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Edizione 2015

La teoria del tutto

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16.12.15 ore 16.00

LA TEORIA DEL TUTTO 2014, GB, 123 min

Di: James Marsh Con: Eddie Redmayne (Stephen Hawking) Jane Hawking (Felicity Jones) Emily Watson (Beryl Wilde) Charlie Cox (Jonathan Hellyer Jones) David Thewlis (Dennis William Sciama) Harry Lloyd (Brian)

Titolo originale: THE THEORY OF EVERYTHING Scheda film
Straordinaria storia di una delle più grandi menti viventi del mondo, il rinomato astrofisico e cosmologo Stephen Hawking. Università di Cambridge. 1963. Il promettente studente di fisica affetto da una terribile malattia degenerativa, si innamora e sposa la studentessa di lettere Jane Wilde. Grazie anche alla determinazione della moglie di rimanere al suo fianco, può studiare ciò che sembra mancargli sempre di più: il tempo. Il suo argomento preferito, con l’obiettivo di dare un senso a tutte le forze dell’universo: quella Teoria del Tutto che dà il titolo al film. Sfidando ogni probabilità, Jane e Stephen affronteranno tutti gli ostacoli per ottenere dalla vita più di quanto chiunque avrebbe mai potuto immaginare. Prenderanno strade diverse ma all’invito della Regina Elisabetta, che lo onora del titolo di cavaliere dell’ordine britannico (che rifiuterà), porterà con sé i due figli e Jane, la prima donna ad avere creduto nelle sue idee e ad averlo aiutato a renderle concrete. Premio Oscar a Eddie Redmayne per la sua interpretazione.

James Marsh (Truro, 30 aprile 1963)
Nato in Cornovaglia, con gli anni si è costruito una solida fama come regista di documentari e lungometraggi per il cinema. Tra i documentari vi sono The Burger & The King: The Life & Cuisine of Elvis Presley (1996) John Cale (1998) sul musicista fondatore, con Lou Reed, della leggendaria rock band Velvet Underground, L’animatore di Praga (1990) sulla vita di Jan Svankmajr, The Collected Shorts of Jan Svankmajer (2002) The Team (2005). Il suo primo lungometraggio per il cinema è  Wisconsin Death Trip  (1999) basato sul volume di Michael Lesy. Cura la regia di The King (2005) con Gael García Bernal e William Hurt. Cura il film-documentario  Man on Wire - Un uomo tra le Torri  (2008) sull’impresa del funambolo Philippe Petit che nel 1974 camminò in equilibrio su un cavo teso tra le Torri Gemelle di New York. Il film si è aggiudicato numerosi premi tra i quali un Oscar al miglior documentario nel 2009. Dirige Red Riding: 1980 (2009) e Doppio gioco (2012) sul conflitto nordirlandese, con Clive Owen e Andrea Riseborough. (da Wikipedia, MyMovies)

 

 


La grande bellezza

Copertina25.11.15 ore 16.00

LA GRANDE BELLEZZA 2013, IT-FR, 142 min

Di: Paolo Sorrentino Con: Toni Servillo (Jep Gambardella) Carlo Verdone (Romano) Sabrina Ferilli (Ramona) Carlo Buccirosso (Lello Cava) Iaia Forte (Trumeau) Pamela Villoresi (Viola)

Titolo originale: LA GRANDE BELLEZZA Scheda film
Dame dell’alta società, parvenu, politici, criminali d’alto bordo, giornalisti, attori, nobili decaduti, alti prelati, artisti e intellettuali veri o presunti tessono trame di rapporti inconsistenti, fagocitati in una babilonia disperata che si agita nei palazzi antichi, le ville sterminate, le terrazze più belle della città. Ci sono dentro tutti. E non ci fanno una bella figura. Jep Gambardella, 65 anni, scrittore e giornalista, dolente e disincantato, gli occhi perennemente annacquati da gin tonic, assiste a questa sfilata di umanità vacua e disfatta, potente e deprimente. Tutta la fatica della vita, travestita da capzioso, distratto divertimento. Un’atonia morale da far venire le vertigini. E lì dietro, Roma, in estate. Bellissima e indifferente. Magnifica e decadente. Si festeggia un grande party. Ci si trascina tardamente tra brusio e pettegolezzo, fra le macerie delle illusioni perdute. Con immutato stupore, a tu per tu con la sua bellezza, immobile e fuori tempo. Oscar per il miglior film straniero.

