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Giusquiamo nero, (Hyoscyamus niger, Solanaceae)

Schublade aus Nadelholz mit rotem Knauf und profilierter Vorderseite, unregelmäßigem Grundriss, individuell an den Schrank angepasst. Gezinkte Verbindungen (Schwalbenschwanzverbindung). Boden angeleimt. Vorderfront grün, mit schwarzer Signatur händisch beschriftet. Enthält Bilsenkraut-Samen.

Denominazione oggetto:
Schublade
Numero d'inventario:
06015/14 (III.4)
Collezione:
Patrimonio originale della farmacia civica di Bressanone
Data:
1600 - 1699
Materiale:
legno
Tecnica:
zincato
Istituzione:
Museo della Farmacia Bressanone
Dimensioni:
altezza 70 mm, larghezza 106 mm, profondità 200 mm, peso 142 g, peso 40 g
Parola chiave:
Materia medica
Note storico-critiche:
Nomi popolari:
Fava porcina - Erba apollinaria – Cassilaggine - Erba da piaghe – Pilingella - Dente de vecia – Cungarelle - Folla de opus.
Stranezze del passato…
In tedesco questa pianta una volta aveva lo strano soprannome popolare “Altsitzerkraut” dovuto al fatto che in tempi passati cresceva abusivamente negli orti rurali per portare apparentemente una morte più rapida "ai vecchi nullafacenti”.
Sorprendente è anche l'utilizzo storico dei semi di giusquiamo come esaltatore dell'effetto inebriante della birra. Fino al XVII secolo i birrifici avevano proprie culture di Giusquiamo. Anche la popolare birra Pilsner e la città di Pilsen hanno il loro nome collegato con la coltivazione di giusquiamo.
Habitat e periodo di fioritura:
Il Giusquiamo nero non è una pianta tipica di montagna, esso prolifera principalmente in pianura, diffondendosi solo in alcune zone montuose ad altitudini di 2000m. È una delle piante velenose "classiche", che di tanto in tanto si trova in Alto Adige ai bordi delle strade, e per questo lo citiamo in questa sede. Il periodo di fioritura è da giugno a settembre. Dal calice si sviluppa poi una grande capsula che può contenere fino a 400 semi.
Possibili equivoci:
L’intera pianta, a causa del tipico odore dolce e forte e della peluria del fusto, si confonde raramente, mentre le sue radici possono essere erroneamente utilizzate, con conseguenze pericolose, al posto della scorzonera o della radice pastinaca. I semi si possono confondere con quelli di papavero, con effetti fatali.
Parti velenose della pianta e principi attivi:
L’intera pianta è molto tossica, ricchi di tossine sono soprattutto i semi e le radici. Le sostanze attive principali sono gli alcaloidi tropanici molto potenti: scopolamina, iosciamina ed apoatropina. Per i bimbi, l’ingestione di 15 piccoli semi è già letale.
Sintomi d’avvelenamento e terapia:
Di solito i tipici segni d’avvelenamento della pianta si alternano. Essendo causati dai vari principi attivi della pianta possono essere anche contraddittori, con la predominanza degli effetti sedativi dell’alcaloide scopolamina. Si entra in uno stato di ebbrezza con allucinazioni, che possono durare a lungo. Perciò il Giusquiamo in tedesco si chiama anche Erba sonnifera. In caso di gravi intossicazioni, però si possono verificare sintomi con effetto opposto, come irrequietezza, polso rapido ed aggressività - simili all’avvelenamento da atropina. Per queste fasi alternanti non vi è alcuna terapia standardizzata e i pazienti richiedono assistenza individuale e osservazione ospedaliera ininterrotta!
Uso storico ed attuale:
Sin dall'antichità il Giusquiamo era noto come pianta magica e come stupefacente. Nel Medioevo si fumavano le foglie e con i semi si preparavano degli "unguenti magici". Moderni test scientifici hanno confermato la creazione di allucinazioni con percepita trasformazione in forme animali e assenza di gravità, simile alla levitazione. Negli anni ottanta i cosiddetti “the da sogno” offerti da una casa di vendite per corrispondenza si rivelarono come pericolosissime miscele di diverse erbe della famiglia delle Solanacee. Analoghe offerte si trovano oggi in Internet con lo stesso rischio di conseguenze fatali.
Nella medicina il Giusquiamo è considerato il più antico anestetico e per la sua azione paralizzante e antispasmodica è stato usato nelle operazioni per molti secoli. L’olio di giusquiamo si trovava fino a pochi decenni fa in farmacia, come frizione ad uso analgesico ed anti-infiammatorio. La medicina popolare apprezzava l'erba per fumigazioni contro la tosse e difficoltà respiratorie, ma i fluttuanti contenuti dei principi attivi nella pianta secca comportavano un rischio elevato di sovradosaggio.
Il principio attivo scopolamina è ora prodotto sinteticamente ed i suoi derivati sono oggi utilizzati per varie indicazioni: come collirio per la dilatazione delle pupille, come cerotto contro il mal d’auto e sotto forma di compresse o supposte per dolori spastici del tratto gastrointestinale.
In Omeopatia il Giusquiamo è ritenuto un rimedio costituzionale e viene prescritto, in dosaggio appropriato, nelle forti agitazioni, convulsioni, insonnia e diarrea.

 

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