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Pensioni, in Alto Adige erogate 155.488 prestazioni

Rapporto INPS 2017, le aziende altoatesine sono cresciute per numero di occupati e dimensioni

L'assessora Stocker e Zanotelli in conferenza stampa - Foto: USP/Ulrike Griesser

Più giovani e più ricchi della media italiana: è il ritratto dei pensionati altoatesini, che hanno mediamente 62,5 anni (settore privato) e incassano annualmente 18.289,59 euro. Lo rivelano i dati INPS relativi al 2017, secondo cui la media italiana di pensione annua si attesta a 17.580,06 euro. "I lavoratori altoatesini che vanno in pensione oggi hanno iniziato a lavorare prima e lo hanno fatto in modo più continuativo rispetto al resto del Paese" ha sottolineato oggi (18 giugno) il direttore regionale INPS Marco Zanotelli nella conferenza stampa tenuta a Palazzo Widmann insieme all’assessora provinciale al lavoro Martha Stocker. All’origine di questa dinamica, per cui la maggior parte degli altoatesini raggiunge 42 anni e 10 mesi di contribuzione prima dei 65 anni di età, vi è soprattutto la buona situazione economica dell’Alto Adige che li ha perlopiù risparmiati dalla disoccupazione. "Negli anni passati anche da noi il numero di imprese è leggermente calato, con cittadini che hanno perso il lavoro in quegli anni, ma ora l’economia è ripartita positivamente" hanno commentato con soddisfazione Stocker e Zanotelli.

Economia in pieno sviluppo

Un indicatore positivo in questo senso è stato l’incremento costante del numero di imprese (18.339 nel 2017, +0,8% rispetto al 2016, un valore all’incirca pari a quello pre-crisi del 2008 quando le aziende erano 18.387) dal 2007 a oggi, tranne che fra il 2012 e il 2014. "Ciò che negli anni passati è cambiato è stata però la struttura delle imprese" ha sottolineato Zanotelli. Quelle fra 200 e 499 dipendenti hanno fatto segnare un +27,9% fra 2016 e 2017 (Italia: +2,8%), quelle fra 20 e 49 dipendenti un + 12,9% (Italia: +2,2%). Anche grazie a questo stato di cose i pensionati altoatesini incassano ogni anno quasi 710 euro in più rispetto ai colleghi italiani. Sotto questo aspetto le differenze di genere sono consistenti. Le pensioni femminili si attestano a 14.836,20 euro l’anno, mentre quelle maschili arrivano a 22.207 euro. "Le differenze maggiori si registrano fra le pensioni di importo più elevato" ha rimarcato Zanotelli, addebitando il fenomeno a un maggior ritiro dal mondo del lavoro da parte delle donne dopo la maternità o per esigenze di cura nei confronti di familiari malati. "Per contrastare questa tendenza la Regione ha innalzato a 9.000 euro il contributo per la copertura previdenziale dei periodi di cura" ha sottolineato Stocker. "Insieme alla pensione complementare, il secondo pilastro su cui si basa la nostra politica è fornire ai cittadini la sicurezza di una pensione dignitosa" ha aggiunto Stocker, soddisfatta per la positiva collaborazione fra Provincia e ente pensionistico. Ciò rende possibile soprattutto il fatto che i versamenti al fondo complementare regionale Pensplan sono detraibili.

Popolazione che cambia

"Quando si parla di pensioni dobbiamo ricordare che l’aspettativa di vita sta aumentando" ha sottolineato Zanotelli. Se nel 1980 l’età media degli uomini in Alto Adige era di 69 anni, oggi tale valore è aumentato a 81,3 anni. Lo stesso è accaduto fra le donne, dove si è passati da un’aspettativa di vita di 77,8 a 86,2 anni. Il buon andamento dell’economia provinciale fa sì che vi sia un sostanziale equilibrio fra le entrate provenienti dai contributi dei 248.608 lavoratori del settore pubblico e dei 45.393 del settore privato e le uscite derivanti dalle pensioni previdenziali e assistenziali erogate a complessive 155.488 persone (+0,5% sul 2018), per una spesa complessiva di 2.181,8 milioni di euro e un flusso finanziario complessivo annuo di 4,6 miliardi di euro. L’incremento della spesa complessiva 2018 (80,6 milioni rispetto al 2017, +3,8%) è il sintomo del cambiamento demografico in corso nella popolazione altoatesina. "Il sostanziale equilibrio che registriamo oggi non è destinato a rimanere invariato. Soprattutto l’avvicinarsi all’età pensionabile della generazione cosiddetta dei "baby-boomers" ci porrà in futuro nuove sfide" ha concluso Zanotelli.

USP

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