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Edizione 2013

Midnight in Paris

Copertina Midnight in Paris18.12.13 ore 16.00

MIDNIGHT IN PARIS Di: Woody Allen 2011, Sp-USA, 94 min.

Con: Owen Wilson (Gil) Rachel McAdams (Inez) Marion Cotillard (Adriana) Kathy Bates (Gertrude Stein) Adrien Brody (Salvador Dalì) Michael Sheen (Paul) Carla Bruni (Guida al Museo di Rodin)

Titolo originale: MIDNIGHT IN PARIS Scheda film Un affermato sceneggiatore di Hollywood sta ultimando il suo primo romanzo. In vacanza a  Parigi con la fidanzata e i suoi ingombranti genitori che sminuiscono le sue aspirazioni letterarie, una sera si incammina per le strade della città. A mezzanotte in punto, si ritrova misteriosamente proiettato nella Ville Lumière degli anni Venti, con l’opportunità di incontrare Francis Scott e Zelda Fitzgerald, Cole Porter, Pablo Picasso, Salvador Dalì, Luis Buñuel, Ernest Hemingway e la sua agente Gertrude Stein, alla quale chiede consigli per migliorare la prosa. Si innamora di Adriana, già amante di Picasso e Modigliani, in cerca di un “passaggio” per tornare indietro a quella che considera la vera età dell’oro, la Belle Époque, e così si ritrovano al Maxim’s dove conosceranno Henri de Toulouse-Lautrec, Paul Gauguin, Edgar Degas. Un incontro che lo sconvolgerà al punto da costringerlo a rivedere le priorità nella vita… scoprendo che il vagheggiamento di un glorioso passato ormai perduto è un'aspirazione ricorrente nell'animo umano, in tutte le epoche storiche, se si preferisce guardare nostalgicamente a un romantico passato, piuttosto che accettare la banalità e l'insoddisfazione del presente e guardare con incertezza al futuro.  WOODY ALLEN nome d’arte di Allan Stewart Königsberg (New York, 1° dicembre 1935) Regista, sceneggiatore, attore, clarinettista, compositore, scrittore e commediografo, tra i  più celebri umoristi dell'epoca moderna, produce una media di quasi un film all'anno (filmografia completa). Lo stile originale, raffinato e spesso cerebrale l'ha reso uno degli autori più rispettati, punto di riferimento della commedia moderna. Genio umoristico americano amato soprattutto in Europa anche per l'omaggio stilistico a grandi nomi del cinema come Bergman, Fellini e Lubitsch, Woody Allen guarda a loro per inventare un modo di fare cinema che si rinnova sempre. Alla ricchissima “lista delle cose per cui vale la pena vivere” in Manhattan: "Il vecchio Groucho Marx, tanto per dirne una, Joe Di Maggio, il secondo movimento della sinfonia Jupiter, Louis Armstrong, l'incisione 'Potato Head Blues', i film svedesi naturalmente, L''Educazione sentimentale' di Flaubert, Marlon Brando, Frank Sinatra, le incredibili mele e pere dipinte da Cézanne, i granchi da Sam Wo, il viso di Tracy" aggiungiamo noi: il cinema di Woody Allen. Riconoscimenti: 114 premi e 134 nominations, 4 Premi Oscar: miglior regia e sceneggiatura originale Io e Annie (1978) miglior sceneggiatura originale Hannah e le sue sorelle (1987) Midnight in Paris (2012). Leone d’oro alla carriera al festival del cinema di Venezia (1995) (da IMDb, Wikipedia, MyMovies)


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Local Hero

Copertina Miracolo a Le Havre27.11.13 ore 16.00

LOCAL HERO Di: Bill Forsyth 1983, GB, 111 min.

Con: Burt Lancaster (Felix Happer) Peter Riegert (Mac MacIntyre) Fulton MacKay (Ben Knox) Denis Lawson (Gordon Urquhart) Jennifer Black (Stella Urquhart) Peter Capaldi (Danny Oldsen) Jenny Seagrove (Marina) 

