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Giornata della donna, impegno per conciliazione lavoro-famiglia

Negozi aperti sette giorni su sette, orari lunghi sino alle 22, contratti caratterizzati da grande flessibilità. In occasione della giornata della donna che si celebra domani, 8 marzo, le assessore Martha Stocker e Waltraud Deeg sottolineano l'importanza di "impegnarsi sempre di più per la conciliazione fra i tempi del lavoro e quelli della famiglia".

"L'evoluzione del mercato del lavoro in diversi settori, ma in particolar modo nel commercio - sottolineano Stocker e Deeg - rende sempre più difficile la conciliazione lavoro-famiglia: pensiamo soprattutto alla condizioni di chi opera nelle grandi catene, con aperture dal lunedì alla domenica, festivi compresi, e orari di chiusura che arrivano anche alle 22". Proprio nel commercio, tra l'altro, si registra un elevato tasso di occupazione femminile, il che rende inevitabile l'insorgere di problemi legati alla gestione della vita familiare: poco tempo libero per attività da svolgere assieme al marito, al compagno e ai figli, difficoltà nel gestire organizzativamente gli orari di ingresso e uscita da scuola.

Sempre restando nel mondo del commercio, e in particolare nelle grandi catene di vendita, l'assessora Martha Stocker ricorda il problema dell'esclusione quasi sistematica delle lavoratrici in gravidanza. "Purtroppo - denuncia la Stocker - riscontriamo un numero sempre maggiore di casi nei quali non vengono messe in campo le necessarie misure organizzative per far fronte alla presenza di lavoratrici madri, alle quali viene richiesta una flessibilità eccessiva, con conseguenze negative sulle retribuzioni e sui contributi previdenziali. In situazioni limite, inoltre, ciò porta alla nascita di veri e propri casi sociali".

Per garantire un'inversione di rotta, l'assessora alla famiglia Waltraud Deeg punta ad un cambiamento sociale, con una maggiore presenza di donne nelle posizioni chiave. "In democrazia - spiega la Deeg - deve essere garantita ad ogni gruppo la parità di accesso ai processi decisionali nel campo della politica, della società, dell'economia e della cultura". Sempre secondo la Deeg, inoltre, la discriminazione nei confronti delle donne inizia proprio dal mondo del lavoro dove si registra elevata precarietà, stipendi più bassi e una maggiore difficoltà nel fare carriera. "Nel 2013 - conclude l'assessora - solo il 9% delle posizioni apicali nel settore privato era ricoperto da donne, e anche in politica siamo lontani anni luce da una presenza paritaria".

mb