Etica e salute

Logo con tre figure umane stilizzate e la scritta Comitato etico provinciale nelle tre lingue ufficiali

L'etica della salute o bioetica riguarda i principi morali che devono stare alla base del sistema sanitario. La medicina e l'assistenza sanitaria vanno a toccare molteplici questioni etiche, che spaziano da questioni socio-politiche come l'inizio vita, con le nuove possibilità della medicina riproduttiva, il diritto all'autodeterminazione della paziente o del paziente, l'assistenza alle persone in fin di vita fino alla distribuzione delle risorse all'interno del sistema sanitario.

Presso l'Azienda Sanitaria dell'Alto Adige è istituito il Comitato etico per la sperimentazione clinica.  Prima di autorizzare delle sperimentazioni sull'uomo, il Comitato valuta la validità scientifica, l'utilità clinica e gli aspetti di ordine etico di ogni specifica richiesta, verificando complessivamente la sperimentazione sotto i vari aspetti. Per ulteriori informazioni visita il sito dell'Azienda sanitaria - Comitato etico per la sperimentazione clinica.

Pianificazione preventiva dei trattamenti sanitari in caso di emergenza: prime esperienze nell’ambito del progetto pilota nelle residenze per anziani di Bressanone e Chiusa

Pianificazione preventiva dei trattamenti sanitari in caso di emergenza: prime esperienze nell’ambito del progetto pilota nelle residenze per anziani di Bressanone e Chiusa

La maggior parte delle persone – se affette da malattie incurabili – vorrebbero essere trattate secondo le proprie idee e i propri desideri. Purtroppo, nel caso di molte patologie gravi, quali ad esempio una demenza in stadio avanzato, un ictus o una emorragia cerebrale grave, le persone non sono più in grado di esprimere le proprie volontà sui trattamenti sanitari e sulle terapie a cui sottoporsi. In previsione di tale evenienza, gli interessati possono cautelarsi ricorrendo alle disposizioni anticipate di trattamento, che nel frattempo sono state regolamentate dal legislatore anche in Italia. Dal 31 gennaio 2018 è entrata infatti in vigore la legge 22 dicembre 2017, n. 219, recante “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”. Nota come legge sul testamento biologico o biotestamento, essa disciplina le modalità e gli obblighi per la definizione dei piani terapeutici e le disposizioni anticipate di trattamento dei pazienti. Ulteriori informazioni sul consenso informato e sulle disposizioni anticipate di trattamento si possono trovare su questo sito http://www.provincia.bz.it/salute-benessere/salute/comitati-commissioni-reti/testamento-biologico.asp e negli opuscoli del Comitato etico provinciale che possono essere richiesti presso la segreteria (tel. n. 0471/418155).

Per pianificare anticipatamente i trattamenti sanitari desiderati, la persona interessata dovrebbe tenere innanzitutto un colloquio con un esperto o un’esperta in ambito medico – preferibilmente il proprio medico di base – e con i familiari più vicini. Prima di questo colloquio è importante riflettere su quali siano le proprie idee sul senso della vita, sulle malattie gravi, sulla morte e porsi le seguenti domande: qual è lo scopo dei trattamenti sanitari? A quali rischi e problemi si è disposti ad andare incontro decidendo di sottoporsi a ulteriori trattamenti di sostegno vitale? Quali limitazioni fisiche e psichiche sono così gravi da indurci a rinunciare ad un eventuale prolungamento della vita, optando invece per le migliori cure palliative possibili? Una volta risposto a queste domande, si può stabilire concretamente quali disposizioni adottare in merito ai trattamenti sanitari.

Un momento particolarmente delicato è quando ci si trova in una situazione di emergenza. Il medico d’urgenza o gli operatori del servizio di soccorso provinciale di solito non conoscono (bene) il/la paziente, e nella fase acuta dell’emergenza non si dispone in genere di molte informazioni su quello che sarà il decorso clinico. Ciononostante, si devono prendere decisioni immediate, che possono avere conseguenze rilevanti per il/la paziente e i suoi familiari.

Per questi motivi è importante parlare prima degli (eventuali) scenari che si prospettano nelle tipiche situazioni di emergenza, chiarire attentamente e stabilire a quali trattamenti sanitari la persona desideri sottoporsi e quali ulteriori misure di emergenza si debbano adottare. Le disposizioni anticipate di trattamento del/della paziente devono essere chiaramente documentate e facilmente reperibili nella sua cartella clinica. Queste disposizioni sono in genere riportate in un modulo di una facciata, appositamente predisposto per i casi di emergenza, o in una disposizione medica in cui è specificato a quale trattamento di sostegno vitale il/la paziente acconsente a sottoporsi. I trattamenti possono essere, ad esempio, la rianimazione cardiopolmonare, la ventilazione invasiva, la terapia intensiva o anche il ricovero ospedaliero.

Con la predisposizione di un modulo per i casi di emergenza o di una disposizione medica si creano le condizioni per tenere conto delle volontà del/della paziente ai sensi della succitata legge sul testamento biologico. L’articolo 1, comma 7, della legge recita: “Nelle situazioni di emergenza o di urgenza il medico e i componenti dell’équipe sanitaria assicurano le cure necessarie, nel rispetto della volontà del paziente ove le sue condizioni cliniche e le circostanze consentano di recepirla.” La pianificazione preventiva dei trattamenti sanitari in caso di emergenza riveste particolare importanza nelle residenze per anziani, in cui vivono persone in età molto avanzata e affette da malattie croniche, che non sono più in grado di decidere da sole. Nel caso di una crisi acuta che può mettere a rischio la vita della persona, il personale di assistenza può attenersi a quanto riportato nel piano di emergenza e mettere in atto i trattamenti sanitari indicati dal/dalla paziente. In Alto Adige sono stati avviati i primi progetti pilota volti all’adozione di questi piani di emergenza nelle strutture per anziani. 

Trovate quì un intervista con Helene Trippacher, responsabile dei servizi assistenziali e vicedirettrice presso l’Azienda pubblica di servizi alla persona “Santo Spirito” sulle esperienze a ringuardo

ES