Klaus Dibiasi Ylenia Scapin
Giorgio Cagnotto Antonella Belluti
Edith Gufler
Alberto Winkler
Norberto Oberburger
Risultati


3 ori e 2 argenti in 4 olimpiadi

Klaus Dibiasi, il più grande tuffatore al mondo di tutti i tempi è rimasto nel cuore degli sportivi. Quando si parla di tuffi, anche indirettamente si chiama in causa Dibiasi. Klaus Dibiasi è nato a Solbad Hall, in Austria, il 6 ottobre 1947. A Bolzano lo ricordano per i suoi trionfi, per i meeting vinti alla grande al Lido di viale Trieste e per quelle splendide sfilate con auto cabrio al ritorno in città dopo qualche grande trionfo. Al suo fianco c'era Carlo-Karl, il compianto padre allenatore, già tuffatore, tra i pionieri della disciplina. Carlo stravedeva per Heinz, che considerava una vera e propria promessa dalla straordinaria classe e dal grande talento.

Heinz però ebbe un incidente sugli sci e fu costretto ad abbandonare la carriera tuffistica. Continuò Klaus, ovviamente agli ordini di papà Carlo. Vuoi per la voglia di riscatto, vuoi per la grande passione, vuoi soprattutto per l'innato talento, riuscì ad emergere. Nel 1962, allo stadio del nuoto di Roma, Carlo Dibiasi, 53 anni e suo figlio Klaus, 15 anni, si erano trovati a competere uno contro l'altro sullo stesso trampolino. In un secondo e mezzo, un secondo e otto che intercorre tra lo stacco dalla piattaforma e l'ingresso in acqua ha dipinto in cielo figure straordinarie, nell'ambito di movimenti obbligati, facendo spellare le mani alla gente. Klaus è lo sportivo bolzanino per antonomasia, il campione più grande in assoluto. E' stato ed è un mito. In allenamento si tuffava anche cento volte al giorno e per cento volte si sottoponeva all'insindacabile giudizio di papà Carlo, che lo correggeva, lo istruiva, fino a fargli trovare la perfezione.
1964 TOKIO (Giappone) - 1 ARGENTO (PIATTAFORMA)
Klaus Dibiasi ha debuttato ai Giochi Olimpici di Tokyo, nel 1964, nella stupenda piscina di Yoyogi, una delle più belle al mondo. Non era ancora abituato ad esibirsi al chiuso è un po' gli mancava il trampolino del Lido fi viale Trieste e il cielo della "sua" Bolzano. Aveva appena sedici anni, un ragazzo con poca esperienza messo a confronto con avversari molto forti. Papà Carlo lo tranquillizzò e lo rassicurò a tal punto da farlo sentire sempre sereno. La notte prima delle gare riusciva a dormire, tanto che una notte ci fu il terremoto e non si accorse di nulla. Papà Carlo, invece, non dormiva ma vegliava il sonno del figlio. Da quei giochi Klaus tornò a casa con l'argento dalla piattaforma. Nel '66 conquistò il titolo europeo dalla piattaforma.

1968 CITTA' DI MESSICO (Messico)
1 ORO (PIATTAFORMA) - 1 ARGENTO (TRAMPOLINO)

Uno dei tre ori complessivi della spedizione italiana in Messico è di Klaus. Dibiasi si impone dalla piattaforma. Le altre medaglie del metallo, più pregiato le ottengono Vinelli nell'individuale su strada di ciclismo e il due con di canottaggio. Riesce anche a cogliere il posto d'onore dal trampolino. Un exploit. Nel 1970 conquista l'argento europeo sia dalla piattaforma che dal trampolino.