Titolo originale: LOCAL HERO Scheda film
Il magnate di una compagnia petrolifera americana, Felix Happer spedisce uno dei suoi collaboratori, Mac in uno sperduto villaggio della Scozia con il compito di raggiungere un accordo per la costruzione, lungo quel tratto di costa, di un impianto di raffinazione del greggio. Gli abitanti locali sembrano ben disposti e felici dei guadagni che lo stabilimento potrebbe portare. Tuttavia, all’ultimo minuto, Ben Knox, che vive come un eremita sulla spiaggia in questione di cui è proprietario, si oppone. La spiaggia non è in vendita e niente potrà mai fargli cambiare idea. Nel frattempo a Felix Happer più del petrolio sembrano interessare le luci e le costellazioni del nord, Danny, socio di Mac, pare più attratto da una surreale ricercatrice marina, e Mac, che di scozzese ha solo il nome, abituato alla routine del suo ufficio a Houston, sembra più interessato a Stella che ai vantaggi dell’accordo e per concluderlo deve adattarsi ai tempi e alla logica di Gordon, Ben e tutto il villaggio. BILL FORSYTH (Glasgow, 29 luglio 1946) Regista e sceneggiatore scozzese. Esordisce con l’originale commedia di ambientazione giovanile That Sinking Feeling Quella sensazione di cedimento (1980) realizzato con giovani attori di teatro e con un cameo del gallerista edimburghese Richard Demarco. Tra i giovani attori che recitano anche nel suo film successivo Gregory's Girl (1981) troviamo John Gordon Sinclair e al suo debutto, Clare Grogan. Local Hero (1983) con Burt Lancaster, gli dà notorietà internazionale, attirando l’attenzione dei produttori di Hollywood. La British Academy assegna 4 Premi BAFTA: regia (Bill Forsyth) fotografia (Chris Menges) montaggio (Michael Bradsell) produzione (David Puttnam); La National Society of Film Critics e il New York Film Critics Circle il premio per la miglior sceneggiatura (Bill Forsyth). Nel 1999 il British Film Institute inserì Local Hero al 37° posto della lista dei migliori cento film britannici del XX secolo. In Comfort and Joy (1984) un DJ radiofonico di Glasgow è interpretato da Clare Grogan. Una donna tutta particolare (1987) Housekeeping, adattamento dal romanzo di Marilynne Robinson, è il primo film americano di Forsyth. In America dirige la commedia Breaking In Ladro e gentiluomo (1989) sul rapporto tra un esperto scassinatore e il suo allievo. Burt Reynolds compone uno dei personaggi più felici della sua carriera. Nel (1993) realizza Being Human Le cinque vite di Hector ambiziosa rappresentazione della storia dell’animo umano attraverso le vicende di cinque personaggi (tutti interpretati da Robin Williams) dalla preistoria ai giorni nostri. (da Wikipedia, IMDb)


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Playtime

Copertina Playtime

30.10.13 ore 16.00

PLAYTIME - TEMPO DI DIVERTIMENTO Di: Jacques Tati 1967, Fr-It, 119 min.

Con: Jacques Tati (Monsieur Hulot) Barbara Dennek (giovane turista americana) Billy Kearns (Mr. Schultz, uomo d’affari americano) Rita Maiden (compagna di Mr. Schultz) Reinhard Kolldehoff (uomo d’affari tedesco) Jacques Gautier (guida) Henri Piccoli (gentiluomo importante) Georges Faye (architetto)

