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Covid-19, Comitato etico per una distribuzione equa del vaccino

Presa di posizione del Comitato etico provinciale, che chiede una distribuzione equa e trasparente dei primi vaccini contro il Covid-19.

Presa di posizione del comitato etico provinciale sulla distribuzione dei vaccini contro il Covid-19 (Foto: unsplash.com)

Una distribuzione equa del vaccino contro il Covid-19, che inizialmente sarà probabilmente disponibile in quantità limitata, deve essere trasparente e basata su prove scientifiche, ma deve anche tenere conto degli aspetti etici della tematica. Questo il parere del Comitato etico provinciale, presieduto dal primario Herbert Heidegger, che prende posizione in tema di distribuzione del vaccino contro il Covid-19. L'obiettivo - si legge nella presa di posizione - deve essere quello di utilizzare le limitate risorse vaccinali in modo efficiente e quindi prevenire il più possibile i danni causati dal Covid-19 a vantaggio di tutta la popolazione. Fintanto che la disponibilità di vaccini sarà limitata, è necessario stabilire criteri di priorità che tengano conto degli aspetti medici, etici e legali della tematica.

Gli obiettivi

L'obiettivo primario è quello di prevenire le infezioni da SARS-CoV-2, i ricoveri e i decessi e la diffusione di Covid-19. Si intende così ridurre il più possibile i danni causati dalla pandemia, tenendo conto dei problemi sociali ed economici e degli effetti sulla salute. Alla fine - spiega il Comitato etico provinciale - tutte le cittadine e tutti i cittadini dell'Alto Adige dovranno poter accedere alla vaccinazione Covid-19 in modo uguale e senza restrizioni prima possibile.

Una distribuzione giusta ed equa

Per una distribuzione giusta ed equa di un futuro vaccino - prosegue la presa di posizione - devono essere soddisfatte diverse condizioni. Un'istituzione democraticamente legittimata deve effettuare la distribuzione in un processo trasparente ed equo. Criteri importanti a tal fine sono la trasparenza della decisione e l'inclusione di gruppi sociali rilevanti nel processo decisionale. Si deve tener conto delle prove scientifiche dei benefici e dei possibili danni. Inoltre, le decisioni di assegnazione dovrebbero essere basate su criteri chiaramente definiti ed eticamente fondati. Di conseguenza, la priorità per la vaccinazione dovrebbe essere data a coloro che sono più a rischio di gravi complicazioni o decesso da Covid-19 e quindi più bisognosi di protezione. Questo per massimizzare il potenziale beneficio della vaccinazione. Una simulazione condotta dall'università privata tirolese UMIT ha dimostrato che la vaccinazione prioritaria di persone anziane e vulnerabili è efficace nel prevenire i ricoveri e i decessi. Va evitata la discriminazione nell'accesso al vaccino in base allo status socio-economico o al luogo di residenza, rimarca il Comitato etico.

I gruppi a maggiore priorità

Per quanto riguarda gli obiettivi di cui sopra, si dovrebbe secondo il Comitato etico dare priorità ai gruppi di persone maggiormente a rischio in caso di infezione. Si parla di persone ad alto rischio di malattia grave o di morte se infette (soprattutto persone in età avanzata e con malattie pregresse rilevanti), soprattutto se vivono in strutture di assistenza per anziani o di lunga durata. Vanno inoltre vaccinati per primi, auspica il Comitato, i professionisti della salute e dell'assistenza che sono fondamentali per il mantenimento della salute e l'assistenza dei malati e degli anziani e che, a causa del loro lavoro, sono a maggior rischio di infezione e hanno uno stretto contatto con le persone a rischio. Da tutelare prioritariamente sono inoltre persone che sono fondamentali per il mantenimento della vita pubblica e delle infrastrutture critiche (ad esempio, politici, vigili del fuoco, polizia, personale dei trasporti pubblici) che sono ad alto rischio di infezione a causa del loro lavoro (ad esempio, a causa del contatto con un gran numero di persone). Infine anche le persone che sono responsabili dell'approvvigionamento della popolazione (ad esempio, nel commercio di generi alimentari) o che lavorano nella scuola o nella cura dei bambini e che hanno un alto rischio di infezione e di trasmissione a causa del loro lavoro (ad esempio, attraverso il contatto con molte persone) devono avere la priorità in questo senso. Quale di questi gruppi di persone debba essere considerato prioritario dipende non da ultimo dalla situazione dell'infezione nel momento in cui il vaccino sarà disponibile, cioè se le cifre dell'infezione saranno alte o basse o quanto sarà impegnato il sistema sanitario e quali sono le previsioni giustificate basate sulle evidenze che ci saranno in quel momento. Oltre a proteggere le persone a rischio, è necessario mantenere l'assistenza sanitaria, la vita pubblica e la sicurezza.

Informare la collettività

La collettività deve avere fiducia nella sicurezza, nell'efficacia e nella corretta somministrazione dei vaccini. Ciò richiede informazioni chiare e comprensibili per la popolazione. Sono necessarie informazioni continuative e trasparenti sull'efficacia della vaccinazione e sui possibili rischi. I criteri di scelta per le priorità devono essere spiegate e giustificate in modo comprensibile, affinché la popolazione possa capire che dare la priorità per il vaccino ad alcune fasce di popolazione garantisce un uso equo ed efficiente delle scarse dosi disponibili a vantaggio di tutti. Sul portale web della Provincia è a disposizione anche la dichiarazione del Comitato etico nazionale dal titolo "La ricerca di un vaccino contro Covid-19: il ruolo della solidarietà".

ASP/sf

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