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Arte sul territorio
Cubo di Alberto Garutti

Il progetto di Alberto Garutti, per il quartiere Don Bosco a Bolzano.

Arte sul territorio L’intero progetto rientra nel programma, elaborato dalla Ripartizione Cultura italiana, Ufficio cultura della Provincia Autonoma di Bolzano. Arte in un contesto urbano, arte che incontra il territorio, inteso come spazio ambientale e sociale e arte al di fuori del consueto spazio museale.

Il primo intervento progettato per il quartiere Don Bosco a Bolzano, è quello a cura dell’artista Alberto Garutti, impegnato nella ricerca di stabilire un dialogo con il pubblico attraverso l’arte. Il progetto si svilupperà su più anni, nell’intento di favorire la partecipazione e l’incontro dell’arte contemporanea con il territorio. Garutti valorizza il pubblico e la zona con un’installazione che permette di essere vista ed apprezzata nella sua semplicità ed integrazione all’ambiente, poiché un’edicola presenta a rotazione opere dalla collezione del Museo d’arte moderna e contemporanea di Bolzano. Come un gioco da scoprire e da provare ad ogni età, l’opera si schiude alla curiosità quotidiana del passante, senza limiti di fruizione, senza il timore e l’impegno di passare alla biglietteria di un museo per varcare una soglia sconosciuta, ma con la semplicità di vedere, rivedere, anche durante una breve sosta o andando al lavoro, per scoprire di volta in volta nuove opere, che modificano nel tempo il concetto stesso dello spazio vissuto nel quartiere dove si inseriscono.

Il progetto Arte sul territorio affidato a due esperte, prof.ssa Marisa Vescovo e dott.ssa Marialetizia Ragaglia, focalizza l’attenzione alle realtà della periferia urbana e provinciale e conferma la collaborazione fra l’Assessorato e gli enti locali coinvolti.

 

Jim Lambie

Nato a Glasgow nel 1964, dove vive e lavora.
Geboren in Glasgow 1964, wo er lebt und arbeitet.

Leatherette, 2003
Cuoio, dimensioni variabili / Leder, variable Maße
Museion – Collezione / Sammlung Righi

16.10.2008 – 11.01.2009

Jim Lambie ha studiato alla Glasgow School of Art e ha già esposto in numerose mostre personali in diversi musei del mondo, tra cui il Boston Museum of Fine Arts, The Modern Institut di Glasgow e l’Australian Center for Contemporary Art. Nel 2003 ha rappresentato la Scozia alla Biennale di Venezia.

Foto Leatherette, 2003

Il suo lavoro contiene spesso molti riferimenti alla musica, in quanto prima di iniziare gli studi artistici Lambie ha lavorato nell’industria musicale. Dischi di vinile, copertine, giradischi, poster della cultura pop, giacche di pelle di seconda mano e cinture colorate sono alcuni degli oggetti, che Lambie usa abitualmente come materiale di origine per le sue opere plastiche. Gli oggetti originali ricevono nuova energia e una nuova “vita” attraverso l’aggiunta o il rivestimento completo di elementi decorativi, che rasentano frequentemente anche il kitsch: pavimenti vengono rivestiti di nastro adesivo colorato a motivi optical, giradischi con paillettes iridescenti, copertine di dischi con lana o chiazze di pittura.
Anche il lavoro qui esposto, “Leatherette” combina ironia e una buona dose di inclinazione punk. La scultura, che assomiglia ad una creatura marina, è fatta di dieci maniche di giacche di pelle foderate che si dipanano da una palla da bowling a sua volta ricoperta di pelle. Ciò che in teoria dovrebbe essere un piccolo mostro, agli occhi dello spettatore diventa invece un qualcosa di stranamente bello e anche divertente.

Jim Lambie studierte an der Glasgow School of Art und war bereits mit mehreren Einzelausstellungen in verschiedenen internationalen Museen vertreten, darunter das Boston Museum of Fine Arts, The Modern Institut of Glasgow und das Australian Center for Contemporary Art. 2003 vertrat er auf der Biennale von Venedig den schottischen Pavillon.
Die Arbeiten von Lambie, der vor seiner künstlerischen Ausbildung im Musikgeschäft tätig war, beinhalten häufig Bezüge zur Musik. Vinylplatten, Cover, Plattenspieler, Poster der Popkultur, Secondhand-Lederjacken und farbige Gürtel sind nur einige der Objekte, die Lambie üblicherweise als Grundmaterial für seine Skulpturen und Plastiken nutzt. Dabei verleiht er den originalen Objekten Kraft und neues „Leben“, indem er sie teilweise oder komplett mit dekorativen Elementen versieht, die oft an den Rand des Kitsches reichen: Fußböden werden mit buntem oder mit optischen Motiven versehenem Klebeband ausgekleidet, Plattenspieler mit glitzernden Pailletten, Schallplatten-Hüllen mit Wolle oder Farbspritzer.
Auch die hier gezeigte Arbeit, „Leatherette“, kombiniert Ironie mit einer guten Portion an Neigung zum Punk. Die Skulptur, die an ein Meereswesen erinnert, ist aus zehn gefütterten, ledernen Jackenärmeln gefertigt, die um eine ebenfalls mit Leder ausgekleidete Bowlingkugel angeordnet sind. Das, was theoretisch ein kleines Monster darstellen soll, wird anstelle dessen in den Augen des Betrachters zu etwas fremdartig Schönem und Lustigem.

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