Paolo Sorrentino (Napoli, 31 maggio 1970)
Regista, sceneggiatore, scrittore. Uno dei registi italiani più importanti e conosciuti a livello internazionale. Il cortometraggio L'amore non ha confini (1998) segna l’inizio della collaborazione con la Indigo Film di Nicola Giuliano, che produrrà tutti i suoi film. Il suo primo lungometraggio L'uomo in più (2001) vince il Nastro d’argento per il miglior regista esordiente. Il sodalizio con Toni Servillo prosegue con Le conseguenze dell'amore (2004), che rivela il regista al grande pubblico. L'amico di famiglia (2006) è in concorso a Cannes. Alla figura di Giulio Andreotti si ispira Il divo (2008), Premio della giuria a Cannes, accolto dalla critica internazionale. This Must Be the Place (2011) vede Sean Penn nel ruolo di protagonista. La grande bellezza (2013) nuovamente interpretato da Toni Servillo, ottiene l’Oscar al miglior film straniero. Il suo settimo film è Youth - La giovinezza (2015). Con le sue opere, che arrivano direttamente agli spettatori, ha restituito la voglia di sognare la grandezza nella settima arte. (da Wikipedia, MyMovies)


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Hollywood Party

Copertina28.10.15 ore 16.00

HOLLYWOOD PARTY 1968, USA, 99 min

Di: Blake Edwards Con: Peter Sellers (Hrundi V. Bakshi) Claudine Longet (Michèle Monet) Marge Champion (Rosalind Dunphy) Buddy Lester (Davey Kane) Denny Miller (“Wyoming Bill” Kelso) Gavin MacLeod (C. S. Divot)

Titolo originale: THE PARTY Scheda film
Una comparsa a Hollywood rovina le riprese di una grande produzione proprio sul finale del film a causa della propria goffaggine. Il regista telefona al produttore per farlo cacciare dagli studios, ma per errore lo inserisce nella lista degli invitati che parteciperanno a un party in grande stile hollywoodiano dove, con le migliori intenzioni, farà più danni che sul set. Durante la festa si susseguono le disavventure più surreali, che coinvolgono l’attore, gli invitati e il personale, causa anche l'improbabile arredamento della casa, che comprende un bancone da bar semovente che sparisce nel muro e un ruscello che attraversa il salone principale. The Party è un cult movie in cui la gag raggiunge il massimo della sua tecnica e perfezione, in una sintesi perfetta della commedia teatrale e della cinematografia di genere. La catena delle irresistibili invenzioni comiche sfocia in un finale delirante e catastrofico che sconfina nell'onirico. È il capolavoro di Blake Edwards, uno dei grandi film comici sonori, una delle migliori interpretazioni di Peter Sellers.

Blake Edwards Nome d’arte di William Blake Crump (Tulsa, Oklahoma 26 luglio 1922 - Santa Monica, 15 dicembre 2010)
Figlio di un regista teatrale e nipote di J. Gordon Edwards, famoso per essere stato uno dei registi preferiti della diva del muto Theda Bara, Edwards inizia la carriera come attore e sceneggiatore radiofonico. Dopo avere creato diversi progetti di successo per la televisione (scrivendo e dirigendo negli anni Cinquanta, le celebri serie di Mr. Lucky e Peter Gunn, firma le sue prime sceneggiature cinematografiche e dirige alcune commedie di routine per la Columbia. Nonostante si sia cimentato con i generi più disparati, il suo nome è legato alla commedia della quale è considerato uno dei grandi maestri. Tra le sue memorabili pellicole  Colazione da Tiffany, Hollywood Party, 10 e la serie di film de La Pantera Rosa. Henri Mancini firma le colonne sonore di quasi tutti i suoi film e telefilm, tra cui il celebre tema di Peter Gunn, quello ancora più celebre della Pantera Rosa, la canzone Moon River di Colazione da Tiffany e le musiche di I giorni del vino e delle rose e Victor/Victoria. (da Wikipedia, l’Enciclopedia libera)


