaud (Einaudi); “Beatrice Cenci” di A. Moravia  (Botteghe Oscure) ; “Cenci - La storia e il mito” a cura di M. Bevilacqua ed E. Mori (per gentile concessione dell'editore Viella); “Il gioco serio dell'arte” a cura di  M. Finazzer Flory (BUR); “Beatrice Cenci di Moravia” di Serena Penni (Edizioni dell'Orso).

 

 

L'esecuzione di Beatrice Cenci, della matrigna  e del fratello Giacomo avvenne  l'11 settembre dell'anno del Signore 1599, sotto papa Clemente VIII Aldobrandini, nella piazza di Castel Sant’Angelo a Roma. Le due donne vennero decapitate con la mannaia, mentre Giacomo fu straziato con ferri roventi e poi squartato. Il fratello minore Bernardo venne graziato, ma  obbligato ad assistere all'esecuzione dei suoi congiunti. Una sentenza di morte voluta dal papa per punire l'omicidio ad opera dei familiari di Francesco Cenci,  uomo di indole violenta, arrogante e depravato,  più volte incarcerato e processato per delitti infamanti. Nel processo fu coinvolta tutta la città e, nonostante l'appassionata difesa dell'avvocato Prospero Farinacci, il papa non concesse la grazia: la condanna a morte dei Cenci doveva servire da monito al popolo e  gli consentì inoltre di confiscare i beni di una delle famiglie più ricche di  Roma. 

Le cronache raccontano che tra la folla presente all'esecuzione ci fosse anche un giovane pittore lombardo. Il suo nome era Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. Si narra che la decapitazione abbia lasciato un'impressione profonda sul grande pittore che la tradusse poi nel dipinto ”Giuditta e Oloferne”, di violento e drammatico realismo, soggetto ripreso anche da Artemisia Gentileschi, la cui opera è stata esposta al Centro Trevi all’interno di RESPIRO BAROCCO Un viaggio nella Napoli del Seicento.

Il corpo di Beatrice fu sepolto sotto l'altare della chiesa di San Pietro in Montorio in Roma. Per il popolo era diventata una martire da venerare. Iniziava così il mito.

 

Carlo Simoni attore, formatosi presso l’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma, ha intepretato numerose opere collaborando con diversi teatri italiani, tra i quali il Piccolo di Milano, sotto la direzione di Giorgio Strehler, lo Stabile di Torino, lo Stabile di Trieste. Dal 1993 è attivo nella compagnia del Teatro Stabile di Bolzano, diretto da Marco Bernardi, dove è stato protagonista di numerosi e importanti spettacoli tra i quali “La locandiera” di Goldoni, “Hedda Gabler” di Ibsen, “Ma non è una cosa seria” di Pirandello, “Medea” di Euripide. Frequenti sono le sue apparizioni in produzioni cinematografiche e televisive di successo, quali “I fratelli Karamazov” e “Il mulino del Po”, “Delitto e castigo” e “La vita di Leonardo da Vinci”, “Madame Bovary” fino al recente “Provincia segreta”. Ha vinto il Premio I.D.I. “Maschera d’oro” quale migliore attore dell’anno nel 1976 e il Premio Ruggero Ruggeri nel 1987.

Visita la pagina dedicata alla mostra "RESPIRO BAROCCO. Un viaggio nella Roma del Seicento"

Carlo Simoni

Luogo: Bolzano, Centro Trevi, Via Cappuccini 28
Data: 13.11.2009
Organizzatore: Provincia Autonoma di Bolzano, Ufficio Cultura italiana, via del Ronco 2, 39100 Bolzano - Tel.: 0471 300980 - 411230-1 - fax 0471 411239
E-mail: ufficio.cultura.italiana@provincia.bz.it

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