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Test PCR, priorità per le badanti

Corsia preferenziale per le cosiddette "badanti" per essere sottoposte al test PCR: è il risultato di un accordo tra Azienda Sanitaria e il Dipartimento al sociale.

Le badanti fanno parte di quei gruppi professionali che sono più esposti al virus. Per questo hanno un canale preferenziale per essere sottoposti al test PCR. (Foto: Unsplash)

In seguito al temporaneo blocco della domanda di assistenza domestica (le cosiddette "badanti") da qualche tempo è aumentata la necessità di sostegno a domicilio. Per la sicurezza di tutti gli interessati, è consigliato richiedere un test PCR negativo per poter iniziare a lavorare a casa di una persona bisognosa di cure. "I membri della famiglia si sono presi cura dei loro cari per molte settimane durante l'isolamento e hanno raggiunto i loro limiti. Per alleviarli, ora deve essere possibile ricorrere nuovamente ai servizi di una badante" ritiene l'assessora provinciale alle politiche sociali, Waltraud Deeg. Per questo il Dipartimento provinciale al Sociale ha concordato con il Dipartimento di prevenzione dell'Azienda sanitaria dell'Alto Adige un regime prioritario per i test PCR a collaboratrici domestiche e assistenti domiciliari.

"A questo proposito la Giunta martedì scorso ha approvato una delibera in materia, con cui si stabiliscono criteri prioritari per la somministrazione del test a operatori sanitari e dipendenti di strutture per l'assistenza alla persona. Nella Fase 2 è fondamentale in particolare testare in modo massiccio i gruppi professionali maggiormente esposti al rischio di contagio, per poter così interrompere in tempi rapidi eventuali catene di contagio e mantenere la situazione sotto controllo" sottolinea l'assessore provinciale alla salute, Thomas Widmann.

Per accedere a questo servizio le badanti interessate devono rivolgersi al proprio medico di base o ad una delle 7 cooperative o associazioni di intermediazione di badanti. In seguito prenderanno appuntamento per il test tramite una persona di contatto nell'Azienda sanitaria dell'Alto Adige. Oltre ai medici di base e ai punti di contatto, i distretti sociali sono già stati informati di questa possibilità dagli uffici provinciali competenti.

"È importante che non solo gli assistenti domiciliari, ma anche le persone bisognose di cure e le loro famiglie abbiano la sicurezza per quanto riguarda il loro stato di salute, in modo che possano riprendere il lavoro come al solito" sottolinea l'assessora Deeg. Grazie alla buona collaborazione con l’assessore provinciale alla salute, Thomas Widmann, e i responsabili del Dipartimento della sanità dell’Azienda Sanitaria in Alto Adige, è ora a disposizione questa importante opportunità.

ASP/ck/sf

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