1972 MONACO (Germania) - 1 ORO (PIATTAFORMA)
I Giochi di Monaco sono macchiati dal tragico sequestro di atleti israeliani da parte di un commando palestinese di otto uomini, penetrato nel villaggio olimpico. Due israeliani vengono uccisi durante l'irruzione e altri presi in ostaggio prima del finale in carneficina: 18 morti, di cui altri 9 atleti israeliani dopo il trasferimento in aeroporto durante la notte, 5 fedayn, un poliziotto e un pilota morto il giorno dopo il ferimento.
Una tragedia nella guerra fra Israele e l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina, le cui frange estremiste, i fedayn di "Settembre nero" ingauinano i Giochi. E' il più cruento e sanguinoso attacco subito dalle Olimpiadi. Dibiasi tiene alto il blasone azzurro conquistando l'oro dalla piattaforma.Dal trampolino si fregia dell'argento Giorgio Cagnotto, torinese, ma bolzanino d'adozione visto che si allena con Klaus. Cagnotto conquista anche il bronzo dalla piattaforma.

Nel 1973, Dibiasi conquista l'oro dalla piattaforma e l'argento dal trampolino ai campionati del Mondo. Nel 1974 vince l'oro europeo sia dalla piattaforma che dal trampolino.
1976 MONTREAL (Canada) - 1 ORO (PIATTAFORMA)
Terzo oro in altrettante edizioni consecutive per Klaus Dibiasi (argento nel '64). Dalla piattaforma nonha rivali: il più grande è ancora lui il grande, gradissimo "Angelo biondo" di Bolzano.

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2 ori olimpici nel ciclismo dopo la gloria nell'atletica

Antonella Bellutti è nata a Bolzano il 7 novembre 1968, diplomata Isef. Alta m. 1.80 vanta un peso forma di kg 72. Ha iniziato a gareggiare su pista con i colori dell'Ultragas per poi passare alla Società Ciclistica Adriana Bolzano, con cui è arrivata all'oro olimpico '96, quindi è passata alla Vittorio Veneto Sprint e poi alla Bata Moser. E' diplomata Isef. La sua specialità ciclistica principale è stata l'inseguimento individuale sui tremila metri. E' arrivata al record mondiale infranto a Cali, in Colombia, alla vigilia della Pasqua 1996 (3'31"920). Primato battuto poi da Marion Clignet - la francese battuta da Antonella (con record olimpico) ai Giochi di Atlanta '96 -, a Manchester (Gran Bretagna) il 31 agosto '96: 3'30"974. Più volte leader di Coppa del Mondo e vincitrice della stessa (prima nell'inseguimento nel '95 e terza nella generale, prima nella classifica generale nel 1996 e nel 1997 con sei vittorie parziali), campionessa europea omnium a Berlino nel 1997 (prima nell'inseguimento, seconda nell'eliminazione, terza nel giro lanciato e nella corsa a punti e quarta nello scratch), argento mondiale (Bogotà, Colombia 1995) dietro all'americana Rebecca Twigg, dopo il quarto posto in Italia (Palermo, 1994).

Ha vinto i primi due titoli italiani dell'inseguimento a Lanciano nel 1994 e a Varese nel 1995, poi una ricca collezione. Terza ai mondiali di Manchester nel '96 dietro alla vincitrice Marion Clignet e alla seconda, l'australiana Tyler-Sharman. Quindi, una raffica di titoli italiani nell'inseguimento, dopo il secondo posto a Bassano del Grappa nel 1992, al debutto, con la maglia dell'Ultragas, dietro a Gabriella Pregnolato. Antonella ha vinto il tricolore nell'inseguimento dal 1994 al 2000 ininterrottamente. Nei 500 metri da ferma si è laureata campionessa italiana nel '95 e si è ripetuta senza soste fino al 2000. Nel '97 e nel '99 ha vinto anche il tricolore nella velocità. Nel '97 si è laureata campionessa nazionale anche nell'individuale a punti. Vanta un secondo posto agli italiani a cronometro individuale su strada a Ora (Bolzano) nel 1994 e alcuni successi in prove in linea su strada. Il 1996 è l'anno delle Olimpiadi ad Atlanta: un inverno di lavoro duro, ritiri con la nazionale, tabelle di allenamento e tanti esperimenti alla ricerca della posizione ottimale sulle nuova bici col manubrio piegato. In aprile in Colombia a Cali, il nuovo record del mondo sui tre chilometri: 3'31"924.

