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Anticéu

Serigrafia su carta bianca con una poesia in lingua portoghese:
"cego do falso brilho /
das estrelas que escondem /
absurdos mundos mudos /
mergulho no anticéu /
brancas no branco brilham /
ex estrelas em braille /
palavras sem palavras /
no pele do papel".
Nella parte alta la poesia è composta da quattro righe in stampatello minuscolo azzurro la cui tonalità diminuisce di intensità dall'alto verso il basso. In basso la poesia prosegue con parole in scrittura braille sopra le quali è presente la traduzione in portoghese stampata in grigio.

Denominazione oggetto:
grafica
Numero d'inventario:
ANS804
Autore:
Campos, Augusto ¬de¬
Collezione:
Archivio di Nuova Scrittura, Collezione Museion
Data:
1984
Materiale:
carta
Tecnica:
stampato (serigrafia)
Istituzione:
Fondazione MUSEION. Museo d'arte moderna e contemporanea Bolzano
Dimensioni:
opera altezza 32 cm, opera larghezza 45 cm, cornice altezza 39 cm, cornice larghezza 52 cm, cornice profondità 1.5 cm
Parola chiave:
Poesia Concreta
Note storico-critiche:
"[...] tra gli altri protagonisti della prima poesia concreta vanno ricordati i rappresentanti del gruppo dei brasiliani Noigandres, riuniti attorno ai fratelli de Campos, e lo svizzero Eugen Gomringer. Senza volersi addentrare nella controversia circa eventuali primogeniture, si può affermare che proprio qui si collocano gli inizi di quanto è definito poesia concreta, rifacendosi in parte alle sperimentazioni degli anni trenta. I poeti concreti degli anni cinquanta avevano potuto riprendere le esperienze dei futuristi che, con le parole in libertà di Marinetti, enunciate nel 1912 nel suo Manifesto tecnico della letteratura futurista, avevano svolto un importante lavoro preparatorio in tal senso. […] Il linguaggio delle poesia non deve quindi più essere uno strumento per indicare qualcosa d'altro, oggetti, pensieri, sentimenti, accadimenti della vita ed elementi della realtà, piuttosto, deve collocarsi al centro, ponendosi come tema. Per superare le convenzioni della poesia in senso tradizionale, i concreti prendono spesso le mosse da elementi minimi del linguaggio scritto e parlato, dalla singola parola o addirittura dalla singola lettera, indagandone significato, suono e valenza visuale. Al posto della sintassi consueta subentra quella che si può definire 'sintassi della superficie', dove gli elementi del linguaggio sono distribuiti topograficamente sulla pagina e posti in relazione tra loro in vario modo: isolati, ripetuti in serie, variati, addensati tra loro. L'andamento lineare della lettura da sinistra a destra e dall'alto verso il basso è scardinato. L'occhio si muove liberamente sulla pagina indagando le varie possibilità combinatorie. Così facendo si entra chiaramente nel territorio dell'arte figurativa, che per sua natura si sviluppa in superficie." (Hapkemeyer, Andreas "Poesia Concreta" in: La parola nell'arte, MART, Skira, Milano 2007, pag. 235-237)

 

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