Titolo originale: PLAYTIME Monsieur Hulot alle prese con un gruppo di turisti americani in visita a Parigi. Una serie di incidenti trasforma la serata dell'inaugurazione di un locale nella demolizione di un cantiere. È, anche per l'alto costo, il film più ambizioso di Jacques Tati, quello in cui spinge alle estreme conseguenze la sua comicità di osservazione e la capacità di chiudere in una sola inquadratura una grande molteplicità di informazioni. È il film in cui Tati ha più sopravvalutato l'intelligenza del pubblico e la capacità di attenzione dello spettatore. Una sconfitta che gli fa onore, ma che gli tribolò gli ultimi 15 anni. Rivisto con il senno di poi, acquista un valore profetico come satira della globalizzazione a tutti i livelli: Tati ha messo in immagini la crisi spirituale del suo secolo. JACQUES TATI (Le Pecq, 9 ottobre 1907 - Parigi, 5 novembre 1982) Nome d’arte adottato a partire dal 1945 da Jacques Tatischeff, regista, attore, mimo e sceneggiatore di origini franco-russo-italo-olandesi. Nel 1946 fondò una casa di produzione, la Cady Films, che fu all’origine dei suoi primi tre film. Il suo primo lungometraggio Giorno di festa (1949) ricevette tre anni dopo il Grand prix du cinéma français. Il nuovo personaggio del film Le vacanze di Monsieur Hulot (1953) venne molto ben accolto dalla critica e dal pubblico del mondo intero. Nel 1956 creò la Specta Films. Dopo aver ricevuto l’Oscar al miglior film straniero per Mio zio (1958) si trasferì a Saint-Germain-en-Laye. Tempo di divertimento (1967) richiese investimenti enormi (la costruzione della scenografia di Tativille) e le spese di produzione altissime condussero alla liquidazione della società. Tati dovette ridurre le proprie ambizioni: Monsieur Hulot nel caos del traffico (1971) fu conosciuto inizialmente come telefilm. Nel 1977 ricevette un Premio César onorario per la sua opera complessiva. Nel 2001 la figlia Sophie Tatischeff, un cugino lontano Jérôme Deschamps e Macha Makeïeff fondarono la società Les Films de Mon Oncle per riacquistare i diritti del catalogo Tati e restaurare le copie dei suoi film. Con il personaggio di Monsieur Hulot, impassibile e stralunato, vestito di impermeabile e cappello, con l’ombrello in mano e una pipa in bocca, Tati ripropose un’interpretazione essenzialmente mimica che riecheggiava quelle di Buster Keaton e Charlie Chaplin. I suoi film sono improntati a una comicità prevalentemente visiva, con pochissimi dialoghi e una cura meticolosa delle colonne sonore. Ritraggono, in un continuo susseguirsi di gag senza un apparente filo conduttore, le abitudini e i tic del francese medio, che negli anni '50 era già vittima dei meccanismi di una società che accelerava i propri ritmi. Tuttavia, a dispetto del riferimento ad un esemplare umano facilmente individuabile, il complesso e sottile umorismo visivo, supportato da un uso creativo degli effetti sonori, l’ironia misurata e la garbata comicità che hanno caratterizzato in modo inimitabile l’opera di Tati hanno contribuito a farle assumere un valore che supera la collocazione temporale e ogni contesto culturale, tanto da conferirle una dimensione universale che solo pochi grandi autori del cinema hanno raggiunto (da Wikipedia, Il Morandini)


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Miracolo a Le Havre

Copertina Miracolo a Le Havre25.09.13 ore 16.00

MIRACOLO A LE HAVRE Di: Aki Kaurismäki 2011, Fin-Fr-Germ, 93 min.

Con: André Wilms (Marcel Marx) Kati Outinen  (Arletty) Jean-Pierre Darroussin (Monet) Jean-Pierre Léaud (L’Informatore) Pierre Étaix (Doctor Becker) Roberto Piazza (Little Bob)

Titolo originale: LE HAVRE Marcel Marx, dopo una lunga carriera come scrittore, decide di trasferirsi nella città portuale di Le Havre, lavorando come lustrascarpe. Mentre la nuova vita scorre tranquilla, divisa tra l’amore per la moglie Arletty, il pub e le nuove amicizie, l’arrivo improvviso di un piccolo immigrato dall’Africa sconvolgerà per sempre la sua esistenza. In concorso a Cannes, il film seduce il pubblico e incanta i critici. Con la cinepresa ancorata a terra, ci sono lustrascarpe innamorati, bottegai dal cuore d'oro, poliziotti di buon senso. Percorre la strada maestra degli affetti (senza effetti), più fatti e meno parole. Non una virgola, un colore, un gesto, un'inquadratura, una parola che non sia dove dovrebbe essere. Sposa Chaplin a De Sica, Tati a Bresson, Pagnol a Dreyer. Dopo un'improbabile lieta fine dietro l'altra, quell'immagine di un ciliegio in fiore rimanda a Ozu. AKI KAURISMÄKI (Orimattila, 4 aprile 1957) Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico finlandese. Tra i suoi film: Amleto si mette in affari (1987) liberissima interpretazione anticapitalista della tragedia di Shakespeare  La fiammiferaia (1989) sotto il segno di una radicale antiretorica e di un ascetismo figurativo che ricorda Bresson Ho affittato un killer (1992) divertissement di classe, quasi infallibile nel meccanismo narrativo, nella direzione degli attori, nella scelta delle musiche Vita da bohème (1992) ambientato in una Parigi dei giorni nostri, con due comparse speciali: i registi Louis Malle e Samuel Fuller Leningrad Cowboys Go America (1992) folle e surreale road movie, porta la musica sul grande schermo. Con Tatjana (1994) giunge alla più pura essenzialità nordica realizzando un'opera quasi priva di dialoghi Nuvole in viaggio (1996) commedia dai toni leggeri, prende spunto dai temi della crisi economica e della disoccupazione Juha (1999) adattamento di un classico della letteratura finlandese nello stile del cinema muto L'uomo senza passato (2002) il tema dell’amnesia diventa tramite di una rinascita senza retorica Le luci della sera (2006) conferma lo stile surreale e malinconico del suo cinema commuovendo il pubblico con la storia di un guardiano notturno innamorato di una donna che si rivelerà un'esca per una rapina. Fa centro ancora una volta con il toccante Miracolo a Le Havre (2011) (da Wikipedia, Il Morandini, MyMovies)