Ad Atlanta arriva l'oro: dopo aver battuto l'inglese Mc Gregor e l'australiana Watt va in finale con la Clignet: è la medaglia d'oro. Una medaglia che ho dedicato a chi crede ancora nello sport pulito. Nel '98 ha conquistato il successo nella "Sei Giorni di Milano", vincendo due prove di Coppa del Mondo e otto vittorie su strada. Nel '998 oltre a tre maglie tricolori anche l'argento agli europei omnium di Dalmine, e tre secondi posti in prove di Coppa del Mondo, due vittorie su strada, il nono posto ai mondiali su pista nell'inseguimento.
Nel 2000, la vittoria in Coppa del Mondo a Città del Messico e diversi buoni piazzamenti nelle varie prove dello stesso circuito internazionale, disputato per preparare i Giochi, quindi due maglie tricolori a Dalmine (Bergamo) nell'inseguimento individuale e nei 500 con partenza da ferma.

Da ragazzina ha praticato con successo l'atletica leggera. A dieci anni correva i 60 ostacoli in 10" netti. Vale la pena ricordare i suoi trascorsi su piste. Poi tanti risultati di prestigio su piste e pedane.
Passerà alla storia dello sport italiano il 21 settembre 2000, non solo per le tante medaglie azzurre (tre d'oro e tre di bronzo in appena 140 minuti), ma, soprattutto per la straordinaria impresa di Antonella Bellutti, prima donna nella storia dello sport italiano capace di vincere due ori individuali in due Olimpiadi estive e, perlopiù in due specialità diverse della medesima disciplina.

Antonella conquista l'oro nella corsa a punti e scopre di aver compiuto una vera e propria impresa in una Olimpiade con forte tonalità di rosa in mezzo all'italico azzurro solo mentre giocherella con la sua medaglia in conferenza stampa. Nell'individuale a punti, in quella che doveva essere la sua ultima corsa e la sua seconda e ultima possibilità sulla pista di Sydney centra un'impresa vera e propria. Dopo il rimpianto per aver fallito nella prova dell'inseguimento che ad Atlanta le aveva dato l'oro (fuori dalle semifinali per un battere d'occhio), con il rimpianto di aver sbagliato a dosare le forze, nella corsa a punti ritrova forti motivazioni e grande carattere.

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Oro nel naottaggio a Melbourne 1956

Alla sedicesima edizione dell'Olimpiade, in Australia, a Melbourne, dal 22 novembre all'8 dicembre 1956 partecipa con successo anche l'altoatesino Alberto Winkler, uno dei componenti del quattro con di canottaggio. Si tratta della squadra della Moto Guzzi, formata da dipendenti dell'azienda motociclistica di Mandello Lario: Franco Trincavelli, Angelo Vanzin, Romano Sgheiz e da Alberto Winkler con timoniere Ivo Stefanoni. Vincono davanti a Svezia e Finlandia e al rientro in patria vengono premiati con uno Zigolo, popolare motocicletta dell'epoca e ottengono un lieve avanzamento nelle mansioni in fabbrica. Caratteristica dell'armo italiano è la rivoluzionaria disposizione dei remi: il primo e il quarto da un lato, gli altri due dall'altro. Un'idea dell'ingegner Carcano della Moto Guzzi per evitare di procedere a zig-zag. Un'innovazione in seguito adottata in tutto il mondo. Alberto Winkler, venostano trapiantato in Lombardia per lavorare alla "Guzzi" è il primo regionale della storia a salire su un podio olimpico.