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Maps to the Stars

Copertina30.09.15 ore 16.00

MAPS TO THE STARS 2014, CAN-USA, 111 min

Di: David Cronenberg Con: Julianne Moore (Havana Segrand) Mia Wasikowska (Agatha Weiss) John Cusak (Dr. Stafford Weiss) Evan Bird (Benjie Weiss) Olivia Williams (Christina Weiss) Robert Pattinson (Jerome Fontana)

Titolo originale: MAPS TO THE STARS Scheda film
La famiglia Weiss ha fatto dell’ossessione per la celebrità il proprio marchio distintivo. Il figlio tredicenne Benjie è una star televisiva che si atteggia da adulto ed è finito in riabilitazione per droga. La madre Christina lo amministra. Il padre Stafford (John Cusak) è un terapista con un lungo elenco di clienti famosi. Tra cui Havana Segrand (Julianne Moore), un’attrice il cui sogno di interpretare il ruolo della madre nel remake di un grande film, si sbriciola lentamente. A cercare la mappa delle dimore del jet set televisivo e cinematografico di Hollywood nel celebre Sunset Boulevard arriva dalla Florida una misteriosa ventenne, Agatha (Mia Wasikowska). Appena uscita da un ospedale psichiatrico, stringe amicizia con l’autista di limousine Jerome Fontana (Robert Pattinson), aspirante attore/sceneggiatore e diventa l’assistente personale di Havana. Alla ricerca di redenzione, anche in questo regno dell’artificiale, dell’ultraterreno e della finzione, è determinata a trovarla. A qualunque costo.

David Paul Cronenberg (Toronto, 15 marzo 1943)
Regista, sceneggiatore, attore, produttore, direttore della fotografia, montatore e scrittore canadese. Laureato in lettere all’Università di Toronto, trova ispirazione per il suo cinema da letture filosofiche, dagli autori della Beat Generation come William Burroughs e da altri come Vladimir Nabokov. Con uno stile tra i più sconvolgenti del panorama cinematografico, partendo da una visione surreale del corpo tra cui: Scanners (1981) Videodrome (1983) La mosca (1986) Inseparabili (1988), si è spinto verso tematiche metafisiche tra cui: Il pasto nudo (1991) eXistenZ (1999) Spider (2002) A History of Violence (2005) La promessa dell'assassino (2007) A Dangerous Method (2011) Cosmopolis (2012) Maps to the Stars (2014). Uno dei pochi esponenti nonché pioniere del genere cinematografico spesso indicato come body horror, spesso definito “filosofo esistenzialista”, in lui amore per il potere creativo dell’uomo e angoscia nichilista paiono combinarsi con risultati sempre stimolanti per lo spettatore. (da Wikipedia, MyMovies, Cinematografo)


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La sedia della felicità

Copertina

26.08.15 ore 16.00

LA SEDIA DELLA FELICITÀ 2013, IT, 94 min

Di: Carlo Mazzacurati Con: Valerio Mastandrea (Dino Morosi) Isabella Ragonese (Bruna De Angelis) Giuseppe Battiston (Padre Weiner) Raoul Cremona (Mago Kasimir) Maria Paiato (La Sorella del Pescivendolo) Lucia Mascino (Ex Moglie di Dino) Katia Ricciarelli (Norma Pecche) Milena Vukotic (Armida Barbisan)

Titolo originale: LA SEDIA DELLA FELICITÀ Scheda film
Bruna è un’estestista che fatica a sbarcare il lunario. Un giorno riceve una confessione in punto di morte da una cliente che ha nascosto un tesoro in gioielli in una sedia del suo salotto. Bruna parte alla volta della villa ma resta bloccata dietro un cancello in compagnia di un cinghiale. In suo soccorso arriva Dino, il tatuatore della vetrina accanto, che finisce coinvolto nell’affaire. Scoperta la messa all’asta delle otto sedie, Bruna e Dino rintracciano collezionisti e acquirenti. Tra alti e bassi, troveranno la vera ricchezza. Per caso avvengono gli incontri, gli abbandoni, i ritrovamenti. Per intenzione, gioco e tanto amore avviene invece la rivelazione dei personaggi che hanno fatto il cinema di Mazzacurati: Battiston, Citran, Albanese, Bentivoglio, Orlando, Balasso. Presidente della Fondazione Cineteca di Bologna, Mazzacurati incontra dentro un cimitero (anche) Gianluca Farinelli, direttore della Cineteca, che alla maniera del cinema pone rimedio alla finitezza umana, risolvendo il suo desiderio di eternità (e di felicità).

