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Tempesta Vaia un anno dopo, sgomberati i due terzi degli alberi

E’ passato un anno dalla tempesta Vaia che la notte del 29 ottobre 2018 provocò lo schianto di 1.500.000 metri cubi di legname. Sgomberati due terzi degli alberi, 2 milioni di nuove piantine.

Il lago di Carezza e la foresta colpita sullo sfondo: l'immagine simbolo della tempesta Vaia (Foto: ASP/Ripartizione foreste)

1.500.000 metri cubi di legname schiantato a terra su 6000 ettari, 682 nuove teleferiche allestite per la raccolta del legname, 23 corsi ad hoc organizzati, 2 milioni di nuove piantine prodotte: sono questi i dati aggiornati dei disastri prodotti dalla tempesta Vaia che si abbattè sull’Alto Adige il 29 ottobre 2018. Un anno dopo quella notte, secondo quanto contenuto nella sesta relazione della Ripartizione foreste (in allegato), sono stati sgomberati circa 1.100.000 metri cubi di legname cioè più del 70% della massa stimata. 

Danni per 2.100 proprietari boschivi in 86 comuni

Un riconoscimento per quanto fatto arriva dal direttore della Ripartizione foreste Mario Broll, il quale sottolinea il lavoro fatto dai 2.100 proprietari boschivi (in 86 Comuni) che in pochi mesi hanno trasportato fuori dal bosco una grandissima quantità di legname abbattuto. “Uniti siamo forti – spiega Broll - ora però non dobbiamo distrarci: sono stati completati due terzi dei lavori, rimane ancora il terzo più difficile da sgomberare”. Gli Ispettorati Forestali hanno stimato che la massa a terra fosse pari a 1,5 milioni di metri cubi (1 metro cubo corrisponde circa ad un abete rosso poco più alto di 20 metri). Due terzi di questa massa erano concentrati nelle Stazioni forestali di Nova Levante e Nova Ponente, Fontanefredde e San Vigilio di Marebbe. La quantità di legname a terra è pari a due anni della massa autorizzabile al taglio (la cosiddetta ripresa) di tutto l’Alto Adige, in alcune zone la perdita di ripresa è molto forte, come ad esempio nella foresta demaniale del Latemar, ed è pari a 16 anni di ripresa programmata. “Un anno dopo la tempesta Vaia – aggiunge l’assessore provinciale Arnold Schuler - l'importanza della foresta, del suo sviluppo e della sua gestione sostenibile è ancora più evidente. Inoltre, il lavoro di bonifica è a buon punto perché tutte le parti interessate nella nostra provincia collaborano in modo efficiente." 

Vaia ha colpito una superficie di 6000 ettari

I rilevi dei danni nelle aree più colpite sono oramai conclusi, anche grazie all’uso degli elicotteri. In tutta la provincia di Bolzano la superficie interessata dagli schianti ammonta a 5.918 ettari, pari all’1,7% dell’intera superfice forestale della provincia. Si tratta perlopiù di abeti rossi e abeti bianchi, oltre a larici e cirmoli. Per poter raggiungere le singole superfici schiantate, con misure di pronto intervento si sono riaperte e risanate le strade forestali e molta della viabilità rurale. Per fare ciò i singoli Ispettorati forestali hanno predisposto 124 progetti in ben 70 Comuni con un budget attorno ai 3,5 milioni di euro. Per ripristinare la stabilità del suolo ed evitare la perdita di fertilità sono stati avviati 64 progetti (investimento di 7,4 milioni), per quanto riguarda il premio per l’esbosco del legname schiantato sono in corso di pagamento circa 7,5 milioni di euro per 36 domande di proprietari pubblici e 522 domande di proprietari privati. Per il trasporto del legname sono state notificate ben 682 teleferiche, mentre per quanto riguarda la sicurezza della lavorazione del legno schiantato la scuola forestale Latemar ha organizzato 23 corsi ad hoc per operatori forestali. 

Più di un milione di piantine dai vivai

Per il ripristino delle foreste, nei vivai provinciali sono stati seminati in primavera 9,5 kg di semi di abete rosso e 17,5 kg di semi di larice. Il fabbisogno è pari a 150.000-200.000 piantine in più all’anno rispetto alla media. Tra il 2020 e il 2025 è stata pianificata la messa a dimora di 1.017.800 piantine, di cui 487.700 abeti rossi, 372.000 larici, 47.000 cirmoli, 10.000 pini silvestri e 101.100 latifoglie varie. La Ripartizione foreste ha poi avviato una collaborazione con l’Università di Bolzano per comprendere il comportamento delle aree interessate nei prossimi anni, e con l’Università di Padova per il monitoraggio del bostrico, il pericoloso insetto che nascono grazie alla grande quantità di legno a terra. I primi risultati sono confortanti: grazie allo sgombero del legno in tempi rapidi il numero degli insetti risulta piuttosto contenuto.

ASP/mac/mb

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