Oro nei pesi a Los Angeles 1984

Quattro Olimpiadi: Mosca (decimo) Los Angeles (oro), Seul (Sesto) e Barcellona (decimo) per Norberto Oberburger, nato a Merano l'1 dicembre 1960, residente a Lagundo, alto m. 1.82 per 109 chili, in forza all'epoca delle due edizioni dei Giochi alla società Olimpic Club Merano, in gara nella categoria fino a 110 chilogrammi. All'epoca atleta a tempo pieno. Norberto ha abbracciato tante culture, tanti modi di essere e di fare, grazie a papà Giuseppe, birraio, con sangue un po' francese, un po' ligure, un po' piemontese ed un nonno pusterese e a mamma Iris, casalinga, di origini mantovane. Un curriculum sportivo ricco di successi coronato con il titolo olimpico di Los Angeles ma anche tante medaglie ai campionati mondiali ed europei. A Los Angeles ha conquistato l'oro in assenza degli atleti dell'Est, rimasti a casa per il boicottaggio dei Paesi socialisti (esclusa la Romania). A Seul e Barcellona invece il colosso di Lagundo ha dovuto vedersela nuovamente con gli specialisti dell'Est, in particolare sovietici e bulgari, che sono da sempre i suoi avversari più pericolosi. Oberburger è l'atleta che ha dato all'Italia una medaglia d'oro che mancava da 60 anni sollevando 390 chili complessivi. Una medaglia arrivata pochi giorni dopo la nascita della primogenita Sabine. La carriera l'ha iniziata quasi per gioco: il quindicenne Norberto si presentò alla palestra dell'Athletic Club accompagnato da un amico, quasi per togliersi una curiosità. E li incontrò Giancarlo Concin tra i promotori del sollevamento pesi in regione. Nel 1979 a Parma ad appena 19 anni conquistò il primo titolo tricolore con un totale di 285 chilogrammi nelle due alzate ( 135+150).
A Mosca alla sua prima Olimpiade Oberburger gareggiò nella categoria fino a 90 chili, finì decimo con un totale di 315 chili (147,5+167,5), a Los Angeles come a Seul l'impegno è invece stato nella categoria fino a 110. Passo dopo passo, chilo dopo chilo, il primato personale del campione olimpico di Los Angeles '84 salì a 427,500, in due alzate alla vigilia di Seul. Finì sesto in ai Giochi '88 e decimo a quelli del '92 a Barcellona.

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2 bronzi consecutivi: Atlanta e Sydney
Atlanta 1996: medaglia di bronzo

Da mascotte, da "cucciolo" a numero uno del judo rosa italiano. Ylenia Scapin, nata a Bolzano, l'8 gennaio 1975, m. 1.68 per 72 kg, portacolori del Ken Otani Bolzano, club presieduto dal professor Franco Pisetta e diretto dal maestro Emanuele Salonia, campionessa italiana assoluta nel '92, '94 e '95, terza ai mondiali juniores '92, quinta agli europei juniores '92, seconda agli europei juniores '93, quinta agli europei seniores '94 e terza alle Universiadi '95 è salita sul terzo gradino alle Olimpiadi nella sua categoria: 72 kg. La ragazza bolzanina, da tempo è in forza al Centro nazionale della Filpjk di Ostia ha conquistato un grande risultato, fino a quel momento il più grande della sua carriera.

Domenica 21 luglio 1996 ha inchiodato al tappeto la francese Estha Essombe, si è messa le mani nei capelli, è scoppiata a piangere per un bronzo che vale oro, senza retorica. Facciamo un passio indietro. Battuta la favorita cinese Chun Hui Leng nel primo match, Ylenia, è stata poi superata inaspettatamente dalla meno quotata ucraina Beliaeva, imboccando così la lunga e tortuosa strada dei ripescaggi. Tre successi di fila le hanno permesso di arrivare alla finale per il bronzo con la transalpina Essombe, letteralmente distrutta.

Con una mossa rapida ha atterrato l'avversaria chiudendo il match per ippon, il secondo della giornata. Dopo la sconfitta con l'ucraina Beliaeva, la strada sembrava tutta in salita, ma Ylenia ha dato tutto. Sfumati ormai oro e argento, si è concentrata per arrivare almeno al terzo posto. Al bronzo è arrivata disputando la più lunga serie di incontri della giornata, restando complessivamente in pedana per 15'36". Ylenia Scapin è medaglia di bronzo anche alle Olimpiadi di Sydney. Bissa il risultato di Atlanta nel judo, questa volta nei 70 kg.. Disegna un quadro sportivo straordinario e chissà che non lo traduca presto in un'opera, lei che ama la pittura.

