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Per maggiore equità nella suddivisione del lavoro domestico

Dopodomani, venerdì 17 aprile in 17 località altoatesine 59 organizzazioni locali, in collaborazione con la Commissione provinciale pari opportunità e il Servizio Donna, saranno presenti con i loro stand per celebrare l'Equal Pay Day. Clou della manifestazione il concorso per miglior ironman a Bolzano al quale concorrono rappresentanti del mondo della politica, dell'economia e dello sport.

L'Equal Pay Day 2015 è sotto il segno del lavoro non retribuito in famiglia (Foto: USP/M.Pichler)

L'edizione 2015 dell'Equal Pay Day, con cui Commissione provinciale pari opportunità ed il Servizio donna assieme a 59 organizzazioni il 17 aprile intendono sensibilizzare sulle differenze salariali fra donne e uomini e sull'equa suddivisione dei compiti familiari, è stata presentata oggi mercoledì 15 aprile a Palazzo Widmann a Bolzano dall'assessora provinciale alle pari opportunità e lavoro Martha Stocker e dai vertici della Commissione provinciale per le pari opportunità per le donne, Ulrike Oberhammer e Franca Toffol, insieme a Silvia Vogliotti di AFI-IPL.

Per lo stesso lavoro le donne, a differenza dei loro colleghi uomini, ricevono una retribuzione inferiore di circa il 17 per cento. Inoltre, quasi sempre le madri/mogli fanno fatica a conciliare l'attività professionale ed il lavoro in famiglia (tra lavori domestici, cura dei figli e di familiari), che le impegna molte ore e per le quali non percepiscono alcun compenso. L'Equal Pay Day, pari stipendio per pari lavoro, in programma il 17 aprile sarà incentrato sul tema "Lavoro non retribuito in famiglia". Molteplici le iniziative organizzate da 59 organizzazioni per tale giornata.

Nel presentare l'iniziativa, che in Alto Adige viene proposta per la sesta volta, l'assessora provinciale alle pari opportunità Martha Stocker ha fatto presente come anche in provincia di Bolzano sussista ancora un modello tradizionale di suddivisione dei ruoli che si ripercuote in modo negativo sulle opportunità professionali delle donne con la conseguenza che per loro il reddito è limitato e la pensione contenuta. Come emerge da uno studio predisposto dall'Istituto provinciale di statistica ASTAT, come ha proseguito l'assessora, risulta che un terzo degli uomini altoatesini non aiuta affatto nella gestione familiare, neppure un'ora la settimana, e che la maggior parte degli uomini collabora solo fino ad un massimo di 10 ore la settimana. Da qui la richiesta di una suddivisione equa del lavoro domestico, ma anche dell'educazione dei figli e della cura dei familiari. Come ha detto "Cediamo volentieri il 50 per cento". Con una suddivisione più equa del lavoro domestico e di cura le donne possono maggiormente dedicarsi al lavoro retribuito e andare a ridurre il gap salariale attuale con un sostegno al reddito familiare e, alto aspetto positivo, i figli potranno avere la maggior presenza dei padri nell'educazione.

Alle riflessioni dell'assessora si è riallacciata la presidente della Commissione provinciale per le pari opportunità per le donne, Ulrike Oberhammer, che ha posto in risalto l'importanza di infrangere il modello tradizionale di suddivisione dei ruoli sottolineando come il cambiamento, però, deve prendere il via nella testa delle donne.
La Commissione provinciale per le pari opportunità per le donne ha predisposto un programma di gestione domestica (pubblicato anche nel nuovo numero d el foglio informativo ëresFrauenInfoDonne) con il quale è possibile visualizzare il numero di ore di lavoro non retribuito settimanale per verificare se nel singolo nucleo familiare sussiste o meno una suddivisione equa di lavori domestici, educazione e cura dei figli e cura dei familiari. Per ogni ora prestata viene indicato il valore indicativo di 12 Euro, più o meno quanto si paga un aiuto domestico.