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Melancholia

Copertina Melancholia28.08.13 ore 16.00
MELANCHOLIA Di: Lars von Trier 2011, Dan-Sve-Fr-Germ, 130 min.

Con: Kirsten Dunst (Justine) Charlotte Gainsbourg (Claire) Stellan Skarsgård (Jack) Kiefer Sutherland (John) Charlotte Rampling (Gaby) Alexander Skarsgård (Michael)

Titolo originale: MELANCHOLIA È il nome che Trier dà all'enorme pianeta in rotta di collisione con la Terra in un film che, nonostante la catastrofica fine, è il più intimo, se non il più autobiografico, della sua carriera. Ruota intorno al rapporto conflittuale, ma estremamente intimo, tra due sorelle molto diverse tra loro - Justine che sta per sposarsi e Claire che le ha organizzato una fastosa cerimonia - osservando le loro reazioni mentre il pianeta sta per raggiungere la Terra. Definito evocativo, misterioso, affascinante, il film si apre con il preludio di Tristano e Isotta di Wagner, allude più volte al personaggio di Ofelia, aristocratica danese nell’Amleto di Shakespeare e al celeberrimo dipinto di John Everett Millais del 1852 (Tate Gallery), che appare mentre Justine sfoglia i libri di arte nella biblioteca del cognato. Film discusso e discutibile. Innegabile, tuttavia, che l’autore ami i suoi personaggi, nel bene e nel male: i turbamenti nevrotici della depressa Justine, le illusioni della razionale e fragile Claire, la vigliaccheria del suo consorte, l'assillo del potere di Michael, le rabbie materne di Gaby. LARS VON TRIER (Copenhagen, 30 aprile 1956) Regista, sceneggiatore, attore, direttore della fotografia e montatore danese, Von Trier è uno degli autori cinematografici più innovativi, controversi e poliedrici. Le onde del destino (1996) è il primo film realizzato dopo aver redatto il manifesto Dogma 95 ma la pellicola che viene girata secondo i dettami del Dogma è Idioti (1998). Dancer in the Dark (2000) interpretato dalla cantante islandese Björk - musical sui generis, uno dei primi ad usare la tecnica di ripresa completamente digitale - ottiene un grande successo, che gli consente di ingaggiare una diva hollywoodiana come Nicole Kidman in Dogville (2003). A 50 anni scrive e dirige un film ambientato nel mondo aziendale: Il grande capo (2006) una commedia nella commedia, molto parlata. Lo spunto è ingegnoso e allude alla realtà che ognuno di noi conosce. Per l’interpretazione in Antichrist (2009) ispirato all’omonima opera di Nietzsche, Charlotte Gainsbourg viene premiata a Cannes. Due anni dopo il premio viene assegnato a Kirsten Dunst per la miglior interpretazione in Melancholia (2011) che ottiene 3 Oscar europei: film, fotografia, scenografie. Altri film di Lars von Trier: L'elemento del crimine (1984) Epidemic (1987) Medea  (1988)  Europa (1991) Le cinque variazioni (2003). (da Wikipedia)


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Quasi amici

Copertina Quasi amici

31.07.13 ore 16.00
QUASI AMICI Di: Olivier Nakache, Éric Toledano 2011, Fr, 109 min.

Con: François Cluzet (Philippe) Omar Sy (Driss) Anne Le Ny (Yvonne) Audrey Fleurot (Magalie) Clotilde Mollet (Marcelle)