Alla bolzanina resta l'amaro in bocca per una cervellotica decisione arbitrale che le ha impedito di andare avanti e competere per una delle altre due medaglie, sicuramente alla sua portata.
All'alba italiana del 20 settembre, Ylenia Scapin è scesa sul tatami per disputare il primo incontro che la opponeva alla venezuelana Xiomara Griffith. La bolzanina si è imposta nettamente con un ippon. Secondo match sfortunato. Ylenia è stata sorpresa da una fulminea azione della coreana Min Sun Cho ed è stata battuta per yuko, non senza rammarico per via di una discutibile decisione arbitrale che non ha punito con una sanzione l'avversaria della bolzanina. Come ad Atlanta, Ylenia è riuscita a finire nel tabellone di recupero per competere al massimo per il bronzo.
Nella prima sfida la bolzanina ha avuto ragione dell'atleta battuta dalla Cho, la russa Yulia Kouzina, sconfitta nettamente (tre yuko). E' stata quindi la volta della tedesca Yvonne Wansart, battuta con decisione e rabbia.

Poi l'incontro decisivo per la medaglia di bronzo contro la spagnola Ursula Martin. Grintosissima, quasi rabbiosa, Ylenia ha controllato la sfida per poi sferrare il colpo decisivo, imponendosi per ippon, guadagnandosi gli scroscinati applausi del numeroso pubblico.La medaglia d'oro è andata alla cubana Sibelis Veranes, l'argento alla brittanica Kate Howey e i due bronzi (nel judo se ne assegnano due: i semifinalisti si trascinano ciascuno i propri avversari che hanno battuto, i quali danno vita ad un girone di ripescaggio separato. I vincitori del girone A e B affrontano per il bronzo, i perdenti delle due semifinali, con schema incrociato. Chi è recuperato dal girone A sffronta il perdente del B e viceversa) a Ylenia Scapin e alla sudcorana Min Sun Cho.

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Argento nella varabina a Los Angeles 1985

Ad Edith Gufler, giovane benzinaia meranese, sconosciuta fino a Los Angeles, ai Giochi dell'84, l'oro olimpico sfugge di pochissimo nel tiro a segno femminile, specialità carabina ad aria compressa: 391 punti contro i 393 dell'americana Spurgin e con due di vantaggio sul bronzo della cinese Wu Xiaoxuan. L'argento è comunque un risultato eccezionale, che la premia di tanti sacrifici e della sua grande passione per le armi. La medaglia mancante è un oro di gruppo che si perde nella notte dei tempi e a conquistarlo fu Alberto Winkler. Edith Gufler nasce a Merano il 6 agosto 1962, alta m 1.78, pesa 65 kg. Gareggia per la società di Merano ed è allenata da Luigi Testarmata. Prima di Los Angeles disputa i mondiali '82 e '83 e gli Europei negli stessi anni. Due volte primatista italiana nella carabina da 10 metri, prima dei Giochi conquista un titolo italiano.



5 olimpiadi e 4 medaglie per il Bolzanino adottato

Bolzano ha adottato un grande dei tuffi, Giorgio Cagnotto, protagonista in parallelo nell'epoca gloriosa del movimento nazionale: vent'anni, dal 1960 al 1980. Lui è Dibiasi spopolavano ovunque, lui e Dibiasi si allenavano insieme nel capoluogo altoatesino. Tra i due una forte e sincera amicizia, una sana, apprezzabile rivalità sportiva, grande rispetto e considerazione l'uno dell'altro. Giorgio Cagnotto nasce a Torino il 2 giugno 1947.

E' cittadino bolzanino. Ha sposato Carmen Casteiner a sua volta tuffatrice di valore ed è papà di Tania, ai Giochi di Sydney a 15 anni. Giorgio, in realtà, all'anagrafe figura Franco. Questo è il nome scritto sugli atti di nascita. Tutti però lo hanno chiamato sempre Giorgio durante la lunga e gloriosa carriera sui trampolini di tutto il mondo. Giorgio esordisce in nazionale nel 1963: al meeting internazionale di Vienna conclude in decima posizione; Nel 1964 partecipa alle Olimpiadi di Tokio a 17 anni e quattro anni dopo è presente a quelle di Città del Messico. Nel 1970 vince gli europei a Barcellona, nel 1972 conquista un argento dal trampolino e un bronzo dalla piattaforma ai Giochi di Monaco di Baviera. Nel 1976 disputa la quarta Olimpiade, in Canada, a Montreal: termina al secondo posto dal trampolino di tre metri. Non si arrende. Nel 1980, a sorpresa è terzo dell'edizione di Mosca dei Giochi. Torna dalla Russia, si ritira dall'attività agonistica e si sposa. Cinque partecipazioni Giochi Olimpici e quattro medaglie. Tante soddisfazioni e forse un piccolo rammarico: l'oro sfuggitogli per pochissimi punti nell'avvincente e combattutissima finale di Monaco di Baviera nel '72, nell'Olimpiade insanguinata.

