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Patto per il lavoro: terminata la prima fase, molte le proposte emerse

Quattromila visite in tre mesi sul sito web pattolavoro.it, con oltre 60 proposte concrete. E poi, questa mattina (16 aprile), 5 workshop tematici con 70 partecipanti in rappresentanza delle parti sociali a discutere i documenti più concreti. Prosegue a pieno ritmo il percorso del piano provinciale per il lavoro, che dovrebbe vedere la luce entro l'estate. Fra i temi più interessanti emersi dai tavoli di confronto, la possibilità di aprire ai contratti di solidarietà fra generazioni.

Patto per il lavoro: Helmuth Sinn, Roberto Bizzo e Andrea Zeppa illustrano i risultati dei workshop tematici

Affrontare con misure concrete, e in tempi brevi, i cambiamenti che, complice anche la crisi economica, stanno investendo il mercato del lavoro in Alto Adige. Questo l'obiettivo della Giunta provinciale, che ha deciso di anticipare di un anno la stesura del nuovo piano provinciale per il lavoro, la cui durata sarà di sette anni. La discussione pubblica ha preso il via nei mesi scorsi sfruttando le possibilità di partecipazione offerte dalla rete: il blog www.pattolavoro.it, infatti, ha raccolto nel giro di tre mesi oltre 4mila visite, con 119 contributi sottoforma di commenti, proposte, osservazioni e documenti.
Tutto il materiale è stato valutato, "filtrato" e discusso questa mattina nei 5 workshop (scuola, giovani e transizione sul mercato del lavoro, lavoratori anziani, promozione dell'occupazione femminile, categorie svantaggiate, altre tematiche del mercato del lavoro) coordinati dalla Ripartizione Lavoro ai quali hanno partecipato una settantina di persone in rappresentanza di parti sociali, mondo economico e cooperativo.

"Nella discussione di carattere generale - ha sottolineato l'assessore Roberto Bizzo - è emersa la necessità di prevedere misure di rilancio dell'edilizia sfruttando le opportunità offerte dagli interventi di recupero energetico degli edifici pubblici e privati". Tra le proposte destinate a far maggiormente discutere, inoltre, c'è una sorta di contratto di solidarietà generazionale. "Bisogna garantire un ricambio anche nella pubblica amministrazione - ha proseguito Bizzo - e per farlo studieremo la possibilità che i lavoratori vicini alla pensione riducano volontariamente il proprio orario di lavoro per consentire l'ingresso ai giovani. Il tutto, ovviamente, senza intaccare il trattamento contributivo di coloro che sono prossimi al termine della propria esperienza lavorativa".

"La partecipazione è stata molto positiva - ha sottolineato il direttore della Ripartizione lavoro Helmuth Sinn - le proposte analizzate e discusse sono state circa 60, oltre la metà delle quali sono state valutate positivamente quanto a efficacia e realizzabilità". "Il tutto - ha proseguito il direttore di Dipartimento Andrea Zeppa - verrà ulteriormente approfondito e confluirà nella prima bozza del piano che verrà sottoposto alla Commissione provinciale per l'impiego il 16 maggio". L'organo, composto da rappresentanti di pubblica amministrazione, sindacati e associazioni di categoria, si riunirà una seconda volta il 6 giugno, e in caso di accordo il piano per il lavoro approderà in Giunta provinciale per l'approvazione definitiva.

Per quanto riguarda i singoli argomenti oggetto degli workshop, ecco le proposte più significative. In tema di occupazione femminile è molto sentita la necessità di dare più flessibilità ai servizi della prima infanzia (orari e graduatorie "slegate" dal luogo di residenza), mentre per i giovani si punta sul rafforzamento e l'ampliamento degli stage formativi. Per le categorie svantaggiate verranno discussi l'aumento sia dei contributi alle imprese che inseriscono i lavoratori, sia delle risorse per l'assistenza individuale sul luogo di lavoro. Per quanto concerne i lavoratori anziani verrà richiesto un maggiore impegno alle aziende, che dovrebbero adeguare le condizioni di lavoro all'età avanzata dei dipendenti (carichi, orari, ecc.), mentre fra le altre tematiche è emersa la necessità di legare maggiormente la formazione continua ai bisogni individuali di chi cerca il reinserimento lavorativo o la riqualificazione professionale.

mb

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