Titolo originale: INTOUCHABLES Proiezione speciale del secondo film francese di maggior successo di tutti i tempi, classificato come il 60° miglior film di sempre. La commedia si ispira a una storia vera, narrata in Il Diavolo Custode (Le Second Souffle) del Duca Philippe Pozzo di Borgo, dirigente della Pommery. È la storia del nobile, ricco, colto Philippe che, paralizzato per un incidente di parapendio e colpito dalla perdita dell'amatissima moglie, non ha perduto l'attaccamento alla vita, ai suoi piaceri e agli impegni sociali. Lo aiuta il suo badante Driss, immigrato algerino all'estrema periferia di Parigi, che diventa presto il suo “diavolo custode”. Il loro rapporto di dipendenza reciproca e lo scontro tra le due culture si trasforma in un legame di amicizia solido eppur turbolento, attraverso episodi ora comici ora commoventi. Musiche di Ludovico Einaudi. David di Donatello per il miglior film dell'Unione Europea. OLIVIER NAKACHE (Suresnes, 14 aprile 1973) ÉRIC TOLEDANO (Parigi 3 luglio 1971). Registi e sceneggiatori. Dopo essere diventati amici, hanno iniziato a girare cortometraggi di genere fantastico prima di debuttare sul grande schermo. Fin dalle loro prime commedie hanno diretto i più grandi attori comici francesi. Nel 2006 girano Primi amori, primi vizi, primi baci che diventa la sorpresa dell’estate 2007 e li porta a dirigere Troppo amici. Nel 2012 scrivono e dirigono, ancora una volta insieme, Quasi amici, che si rivela un successo in tutto il mondo, tanto da essere candidato al Premio Oscar come miglior film straniero.


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Noi non siamo come James Bond

Copertina Noi non siamo come James Bond

10.07.13 ore 20.30 / proiezione speciale!
NOI NON SIAMO COME JAMES BOND Di: Mario Balsamo 2012, It, 73 min.
Con: Guido Gabrielli, Mario Balsamo

Era il 1985 quando Guido e Mario, amici del cuore, decisero di fare il loro primo viaggio insieme. A distanza di 30 anni le memorie dell'epoca si sovrappongono alla vita di oggi, segnata per entrambi dalla lunga battaglia contro un tumore. Decidono così di affrontare una nuova avventura e partire per un viaggio nel segno di una promessa fatta anni prima che rimanda a uno dei più famosi personaggi della storia del cinema, James Bond, mito inarrivabile di perfetta disinvoltura. Un viaggio intimo, ironico e leggero, profondo e lucido, denso di domande e riflessioni sulla vita e sull’amicizia, contrapponendo schermo e spettatore, la corruttibilità della materia all’inalterabilità di un sogno, attraverso un paese cambiato profondamente che funge da cornice. Un emozionante poetico road movie in una Mini d’epoca che dalla spiaggia di Sabaudia alla Perugia di un concerto improvvisato in strada durante Umbria Jazz muove verso la Scozia di Sean Connery. MARIO BALSAMO In anteprima a Bolzano la una proiezione speciale del film vincitore del Premio Speciale della Giuria al 30° Torino Film Festival. Con la partecipazione del regista Mario Balsamo che introdurrà la sua opera: Info Movie www.noinonsiamocomejamesbond.it
Info Ingressi e Programma http://www.filmclub.it/italiano/index.asp

 


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Le donne del 6° piano

Copertina Le donne del sesto piano

26.06.13 ore 16.00 / nuovo orario!

LE DONNE DEL 6° PIANO Di: Philippe Le Guay 2011, Fr, 102 min.
Con: Fabrice Luchini, Sandrine Kiberlain, Natalia Verbeke, Carmen Maura, Lola Dueñas

Parigi, 1962. Jean Louis Joubert (Fabrice Luchini), agente di cambio rigoroso e padre di famiglia “rigido”, vive da sempre in un elegante palazzo del 16° arrondissement con la consorte mondana e due figli arroganti e viziati. Un giorno scopre che un’allegra comunità di domestiche spagnole vive al 6° piano del suo immobile, sotto il tetto. Maria, la ragazza che lavora in casa sua, gli rivela un universo esuberante dove regnano allegria, generosità solidale, franchezza di linguaggio. La rivelazione gli cambia la vita. Cacciato dalla moglie per un adulterio inesistente, va ad abitare con loro in una stanzetta, finalmente libero. PHILIPPE LE GUAY (Parigi 22 ottobre 1956) Dopo studi cinematografici all'Institut des Hautes Études Cinématographiques e dopo essere stato docente di cinema a La Fémis, realizza il suo primo lungometraggio Les Deux Fragonard (1989) con Sami Frey e Joaquim de Almeida (che però dirige dopo aver firmato o diretto corti come Il ne faut jurer de rien, Le clou, Grosse, 15 août che gli permetteranno di lavorare con Maurice Pialat e Jean-Louis Trintignant). La sua carriera si divide fra film tv e pellicole d'oltralpe, spesso con il bravissimo Fabrice Luchini come protagonista come nel caso del godibile campione d'incassi francese Il costo della vita (2003) e la commedia e la commedia romantica Le donne del 6° piano (2011), denotando una forte tendenza a coniugare l'intelligenza con la leggerezza e il divertimento. (da MyMovies)