Carlo Mazzacurati (Padova, 2 marzo 1956 - Padova, 22 gennaio 2014)
Fin da bambino si dedica alle arti teatrali con numerosi consensi. Da qui la sua citazione “Nella vita dovremmo recitare un po’ tutti quanti. Teatro è rompere gli schemi, cinema è capovolgere la realtà”. Animatore del cineclub padovano Cinema Uno, grazie a un’eredità realizza un film in 16 mm, Vagabondi (1979). Si trasferisce a Roma. Con Marco Messeri (che diventerà il suo attore feticcio) protagonista e Nanni Moretti produttore, realizza Notte italiana (1987). Segue Il prete bello (1989), ambientato a Vicenza. Riceve il Leone d’Argento per Il toro (1994) con Diego Abatantuono. Realizza L'estate di Davide (1998) e La lingua del santo (2000), i documentari della serie Ritratti su Mario Rigoni Stern, Andrea Zanzotto, Luigi Meneghello, con le interviste di Marco Paolini. Gira La giusta distanza (2007) con Valentina Lodovini. Dirige Silvio Orlando in La passione (2010). Viene nominato presidente della Fondazione Cineteca di Bologna (2011). A Torino presenta il suo ultimo film La sedia della felicità (2013). (da Wikipedia, MyMovies)


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Una gita in campagna

Copertina 29.07.15 ore 16.00

UNA GITA IN CAMPAGNA 1936-46, FR, 40 min

Di: Jean Renoir Con: Sylvia Bataille (Henriette Dufour) Jane Marken (Madame Dufour) Georges D’Arnoux (Henri) André Gabriello (Monsieur Dufour) Jean Renoir (Papà Poulain) Marguerite Renoir (La Cameriera) Jacques B. Brunius (Rodolphe) Paul Temps (Anatole)

Titolo originale: PARTIE DE CAMPAGNE Scheda film
In una domenica d’estate del 1860 il bottegaio parigino Dufour porta la famiglia a un picnic sulle rive della Marna. Mentre pesca con il suo futuro genero, la moglie e la figlia, inebriate dal piacere della campagna, sono corteggiate da due giovani canottieri che le invitano ad una gita in barca sul fiume. Su un’isoletta magica la figlia Henriette cede all’abbraccio di Henri. La pioggia interrompe l’idillio. Passa qualche anno. Si rincontrano per caso. Nessuno dei due ha dimenticato. Tratto da una novella di Maupassant e girato nel 1935, questo piccolo gioiello rimase incompiuto. Dieci anni dopo, la moglie di Renoir, Marguerite, recuperò il negativo depositato nella Cinémathèque Française e curò il montaggio, interpolando due cartelli per le scene non girate. Attenti alla lezione pittorica del padre Auguste, i fratelli Renoir (Claude alla cinepresa) trasfigurano in stupore panico la bellezza della natura. Vi lavorarono amici e collaboratori: il romanziere Georges Bataille, il fotografo Henri Cartier-Bresson, il regista Jacques Becker.

Jean Renoir (Montmartre, 15 settembre 1894 - Beverly Hills, 12 febbraio 1979)
Regista, sceneggiatore e scrittore, secondo figlio del pittore impressionista Pierre-Auguste Renoir. Ha due fratelli: Pierre farà l’attore, Claude il produttore. L’uscita del film di Erich von Stroheim Femmine folli, cambia la sua carriera. Una carriera lunga che si sviluppa  dal 1924 al 1969: negli anni ‘20 gira 9 film muti; negli anni ‘30 in Francia 15 film sonori; altri 6 a Hollywood negli anni ‘40; ritornato in Francia negli anni ’50-‘60, i suoi ultimi 8 film. Tra i quali: La grande illusione, La regola del gioco, La cagna, Boudu salvato dalle acque, La scampagnata, La Marsigliese, L'angelo del male, La carrozza d'oro, French Cancan. Le Patron: è questo il soprannome coniato da Jacques Rivette e utilizzato dai registi francesi della Nouvelle Vague per definire Jean Renoir. Per Èric Rohmer Renoir contiene tutto il cinema. Secondo André Bazin è il più visivo e il più sensuale dei registi, quello che più ci trasporta nell’intimo dei suoi personaggi perché è prima di tutto un amante fedele della loro apparenza e, attraverso essa, della loro anima. (da Wikipedia, Il Morandini)