Come ha aggiunto Franca Toffol, vicepresidente della Commissione provinciale per le pari opportunità delle donne il lavoro pagato e il lavoro non pagato sono due dimensioni che si intrecciano nella vita di ogni donna, e bastano gli ultimi dati forniti dall'Istat sull'occupazione femminile (42 mila posti di lavoro in meno nel febbraio 2015) e sulla diminuzione del tasso di natalità (passato dal 9,8 per mille abitanti nel 2008 all' 8,5 nel 2013) per dare la misura di quanto ci sia ancora da fare in termini di politiche economiche, sociali e culturali. Bisogna ridare un valore collettivo e visibile all'impegno quotidiano delle donne, che sia pagato o non pagato, e da lì ripartire. La campagna di sensibilizzazione è stata riformulata su questo valore ed è provocatoria, perché questo lavoro non retribuito è da condividere. 

Uno studio sul lavoro domestico realizzato dall'Istituto provinciale dei lavoratori AFI-IPL su dati Eurostat, come ha riferito Silvia Vogliotti del medesimo istituto, mostra come le donne italiane nel confronto europeo svolgano il maggior volume di lavoro non retribuito. Con 5 ore e 20 minuti al giorno, ogni giorno ledonne italiane lavorano gratuitamente 100 minuti in più rispetto alle donne scandinave e si posizionano al 1° posto della classifica delle donne europee. Nella classifica europea gli uomini italiani si posizionano all'ultimo posto con 1,35 ore.
L'obiettivo è giungere alla condivisione del lavoro non retribuito in famiglia che ha poi ripercussioni positive anche sulla suddivissione equa della collaborazione fra i figli con coinvolgimento dei figli maschi e quindi sulla società futura. 

L'assessora provinciale alla famiglia Waltraud Deeg, in un messaggio, saluta le iniziative poste in essere dalla Commissione per l'Equal Pay Day anche dal punto di vista degli interessi delle famiglie sottolineando come spesso se i padri decidono di rinunciare a permessi parentali sia una questione finanziaria. Le differenze salariali, e soprattutto quelle cospicue, hanno cosí conseguenze di rilievo anche in decisioni importanti per le famiglie. Il 13,2 per cento dei padri, secondo dati ASTAT del 2012, vi rinuncerebbero per tale ragione. La mano pubblica dovrebbe interevenire in modo da consentire anche nei settori economici privati integrazioni salariali per favorire entrambi i genitori nella scelta dei permessi parentali.

Anche in Alto Adige la problematica delle differenze salariali e quella nella distribuzione dei carichi di lavoro domestico e familiare è molto sentita. Dopodomani, venerdì 17 aprile 2015 si svolgerà nuovamente su tutto il territorio altoatesino l'Equal Pay Day. 59 organizzazioni locali la mattina saranno presenti con 28 stand in varie location a Bolzano, Bronzolo, Bressanone, Brunico, Appiano, Cornaiano, Chiusa, Lana, Laives, Magrè, Merano, Egna, Salorno, Sarentino, Santa Cristina Val Gardena, San Paolo/Appiano, Termeno. Presso gli stand sarà reperibile materiale informativo e gadget.

Uno degli eventi clou dell'edizione 2015 dell'Equal Pay Day è il 1° Ironman Contest (concorso dell'uomo che stira) in programma venerdì 17 aprile 2015 tra le ore 13.00 e le 14.00 in Piazza della Mostra a Bolzano. Si disputeranno il titolo tre personaggi di spicco a testa per i settori della politica, del mondo economico e dello sport. All'asse da stiro il vicepresidente della Provincia Christian Tommasini, l'assessore provinciale Philipp Achammer e l'assessore regionale Sepp Noggler. Per l'economia in gara il presidente del Bauernbun Leo Tiefenthaler, il presidente di LVH-APA Gert Lanz ed il presidente dell'associazione degli albergatori HGV Manfred Pinzger. Gli sportivi saranno rappresentati dall'atleta dello snowboard Roland Fischnaller e dai calciatori dell'FC Südtirol-Alto Adige Hannes Kiem e Hannes Fischnaller. I vincitori delle rispettive categorie parteciperanno alla finale per il titolo di 1° Ironman dell'Alto Adige. Come ha suggerito l'assessora Stocker si potrebbe pensare anche al titolo di "Casalingo d'oro".

Dati e info all'indirizzo

http://www.provincia.bz.it/pariopportunita/594.asp

Servizio donna, via Dante 11, Bolzano, tel 0471 416950

SA

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