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L'importante è partecipare
Tutti i Altoatesini alle olimpiadi estive

...medagliati e piazzati...

1936 BERLINO (Germania)
Karl DIBIASI tuffi 10°

1956 MELBOURNE (Australia)
Albert WINKLER cannottaggio 4 con 1°
(con il team Moto Guzzi: R. Sgheiz, A. Vanzin, F. Trincavelli, tim. I. Stefanoni)

1960 ROMA (Italia)
Karl PUTZ Pentathlon moderno 9° a squadre

1964 TOKIO (Giappone)
Klaus DIBIASI tuffi piattaforma 2°

1968 CITTA' DEL MESSICO (Messico)
Klaus DIBIASI tuffi piattaforma 1°
Klaus DIBIASI tuffi trampolino 2°
Giuseppe DE CHIRICO carabina piccolo calibro 43°

1972 MONACO DI BAVIERA (Germania)
Giuseppe DE CHIRICO carabina piccolo calibro 4°
Klaus DIBIASI tuffi piattaforna 1°
Klaus DIBIASI tuffi trampolino 4°

1976 MONTREAL (Canada)
Carla WIESER ginnastica 77°
Klaus DIBIASI tuffi piattaforma 1°
Klaus DIBIASI tuffi trampolino 8°
Carmen CASTEINER tuffi piattaforma 19°
Giuseppe DE CHIRICO carabina piccolo calibro 60°

1980 MOSCA (Unione Sovietica)
Erica ROSSI atletica leggera 4x400 11°
Erica ROSSI atletica leggera m. 400 n.q. 52"98
Norbert OBERBURGER sollevamento pesi 90 kg. 10°

1984 LOS ANGELES (Stati Uniti)
Erica ROSSI atletica leggera m. 400 n.q. 53"04
Erica ROSSI atletica leggera 4x100 6° 3'30"82°
Maria CANINS ciclismo strada 5°
Norbert OBERBURGER sollevamento pesi 110 kg. 1°.
Edith GUFLER carabina ad aria compressa 2°
Klaus MARAN windsurf 5°

1988 SEOUL (Corea del Sud)
Irmgard TROJER atletica leggera 400 ost. 4° batt., 8. n.q. in semif.
Maria CANINS ciclismo strada 32°
Norbert OBERBURGER sollevamento pesi 110 kg. 6°
Anna BACCHIEGA vela classe 470 12°

1992 BARCELLONA (Spagna)
Irmgard TROJER atletica leggera 400 ost. elim. semif. 55"49
Norbert OBERBURGER sollevamento pesi 110 kg. 10°

1996 ATLANTA (Stati Uniti)
Antonella BELLUTTI ciclismo inseg. indiv. 1°
Ylenia SCAPIN judo 72 kg. 3°


2000 SYDNEY (Australia)
Antonella BELLUTTI ciclismo corsa a punti 1°
Antonella BELLUTTI ciclismo inseg. Individ. n.q.
Ylenia SCAPIN judo 70 kg. 3°
Sara PARISE nuoto staff. 4 x200 sl n.q.
Sara PARISE nuoto 200 stile libero semif.
Tania CAGNOTTO tuffi tramp. semif
Hubert PALLHUBER mountain bike 31.
Gertrud BACHER atletica- eptathlon 14.
Monika NIEDERSTAETTER 400 ost. Atletica n.q.


LEGGENDA: n.q.= non qualificato/a

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