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Notizie degli scavi

Copertina Scarpette rosse

29.05.13 ore 16.00 / nuovo orario!
NOTIZIE DEGLI SCAVI Di: Emidio Greco 2010, It, 89 min.
Con: Giuseppe (Beppe) Battiston, Ambra Angiolini, Iaia Forte, Giorgia Salari

Un quarantenne dall’espressione assorta e stupita, chiamato ironicamente Il Professore (Giuseppe Battiston), vive in una casa di appuntamenti dove lavora come tuttofare lavando i piatti e sbrigando piccole commissioni. Alcune ragazze lo ignorano, altre lo stanno a sentire, un po' per compassione e un po' per compagnia. La sua vita cambierà per sempre quando, per fare un piacere ad un’amica, va a far visita in ospedale alla Marchesa (Ambra Angiolini), delusa dall’amore, che in passato lavorava nella pensione. Per lei, a differenza di chiunque altro, la presenza del Professore è vitale e le sue parole un conforto. È davanti ai resti architettonici della meravigliosa Villa di Adriano, a Tivoli, che il Professore misura la sua mediocrità ma anche la sua utilità, il suo ruolo, portando alla marchesa le notizie salvifiche di una bellezza che non muore, anche se il tempo dei fasti è passato e perduto per sempre, e di un sentimento che si ricrea ad ogni incontro. EMIDIO GRECO (Leporano 20 ottobre 1938 - Roma 22 dicembre 2012) Greco esordisce come regista nel 1974 con L'invenzione di Morel. Nel 1978 gira Niente da vedere niente da nascondere, un documentario sull'opera di Alighiero Boetti spiegata dalla voce stessa dell’artista. Nel 1982 dirige Ehrengard, ispirato a un'opera di Isak Dinesen, che otterrà distribuzione soltanto nel 2002. Dopo aver lavorato al documentario L'arte e la società, nel 1991 dirige Una storia semplice, tratto da un romanzo di Leonardo Sciascia. Il film viene presentato al Festival di Venezia, vince il Nastro d’Argento e ottiene un ottimo successo di critica. Dopo otto anni dirige Milonga, a cui segue nel 2001 Un altro mondo è possibile, diretto insieme a Francesco Maselli. Nel 2002 è la volta di Il consiglio d'Egitto con Silvio Orlando, tratto dall’omonimo romanzo di Sciascia, sulla vicenda dell'abate e falsario settecentesco Giuseppe Vella. Nel 2007 dirige L'uomo privato. Nel 2010 Notizie degli scavi, trasposizione surreale e complessa di un’opera di Franco Lucentini, sull'incontro tra due personaggi apparentemente agli antipodi, le cui coscienze sono risvegliate dalla bellezza emersa dalla visita agli scavi della Villa Adriana di Tivoli. (Wikipedia). I film di Emidio Greco disponibili per il prestito al CAB: L’invenzione di Morel (vhs) (1974) Niente da vedere niente da nascondere (1978) Ehrengard (1982) Il consiglio d’Egitto (2002) L’uomo privato (2007) Notizie degli scavi (2010) Emidio Greco: Lo splendore del nulla (book) 1995


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Scarpette rosse

Copertina Scarpette rosse24.04.13 ore 18.00
SCARPETTE ROSSE Di: Michael Powell-Emeric Pressburger 1948, GB, 133 min.
Con: Anton Walbrook, Moira Shearer, Marius Goring, Robert Helpmann