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La mafia uccide solo d'estate

Copertina 24.06.15 ore 16.00

LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE 2013, IT, 90 min

Di: Pif Con: Cristiana Capotondi (Flora) Pif (Arturo) Alex Bisconti (Arturo bambino) Ginevra Antona (Flora bambina) Claudio Gioè (Francesco) Barbara Tabita (Madre di Arturo) Rosario Lisma (Padre di Arturo) Maurizio Marchetti (Jean Pierre)

Titolo originale: LA MAFIA UCCIDE SOLO D'ESTATE Scheda film
Arturo ha pochi anni e un segreto romantico che condivide con Rocco Chinnici, giudice e vicino di Flora, la bambina che gli ha incendiato il cuore. Nato a Palermo, è stato concepito nello stabile in cui avvenne la strage di viale Lazio. Cresciuto in una città 'muta' e incurante dei crimini, sogna di diventare giornalista e prova a produrre un profilo e un senso a quegli uomini contro e gentili che gli offrono un iris alla ricotta (il commissario Boris Giuliano) o gli concedono un'intervista (il Generale Dalla Chiesa). L'unico che non riesce a incontrare, ma di cui ritaglia e colleziona foto dai giornali, è Giulio Andreotti. Gli anni passano, la Mafia cresce in arroganza e crudeltà e i paladini della giustizia vengono falciati, sparati, esplosi. Soltanto Arturo rimane uguale a se stesso, ossequiante e 'svenduto' in una televisione locale e nella campagna elettorale di Salvo Lima, onorevole della DC, la cui assistente è Flora. Ma la morte di Giovanni Falcone e quella di Paolo Borsellino lo risveglieranno da un sonno atavico e in una città finalmente cosciente.

Pierfrancesco Diliberto in arte Pif (Palermo, 4 giugno 1972)
Debutta al cinema con una storia scomoda perché chiama in causa responsabilità collettive che costringono a interrogarsi sull'identità culturale del Paese, sul suo passato e sul suo futuro. Aiuto regista di Marco Tullio Giordana nel 2000, lo ha accompagnato nei Cento Passi. E di quel film l'Opera prima di Pif ha l'urgenza e la necessità. Costruito come un romanzo di formazione, rappresenta la mafia senza indulgenze celebrative. Ma il regista fa qualcosa di più che dimostrare la parabola discendente di Cosa Nostra, scegliendo come protagonista un ragazzino che coltiva sogni, speranze e illusioni e che imparerà a sottrarsi alle regole del gioco sentendosi e volendosi 'diverso' rispetto alla cultura diffusa di cui la criminalità organizzata è espressione. Cinema impegnato in prima linea, che arriva col sorriso fino in fondo, fino a sentire e a far sentire un dolore lancinante, capovolgendo il comico in tragico ricordandoci che ribellarsi è possibile. (da MyMovies, Wikipedia)


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L'arbitro

Copertina 27.05.15 ore 16.00

L’ARBITRO 2013, IT-ARG, 90 min, b/n 

Di: Paolo Zucca Con: Stefano Accorsi (Cruciani) Geppi Cucciari (Miranda) Francesco Pannofino (Arbitro Mureno) Benito Urgu (Prospero) Jacopo Cullin (Matzutzi) Marco Messeri (Candido) Alessio Di Clemente (Brai)

Titolo originale: L’ARBITRO Scheda film
L’atletico Pabarile è una squadra sarda che disputa con scarse fortune il campionato di Terza Categoria; ogni anno viene umiliata dal team rivale di Montecrastu, guidato dall’arrogante allenatore Brai (Alessio Di Clemente). Quando il giovane Matzutzi (Jacopo Cullin), calciatore fuoriclasse emigrato in Argentina, torna in Sardegna e indossa la maglia di Pabarile, la squadra comincia a vincere una partita dopo l’altra rivoluzionando gli equilibri del campionato. Le vicende delle due squadre si alternano con l’ascesa professionale di Cruciani (Stefano Accorsi), ambizioso arbitro ai massimi livelli internazionali, detto il principe, e alla faida ispirata ai codici della pastorizia di due cugini calciatori del Montecrastu. Mentre Matzutzi fa breccia nel cuore di Miranda (Geppi Cucciari), figlia dell’allenatore cieco Prospero (Benito Urgu), Cruciani è coinvolto in una vicenda di corruzione, che lo fa precipitare da arbitro in rampa di lancio agli inferi della terza categoria. Ironico e inventivo esordio alla regia.

