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Azione antibracconaggio del Corpo forestale provinciale

Due bracconieri con 18 tordi da nido bloccati ieri 5 giugno in Bassa Atesina e denunciati all'autorità giudiziaria grazie ad azione congiunta della Forestale e dei Carabinieri.

I 18 tordidi da nido sequestrati e posti in salvo grazie ad azione antibracconaggio congiunta della Forestale e dei Carabinieri - Foto: Corpo forestale provinciale

Il Servizio di antibracconaggio organizzato dalle Stazioni forestali di Egna e Caldaro ieri, 5 giugno, verso mezzogiorno in un meleto della Bassa Atesina ha fermato due bracconieri e sequestrato e posto in salvo 18 uccellini da nido. Si tratta di turdidi che erano contenuti in 4 nidi.

Dopo lungo appostamento iniziato all’alba, le guardie forestali in collaborazione con i Carabinieri di Cortaccia ed il guardiacaccia della zona, hanno fermato, e quindi denunciato all’autorità giudiziaria, 2 bracconieri originari del Bergamasco intenti nella raccolta di nidiacei.

Gli animali sono stati consegnati per le cure necessarie al centro recupero avifauna. Il Corpo forestale provinciale, infatti, da aprile a giugno, è impegnato a perseguire il reato di uccellagione con servizi mirati.

I turdidi, appartenenti alla famiglia dei passeriformi vengono allevati per poi essere venduti come richiamo vivo per la caccia al tordo bottaccio, diffusa in molte zone del Nord Italia. Un singolo animale venduto illegalmente come richiamo vivo può avere un valore di molte centinaia di euro e per questo il fenomeno è diffuso. Le estese culture di meli costituiscono un habitat particolarmente adatto per la nidificazione ed è pertanto qui che si concentrano le attività di bracconaggio.

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