Nuovi spazi per l’arte e la cultura in Alto Adige
70 luoghi possibili ricompaiono sulla mappa dell’Alto Adige
La Ripartizione Cultura italiana della Provincia Autonoma di Bolzano è lieta di presentare
toReplace: una mappatura degli spazi locali caratterizzati da architettura cosiddetta a “bassa definizione”, che si propone come uno degli strumenti di base per gli organizzatori di eventi culturali e per tutti i creativi che operano sul territorio. La pubblicazione è stata curata da Luca Emanueli, le interviste sono di Denis Isaia e le note su Lo-Fi sono di Amanda Montanari.
ll progetto toReplace, letteralmente rimpiazzare o sostituire, rientra in una strategia di lungo corso attivata dalla Ripartizione per fornire agli artisti, alle associazioni e a tutte le istituzioni culturali, degli strumenti per nuove relazioni di successo con il pubblico. Al fine di concretizzare questi presupposti è stata commissionata una ricerca in grado di individuare una prima mappa di luoghi ai piu’ sconosciuti - persi nella memoria di usi passati (fabbriche dismesse, vecchi percorsi ferroviari) oppure costruiti e mai utilizzati (capannoni sfitti, strutture che hanno cambiato destinazione) - che possono essere convertiti con poche operazioni e scarse risorse in luoghi per eventi e produzioni culturali. è una rilevazione sicuramente parziale che suggerisce nuovi luoghi per la cultura ad uso della classe creativa: organizzatori di eventi musicali, architetti, artisti, ma anche agenzie pubblicitarie, commercianti innovativi, registi e produttori di filmati per il cinema e la tv.
Oltre all’inedita mappa, toReplace suggerisce un modo snello di fare cultura. Lo spirito lo-fi o a “bassa definizione” fa leva su alcune parole chiave in linea con i nostri tempi: riuso, zione temporanea, massima resa di quanto esistente e creatività diffusa. Non mancano nel mondo e sulla scena locale esempi di successo: Guerrilla store, un negozio di abbigliamento “a tempo determinato” che a Berlino, ha rilevato gli spazi di una vecchia libreria, lasciando insegne e scaffali originali, oppure le Corderie dell’Arsenale, che la Biennale di Venezia ha trasformato con poche risorse in spazio espositivo. Piu’ vicini a noi, ma non meno importanti il festival musicale Transart, che è riuscito in pochi anni a porsi all’attenzione della scena per le commistioni fra raffinatezze culturali e la scoperta di luoghi insoliti; oppure nel vicino trentino i Suoni delle Dolomiti, che grazie all’accoppiamento anomalo suono e paesaggio hanno costruito una storia di successo di pubblico e di media. La stessa Biennale Manifesta, che la prossima estate vedrà Bolzano protagonista dell’arte contemporanea internazionale, ha da sempre fra le sue frecce migliori l’uso di spazi alternativi e certamente alcuni fra quelli segnalati faranno da palco per il grande evento e per le manifestazioni spontanee che cresceranno a margine.
Apre la pubblicazione una serie di scritti che fa da sfondo teorico a tutta l’operazione e ne giustifica l’attualità socioeconomica. Il corpo centrale del libro è dedicato alle schede, una per ogni luogo con gli strumenti per facilitare l’uso: la descrizione delle caratteristiche principali, alcune foto, le disponibilità d’uso e, ove possibile, l’indicazione dei referenti. In chiusura alcuni suggerimenti per interventi architettonici che possono essere da spunto anche per le istituzioni pubbliche, come piccoli comuni o quartieri, per far fronte da un lato alla domanda crescente di intrattenimento e dall’altro ad uso equilibrato delle risorse. |