Paolo Zucca (Sardegna, classe 1972)
Dopo la laurea in Lettere Moderne viene selezionato dalla Scuola per Sceneggiatori Cinematografici e Televisivi della Rai. Si diploma in Regia presso la N.U.C.T. a Cinecittà e la sua tesi di fine corso, Banana Rossa, partecipa come finalista al Young Director Award di Cannes e al Globo d’oro della Stampa Estera in Italia. Dirige numerosi cortometraggi, documentari e spot pubblicitari, ricevendo premi e riconoscimenti internazionali. Nel 2009 il cortometraggio L’arbitro (di cui il film è uno sviluppo) vince il David di Donatello e il Premio Speciale della Giuria a Clermont-Ferrand. Nel 2013 dà ufficialmente il via alla 70. edizione della Mostra di Venezia nella sezione Giornata degli autori. Formidabile nel raccontare i sentimenti che girano intorno al calcio, parlando assai poco di calcio. Parla del potere esercitato e di quello subito, potente e memorabile quando gioca con la musica swing e movenze arbitrali grottesche. Vive d’immagini e non di parole. Trabocca di invenzioni che parlano molto più della trama. (da Wikipedia, MyMovies, Venice-Days)


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Tacchi a spillo

Copertina 29.04.15 ore 16.00

TACCHI A SPILLO 1991, SP, 113 min

Di: Pedro Almodóvar Con: Victoria Abril (Rebeca Giner) Marisa Parades (Becky del Páramo) Miguel Bosé (Giudice Domínguez/Hugo/Letal) Féodor Atkine (Manuel) Bibi Andersen (Susana) Javier Bardem (Regista televisivo)

Titolo originale: TACONES LEJANOS Scheda film
Rebecca (Victoria Abril), annunciatrice di un telegiornale nella catena televisiva di suo marito Manuel (Féodor Atkine) e figlia della celebre diva della canzone Becky (Marisa Parades), la rivede dopo 15 anni trascorsi in Messico per dedicarsi alla sua carriera di cantante. Coinvolte in un labirinto di passioni che porta al misterioso omicidio di Manuel, ex grande amore di Becky, madre e figlia entrano in un universo di scottanti segreti e doppie identità. Un giudice (Miguel Bosé) dalla doppia vita indaga “in incognito” nei locali notturni di Madrid, senza credere alla confessione che Rebecca fa in diretta televisiva. In questo raffinato giallo dai risvolti sensuali e falso melodramma dai personaggi eccentrici Almodóvar combina sapientemente la leggerezza ironica del tocco e la gravità dolorosa dei tempi. Musiche del giapponese Ryuichi Sakamoto. Nella colonna sonora, tra le altre, indimenticabili canzoni di Gil Evans interpretate da Miles Davis, e di Agustín Lara, meravigliosamente interpretate da Luz Casal.

Pedro Almodóvar Caballero (Calzada de Calatrava, 25 settembre 1949) Bilancia
Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, uno dei più acclamati registi spagnoli, rinomato a livello internazionale. A 8 anni si trasferisce con la famiglia dalla Castiglia in Estremadura, dove frequenta il liceo presso un collegio salesiano. A 16 anni si trasferisce a Madrid. Lavora per 12 anni in Telefónica, contemporaneamente si interessa di cinema e teatro d’avanguardia, pubblica fumetti e racconti in riviste undeground. Nei primi anni ’80 gira i suoi primi lungometraggi. Con Donne sull'orlo di una crisi di nervi (1988) ottiene una lista interminabile di premi e riconoscimenti in tutto il mondo. Con Tutto su mia madre (2000) vince l’Oscar per il miglior film straniero. La pellicola entra di diritto nella storia del cinema e Pedro diventa un mito. Vince un altro Oscar con Parla con lei (2003) per la miglior sceneggiatura originale. Il successo di pubblico continua con La mala educación (2004) Volver - Tornare (2006) Gli abbracci spezzati (2009) La pelle che abito (2011) in concorso a Cannes, Gli amanti passeggeri (2013) (da Wikipedia, MyMovies, IMDb)


