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Ricerca internazionale, finanziati progetti d'eccellenza

Climate change, tutela delle minoranze e nuove frontiere in agricoltura: 3 progetti Seal of excellence finanziati dalla Provincia su temi strategici per l'Alto Adige su un piano internazionale.

Simon Unterholzner al lavoro nel suo ufficio. (Foto: ASP)

L'Alto Adige investe sulla ricerca d'eccellenza. La Ripartizione innovazione, ricerca, università e musei ha approvato il finanziamento fino al 2022 di tre progetti "Seal of excellence" (uno alla Libera Università di Bolzano e due a Eurac research). Il programma Seal of excellence consente alla Provincia di finanziare progetti che la Commissione UE ha valutato d'eccellenza ma non ha finanziato per motivi di budget.

"Vogliamo sostenere la formazione e lo sviluppo della carriera dei ricercatori attraverso la mobilità internazionale, intersettoriale e interdisciplinare. In questo modo rafforziamo il ruolo dell'Alto Adige come polo della ricerca a livello sovranazionale" spiega il presidente della Provincia Arno Kompatscher, titolare della delega all'innovazione e alla ricerca nella Giunta provinciale.

Ricerca nelle aree strategiche per l'Alto Adige

I tre progetti finanziati approfondiscono temi strategici per lo sviluppo scientifico e tecnologico dell'Alto Adige nel quadro internazionale. Al progetto di Martina Barandun (Eurac), nata in Svizzera e ricercatrice a Friburgo in Germania, 35 anni, sono andati 168.000 euro. Baradun utilizzerà dati satellitari e immagini ad alta risoluzione per studiare l'effetto del cambiamento climatico sullo scioglimento dei ghiacciai e le sue conseguenze sul sistema dei fiumi e dell'acqua potabile nell'Asia centrale.

Il progetto di Francisco Javier Romero Caro (Eurac), nato in Spagna e ricercatore nei Paesi Baschi, 28 anni, ha ottenuto 171.000 euro per approfondire i temi delle minoranze in chiave politica. La sua analisi ha per oggetto il ruolo dei meccanismi di compensazione economica nel garantire l'integrazione e fronteggiare rischi secessionistici. Delle nuove frontiere dell'agricoltura si occupa invece Simon Unterholzner (unibz), meranese di 33 anni, già ricercatore al TUM di Monaco di Baviera e all'Università La Sapienza di Roma, e tornato alla Facoltà di Scienze e tecnologia a Bolzano nel 2019 grazie al finanziamento provinciale nell'ambito di un'altra iniziativa a sostegno della mobilità dei ricercatori e delle ricercatrici. Il finanziamento di 141.000 euro gli consentirà di svelare i meccanismi molecolari che collegano lo sviluppo delle radici delle piante alla disponibilità di nutrienti nel terreno, approfondendo e sviluppando ulteriormente il progetto iniziato nel 2019.

ASP/sf

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