Sottoposta a una ferrea disciplina da Lermontov, direttore di una celebre compagnia di balletto classico, Vicky Page arriva a un successo trionfale con il balletto Scarpette rosse, ispirato alla favola di Andersen, ma è dilaniata tra l'amore per la danza (e Lermontov) e l'amore ricambiato per il compositore Julian Craster. Identificata con il personaggio, danzerà sino alla morte. È il più grande successo della coppia Powell-Pressburger. Considerato il miglior ballet film della storia del cinema, è diventato un vero cult movie, amato da spettatori e spettatrici commossi di mezzo mondo, ma anche da celebri registi (Scorsese, Coppola, De Palma) e raffinati cinéphiles. “Ammantandolo con i colori smaglianti del melodramma, [i registi] fanno digerire al pubblico un assunto incredibile: il fatto che l'arte sia qualcosa per cui si può morire” (E. Martini). Ebbe 2 premi Oscar: musica di Brian Easdale, scene di Hein Heckroth. (da Il Morandini) Un'opera fondamentale sul conflitto fra arte e vita, caratterizzato da una grande forza visionaria. MICHAEL POWELL Bekesbourne (GB) 30 settembre 1905 - Avening (GB) 19 febbraio 1990 Considerato, insieme ad Alfred Hitchcock, uno dei maggiori esponenti del cinema britannico, iniziò nel periodo del muto formando la sua idea di cinema in cui prevale la componente visiva, mentre non sopportava sceneggiature troppo lunghe e dialoghi pesanti. EMERIC PRESSBURGER Miskolc (Ungheria), 5 dicembre 1902 - Saxstead (GB) 5 febbraio 1988. Noto soprattutto per la sua ventennale collaborazione con il collega inglese Micheael Powell, esordì nel 1929 in Germania con la casa di produzione UFA. A seguito delle leggi razziali nel 1935 si trasferì in Gran Bretagna dove venne notato dal produttore connazionale Alexander Korda che lo ingaggerà per sceneggiare La spia in nero diretto da Michael Powell, che segnerà la nascita di una delle più importanti collaborazioni della storia del cinema. Duello a Berlino sarà il primo film realizzato dalla The Archers, la casa di produzione fondata dagli stessi Powell e Pressburger con cui realizzeranno tutti i loro film successivi. (Wikipedia)Film di Powell & Pressburger disponibili per il prestito al CAB: Duello a Berlino DVD (1943) Un racconto di Canterbury DVD (1944) Scala al Paradiso VHS (1946) Narciso nero DVD (1947) Scarpette rosse DVD (1948) I racconti di Hoffmann DVD (1951)


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La signora e i suoi mariti

Copertina La signora e i suoi mariti27.03.13 ore 18.00
LA SIGNORA E I SUOI MARITI Di: J. Lee Thompson 1964, USA, 107 min.
Con: Shirley MacLaine, Paul Newman, Robert Mitchum, Gene Kelly, Dean Martin

Louisa Max Foster, una stravagante signora, consulta l’analista, al quale racconta la storia del fallimento dei suoi numerosi matrimoni, andati tutti a monte per lo stesso motivo: ha avuto la sfortuna di sposare uomini poveri che subito dopo le nozze diventavano ricchissimi. Dopo essere così passata da un modesto negoziante divenuto un magnate del commercio ad un oscuro pittore che in breve ha raggiunto la celebrità, da un eccentrico plutocrate riuscito a triplicare il proprio patrimonio a un ballerino cantante poco noto arrivato alla più clamorosa notorietà, si è decisa a consultare uno psichiatra per superare il suo bizzarro complesso della ricchezza. Ma anche dal dottor Steffenson riceve una domanda di matrimonio, che rifiuta per cadere tra le braccia dell'uomo delle pulizie, che ai suoi occhi ha il merito di essere poverissimo (da film.virgilio.it). J. LEE THOMPSON Bristol (Gran Bretagna), 1 agosto 1914 - Sooke (Vancouver Island, Canada), 30 agosto 2002. Regista e sceneggiatore inglese. Iniziò a teatro a Londra e fu aiuto di Cavalcanti prima di debuttare alla regia negli anni Cinquanta con Assassinio senza delitto, film giocato sulla psicologia dei personaggi. Trasferitosi a Hollywood girò il kolossal I Cannoni di Navarone (1961) con Gregory Peck, David Niven e Anthony Quinn. Il suo film migliore è forse Il promontorio della paura (1962), con due giganti dello schermo come Robert Mitchum e Gregory Peck. Scorsese rifece il film trent’anni dopo. Tratta da un racconto di Gwen Davis e sceneggiata dai due maghi del musical Betty Comden e Adolph Green, La signora e i suoi mariti (1964) è una spregiudicata commedia nera che si rifà ai canoni classici della commedia americana.

