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Talvera, progetto di rivitalizzazione dell'alveo attraverso il legname

Progetto pilota coordinato dall'Ufficio sistemazione bacini montani per rivitalizzare i corsi d'acqua attraverso l'introduzione di legname assicurato alle rive.

Progetto pilota: una decina di alberi introdotti nell'alveo del fiume e assicurati alle rive (Foto: ASP/Ufficio bacini montani)

Elementi in legno come ceppaie, tronchi e rami aggiungono valore ecologico ai corsi d’acqua: sott’acqua soprattutto la trota, che predilige ambienti strutturati, trae vantaggio dal miglioramento dell’habitat attraverso il legname che diventa anche una zona di rifugio per i piccoli nati dai pesci e una fonte di cibo per molte larve di insetti. Sopra l‘acqua, il legname è allo stesso tempo habitat, rifugio e fonte di nutrimento, come pure mezzo di diffusione per insetti, uccelli e altri organismi.

Quattro percorsi di analisi

“Lungo il corso del Talvera – spiega il direttore della Protezione civile Rudolph Pollinger - è stato dunque avviato un progetto di rivitalizzazione per il quale verranno introdotti in alveo elementi strutturali in legname, assicurati alle sponde, e verranno studiati gli effetti che ne derivano sia per la sicurezza idraulica, che per i pesci e i macroinvertebrati (il macrozoobenthos). Le conoscenze e le esperienze acquisite dovranno essere applicate alle misure di rivitalizzazione dei corsi d’acqua in tutta la provincia".

Nel 2019 sono stati selezionati quattro differenti tratti di indagine, di seguito elencati in base alla data prevista di inizio dei lavori (2020): il corso inferiore del rio Inferno presso Termeno, l‘Adige presso Lasa, il rio di Anterselva presso la località Bagni di Salomone e il Talvera a valle di Sonvigo. Le indagini successive saranno effettuate fino alla fine del 2021 e i risultati delle indagini dovrebbero essere valutati entro la metà del 2022.

Ubicazione del progetto Talvera

"Il Talvera a valle di Sonvigo è uno dei quattro percorsi di indagine che sono stati selezionati per il progetto pilota Legname d’alveo", spiega il responsabile Philipp Walder dell'Ufficio sistemazione bacini montani nord della Protezione civile. Questo tratto di fiume è stato selezionato perché lontano da insediamenti e quindi perchè non presenta rischi per possibili alluvioni. Prima dell'inizio dei lavori è stato effettuato un inventario dei pesci e del macrozoobenthos e un'indagine in loco, il prossimo anno verranno ripetute le indagini e documentati i risultati.

I lavori per trasportare il legname sono iniziati alla fine di ottobre e si sono conclusi in questi giorni. Sono stati inseriti e assicurati una decina di alberi e circa 25 cespugli e rami di salice. La maggior parte del legname si trova per tre quarti sotto la superficie dell'acqua creando così diverse diverse velocità di flusso. Hanno realizzato l’intervento gli operatori coordinati da Albert Premstaller e con la supervisione di Peter Hecher e Kathrin Blaas dell'Agenzia per la protezione. Nel progetto sono stati investiti 20mila euro. Si tratta di “fondi ambientali” versati dalla centrale elettrica St. Antonio della Eisackwerke a Bolzano.

Progetto comune

Il progetto è sostenuto congiuntamente dall‘Agenzia per la Protezione Civile – Ufficio bacini montani, dalla Federazione protezionisti sudtirolesi, dall‘Unione Pesca Alto Adige, dall‘Ufficio caccia e pesca, dal Centro Tutela Specie Acquatiche dell‘Agenzia demanio provinciale e dal Laboratorio biologico dell‘Agenzia provinciale per l‘ambiente e la tutela del clima.

ASP/mac/fgo

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