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Canoni idrici, nuovi criteri: risparmio e uso più efficiente

Nuovi criteri per la determinazione dei canoni idrici per l’utilizzo di acque pubbliche. Riduzioni per utilizzo razionale, a causa della crisi da Covid-19 settore produttivo esentato nel 2020.

I nuovi criteri per i canoni idrici premiano chi fa un utilizzo parsimonioso della risorsa acqua (Foto: ASP/Agenzia ambiente)

Il crescente fabbisogno di acqua e i cambiamenti climatici impongono una maggiore parsimonia nell’impiego di questa risorsa naturale. Al fine di evitare il più possibile gli sprechi e favorire un utilizzo più razionale ed efficiente, la Giunta provinciale ha approvato i nuovi criteri per la determinazione dei canoni idrici per l’utilizzo di acque pubbliche. L’impostazione sul principio chi inquina, paga privilegia tecniche produttive meno impattanti, mentre non sono stati modificati i canoni previsti per l’uso di acque termali e minerali, e per la produzione di energia idroelettrica. "Le entrate derivanti dai canoni idrici - afferma l’assessore ad ambiente ed energia Giuliano Vettorato - saranno destinate alla copertura dei costi per indagini e per il mantenimento di uno stato ecologico buono dei corpi idrici, nonché per l’ottimizzazione degli impianti irrigui e per promuovere un impiego idrico sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Alla luce dell’emergenza sanitaria e dell’impatto negativo su diversi settori produttivi, abbiamo ritenuto importante introdurre, seppur transitoriamente, delle riduzioni ad alcune tipologie di canoni  idriciper dare un ulteriore segnale di aiuto agli operatori economici dei settori coinvolti e contribuire a superare la crisi”.

I canoni idrici si articolano in un importo da corrispondere una tantum al rilascio della concessione e in canoni annuali (basati su prezzi a metro cubo d’acqua) da versare per tutte le concessioni esistenti e in fase di rinnovo. I nuovi canoni d’acqua per il settore domestico sono fondati su un prezzo unitario di 0,5 cent per metro cubo, e considerando il fabbisogno medio per abitante, i nuovi canoni richiesti ai titolari delle concessioni per gli impianti idropotabili avranno un costo annuo di circa 1 euro ad abitante. Per l’uso irriguo in agricoltura i canoni sono stati rivalutati, introducendo un canone annuo minimo di 50 euro per impianto. Sino al 2022 il prezzo unitario per metro cubo d’acqua sarà di 0,112 cent, mentre a partire dal 2023 sarà pari a 0,7 cent per le colture intensive e di 0,14 cent per le superfici destinate a prato o foraggio. Previste riduzioni in caso di uso attento e parsimonioso della risorsa acqua, ad esempio grazie all’utilizzo di impianti di irrigazione a goccia (-35%), ma anche per le coltivazioni biologiche certificate (-20%) e per le superfici destinate a prato o foraggio (-20%). Sino ad ora la maggiore parte degli impianti irrigui era esentata dalla riscossione del canone.

Per il settore industriale il prezzo unitario sarà di 1 cent al metro cubo, per l’utilizzo termico con prelievo e restituzione in falda è prevista una riduzione del 50%, mentre per l’innevamento tecnico il prezzo unitario sarà di 4 cent al metro cubo nel periodo invernale, quando la disponibilità della risorsa è ridotta, e di 1 cent al metro cubo in estate. A causa degli effetti della pandemia da Covid-19, la Giunta provinciale ha deciso di esentare l’intero settore dal pagamento dei canoni per il 2020. Tutti i dettagli sono a disposizione sul portale web della Provincia dedicato all’ambiente nella sezione Canoni per la derivazione di acque pubbliche.

ASP/mb

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