 


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Prima pagina

Copertina L'Argent20.02.13 ore 18.00
PRIMA PAGINA Di: Billy Wilder 1974, USA, 100 min.
Con: Jack Lemmon, Walter Matthau, Susan Sarandon

La più celebre e scintillante delle quattro versioni hollywoodiane di questa commedia intramontabile. Chicago, 1929: un brillante giornalista alla vigilia delle nozze (Jack Lemmon) viene coinvolto dal suo cinico direttore (Walter Matthau) nella cronaca di un’esecuzione capitale. La situazione si complica quando il condannato a morte evade e si rifugia nella sala stampa della prigione. Wilder ricrea un mondo di giornalisti bugiardi, politici corrotti, donne sfruttate e imbroglioni di ogni genere con la sua verve e classe inimitabili, e la coppia Lemmon-Matthau ha qui il suo autentico momento di gloria. BILLY WILDER nome d’arte di Samuel Wilder (Sucha Beskidzka, 22 giugno 1906 - Beverly Hills, 27 marzo 2002) Regista, seneggiatore e produttore cinematografico austriaco naturalizzato statunitense. Nato in una famiglia ebraica a Sucha (dal 1965 Sucha Beskidzka), una città della Galizia situata nell’attuale Polonia, all’epoca parte dell’Impero Austro-Ungarico, dopo gli studi in giurisprudenza a Vienna si trasferisce a Berlino dove lavora come giornalista di cronaca e inizia a interessarsi di cinema.  Considerato uno dei registi e sceneggiatori più prolifici ed eclettici nella storia del cinema, è passato alla storia come il padre della commedia brillante americana e uno dei  fondatori del genere noir. In circa 50 anni di carriera ha diretto oltre 30 film e scritto 75 sceneggiature (da Wikipedia). Film di Billy Wilder disponibili per il prestito al CAB: Frutto proibito (1942) I cinque segreti del deserto (1943) La fiamma del peccato (1944) Giorni perduti (1945) Scandalo internazionale (1948) Viale del tramonto (1950) Stalag 17 - L'inferno dei vivi (1953) Sabrina (1954) Quando la moglie è in vacanza (1955) Arianna (1957) Testimone d'accusa (1957) A qualcuno piace caldo (1959) L'appartamento (1960) Irma la dolce (1963) Baciami, stupido (1964) Non per soldi... ma per denaro (1966) La vita privata di Sherlock Holmes (1970) Che cosa è successo tra mio padre e tua madre? (1972) Prima pagina (1974)


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L'argent

Copertina L'Argent

30.01.13 ore 18.00
L’ARGENT Di: Robert Bresson 1983, FR, 85 min.
Con: Christiane Patey, Caroline Langa, Michel Briguet

Due studenti pagano l’acquisto di una modesta cornice, per loro assolutamente inutile, con un biglietto falso da 500 franchi. La proprietaria del negozio esita, ma alla fine accetta la banconota che il marito, riconosciuta come falsa, unisce ad altre, con le quali fa pagare dal commesso Lucien alcune fatture. Ispirato al racconto di Lev Tolstoj “Il biglietto falso”, il 13° e ultimo film di Bresson è fondato sul principio della valanga: “Una piccola colpa provoca una valanga vertiginosa del Male, fino al momento in cui nasce il Bene”. Premio della creazione a Cannes ex aequo con Nostalghia di Tarkovskij (da Il Morandini). ROBERT BRESSON (Bromont-Lamothe, 25 settembre 1907 - Parigi, 22 dicembre 1999) Regista, sceneggiatore e soggettista francese, maestro del minimalismo, Bresson inizia la sua carriera come pittore e fotografo. Realizza il suo primo film, il mediometraggio Les affaires publiques nel 1934. L'Argent è del 1983. Quello che colpisce di più nel suo cinema è l'apparente assenza di recitazione. Bresson sosteneva che nei film ci fosse una convenzione riguardo a cosa lo spettatore dovesse sentire e pensare, sottolineato da effetti come la musica, il montaggio e la recitazione; e che, di conseguenza, riducendo questi codici al minimo, si potevano ottenere delle risposte emotive più dirette da parte degli spettatori. Nel cinema tradizionale era l'attore a trasmettere allo spettatore le sue emozioni. Con il cinema di Bresson è lo spettatore stesso a dover indovinare gli stati d'animo dei protagonisti a seconda del contesto in cui si trovano. Bresson era solito ingaggiare persone comuni e girare scena dopo scena fino a quando la recitazione spariva del tutto. Agli attori chiedeva semplicemente di "dire" le battute e compiere le azioni richieste. (da Wikipedia)


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  • 18.12.13

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  • 27.11.13

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  • 30.10.13

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  • 25.09.13

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  • 28.08.13

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  • 31.07.13

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  • 10.07.13

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  • 26.06.13

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  • 29.05.13

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  • 24.04.13

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