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A Lady in Paris

Copertina 18.03.15 ore 16.00

A LADY IN PARIS 2012, FR-BELG-ESTONIA, 94 min

Di: Ilmar Raag Con: Jeanne Moreau (Frida) Laine Mägi (Anne) Patrick Pineau (Stéphane) Fred Epaud (Frédéric Epaud) Liis Lass (Figlia di Anna)

Titolo originale: UNE ESTONIENNE À PARIS Scheda film
Anne (Laine Mägi) accetta di lasciare l’Estonia e trasferirsi a Parigi, dove le viene proposto di prendersi cura di un’anziana signora di origini estoni. L’incontro con Frida (Jeanne Moreau), un’ottantenne ancora vitale e dal carattere difficile, non è dei migliori. Anche se Anne si impegna molto, Madame non mostra di apprezzare gli sforzi e, nonostante alcuni momenti di confidenza, continua a lamentarsi. A convincerla a restare è Stéphane, gestore di una brasserie e amante di Frida anni prima. La convivenza e la reciproca curiosità invitano al dialogo e alla comprensione. Tra un tè caldo e un croissant in pasticceria, Anne e Frida troveranno un sentimento di sincera amicizia e l’occasione di ricominciare. Tutto il film è giocato sul confronto tra due solitudini: quella della vecchia signora padrona di sé, intelligente, saggia, come sempre autoritaria e capricciosa - e la donna di mezza età provinciale, solerte, devota, noiosa. Ognuna scopre di avere bisogno dell’altra.

Ilmar Raag (Kuressaare - Estonia, 21 maggio 1968) Gemelli
Sceneggiatore e regista estone, conosciuto per il suo film The Class (2007) e come editorialista. Dopo la laurea all’Università di Tartu consegue la specializzazione in sceneggiatura in Ohio. Svolge il tirocinio presso studi di post-produzione ed entra nel mondo della televisione: prima responsabile delle acquisizioni poi come Amministratore delegato della Estonian Television dal 2002 al 2005. Nel 2004 scrive due sceneggiature. Ne dirige una per la televisione. L’altra riceve il terzo premio alla Hartley Merill International Screenwriting Competition e il supporto del programma Media Nuovi Talenti. Lascia la carriera televisiva per dedicarsi completamente al suo primo lungometraggio The Class (2007). Gira il suo secondo film Une Estonienne à Paris con Jeanne Moreau e Laine Mägi. Di squisita eleganza tradizionale, approfondisce molti temi: perdita, vecchiaia, amore, morte, solitudine, necessità di sentirsi vivere, questione dell'eredità morale, i segni che una persona lascia dietro di sé. (da Wikipedia, MyMovies, IMDb)

 

 


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Hitchcock

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25.02.15 ore 16.00

HITCHCOCK 2012, USA, 98 min

Di: Sacha Gervasi Con: Anthony Hopkins (Alfred Hitchcock) Helen Mirren (Alma Reville) Scarlett Johansson (Janet Leigh) Toni Collette (Peggy Robertson)

Titolo originale: HITCHCOCK Scheda film
È risaputo che a Hitchcock piacevano le bionde e tali sono le sue interpreti, ma il film dell'esordiente Gervasi si concentra sui rapporti tra Hitch e la moglie Alma Reville che bionda non era e che per 30 anni, fino all'ultimo, fu la sua più intelligente collaboratrice, non senza screzi e liti. Raccolti gli onori di Intrigo Internazionale, Hitchcock si trova in un momento privo di ispirazione. Si appassiona al romanzo «Psycho» di Robert Bloch, ignorato per gli scabrosi temi trattati e incontra notevoli resistenze da parte dei produttori. Supportato da Alma, autofinanzia il progetto ipotecando la propria casa e proponendo alla Paramount di non spendere nulla per il girato in cambio della distribuzione della pellicola e 40% degli incassi. Sentendosi oppresso dalla critica mai riconoscente nei suoi confronti, afflitto dall’obesità e dai malesseri, riesce a terminarlo. Distribuito in sole due sale ma carico di aspettative per il battage pubblicitario che seppe crearvi intorno, si rivelerà il suo maggiore successo commerciale.

