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Pannello introduttivo

Il capolavoro non esiste

La mostra si propone principalmente come itinerario di conoscenza e di riscoperta del valore della scultura italiana ed europea nei limiti temporali ben definiti dal Quattrocento all'Ottocento.

L'allestimento, in successione cronologica, espone le opere scultoree raccolte per sé da Federico Zeri e da Lui legate in testamento all'Accademia Carrara di Bergamo; queste evidenziano il gusto sicuro dello studioso italiano nonché il suo preciso pensiero sull'importanza dell'arte intesa come documento storico, in cui appare privo di senso il culto del "grande artista", del genio individuale che esprime la "bellezza" nel "capolavoro" isolato dal contesto sociale in cui lo realizza e dal repertorio artistico della stessa epoca.

La rigorosa educazione visiva, l'attento studio della storia riferita al momento creativo degli artisti e la valida competenza tecnica del celebre conoscitore d'arte hanno reso possibili corrette identificazioni e attribuzioni di opere ufficialmente ancora anonime o erroneamente riferite.

Due casi emblematici di queste importanti ricerche trovano testimonianza prestigiosa nelle tavole rinascimentali della stessa Accademia Carrara, uniche pitture in esposizione.

Critico acuto, Federico Zeri affronta vivacemente anche la problematicità dell'arte contemporanea che considera straordinariamente rappresentativa della società con la quale si rapporta. L'accostamento delle produzioni odierne a quelle del passato, origina così in mostra un intreccio di specifiche identità storiche, culturali e sociali raro quanto affascinante.

Il selezionato nucleo di sculture della Raccolta disposte lungo il percorso museale della Residenza Vescovile riscontra in determinati elementi della collezione ecclesiastica  suggestive affinità tematiche e dimostra l'efficacia dell'approccio alla storia dell'arte per argomenti sempre teorizzato e difeso da Federico Zeri.