Sacha Gervasi Alexander Sacha Simon Gervasi (Londra, 1966)
Giornalista, regista, sceneggiatore e produttore. Studia Storia moderna al King’s College e lavora per il “poeta laureato” di Inghilterra, Ted Hughes, alla Arvon Writing Foundation, che promuove la scrittura creativa. Durante il corso di laurea in Sceneggiatura alla UCLA si aggiudica due volte i BAFTA (British Academy Award) riservati agli studenti e si mantiene lavorando come giornalista. Introdotto nel mondo degli Studios, firma la sceneggiatura di The Terminal (2004) diretto da Steven Spielberg e interpreato da Tom Hanks. Nel 2005 inizia le riprese del rockumentary su una band canadese che aveva seguito in tour come tecnico del suono Anvil! The Story of Anvil (2008), presentato al Sundance Festival e diventato un piccolo cult. Scrive la sceneggiatura di Henry's Crime (2010), commedia diretta da Malcolm Venville. Dirige Anthony Hopkins, Helen Mirren, Scarlett Johansson, James D’Arcy e Jessica Biel in Hitchcock (2012), sulla realizzazione del capolavoro firmato nel 1960 dal maestro della suspence. (da Wikipedia)

 


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Molière in bicicletta

Copertina

28.01.15 ore 16.00

MOLIÈRE IN BICICLETTA 2013, FR, 104 min

Di: Philippe Le Guay Con: Fabrice Luchini (Serge Tanneur) Lambert Wilson (Gauthier Valence) Maya Sansa (Francesca) Camille Japy (Christine)

Titolo originale: ALCESTE À BICYCLETTE Scheda film
Serge (Fabrice Luchini) ha abbandonato la carriera di attore per ritirarsi in una casetta sull’Île de Ré, dove vive come un eremita. A interrompere il suo isolamento arriva Gauthier (Lambert Wilson), amico e collega sulla cresta dell’onda che è intenzionato a mettere in scena la commedia in cinque atti Il misantropo di Molière e gli propone di recitare insieme a teatro. Serge è scettico, ma chiede a Gauthier di restare qualche giorno per provare entrambi la parte del protagonista, Alceste. Durante le prove i due si alternano sorteggiando con una moneta le parti di Alceste e Filinte. L’amicizia ritrovata, la poesia di Molière e l’incontro inaspettato con una giovane italiana, Francesca (Maya Sansa), che sta divorziando e vendendo casa, rinvigorisce lo spirito di Serge che decide di accettare la proposta, ma i rapporti tra i tre si rivelano meno facili del previsto. Una commedia che intreccia arte e vita in un travolgente gioco di specchi, rendendo omaggio al mondo del teatro e al fascino dei suoi protagonisti.

Philippe Le Guay (Parigi, 22 ottobre 1956) Bilancia
Regista, sceneggiatore e attore francese, figlio dell’agente di commercio e barone Le Guay. Dopo gli studi cinematografici all’Institut des Hautes Études Cinématographiques e dopo essere stato docente di cinema a La Fémis realizza cortometraggi come Il ne faut jurer de rien, Le clou, Grosse, 15 août, che gli permetteranno di lavorare con Maurice Pialat e Jean-Luois Trintignant. Dirige il suo primo lungometraggio Les Deux Fragonard (1989) con Sami Frey e Joaquim de Almeida. La sua carriera si divide fra film tv e pellicole, spesso con il bravissimo Fabrice Luchini come protagonista come nel caso del campione di incassi Il costo della vita (2003), vispa commedia corale ambientata a Lione e del grande successo Le donne del 6° piano (2011) elegante commedia romantica ambientata a Parigi, denotando una forte tendenza a coniugare l’intelligenza con la leggerezza e il divertimento, la comicità con la malinconia. Tornerà due anni dopo con un film sul mondo del teatro: Molière in bicicletta (2013) (da MyMovies, Il Morandini)

 


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