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Raggiunta l' intesa tra Italia e Austria su nuovi titoli accademici

Intesa raggiunta dal Comitato bilaterale Italia-Austria per il riconoscimento dei titoli accademici sul percorso per l'abilitazione all'insegnamento. Soddisfatti Achammer e Bussetti.

Il ministro Bussetti e l'assessore Achammer

Importante svolta per quanto riguarda il riconoscimento dei titoli relativi ai nuovi percorsi di abilitazione per l’insegnamento effettuati n Austria. Un’intesa al riguardo è stata raggiunta nei giorni scorsi dal Comitato bilaterale Italia-Austria per il riconoscimento dei titoli accademici. L’assessore alla scuola in lingua tedesca Philipp Achammer e il ministro della formazione, università e ricerca, Marco Bussetti si sono confrontati ieri (mercoledì 17 luglio) sul tema a Roma e salutano con favore l’intesa raggiunta.

Il percorso di abilitazione all’insegnamento svolto in Austria permette di insegnare alle scuole medie e superiori. Recentemente il percorso è stato riformato e per questo il riconoscimento del titolo non era ancora possibile, e alla luce delle numerose iscrizioni di studenti altoatesini “era molto urgente intervenire”, spiega Achammer. “Ora sono state poste le basi – continua – per il riconoscimento del nuovo percorsi”.

Per quanto riguarda i percorsi di formazione presso le Fachhoschulen (istituti di istruzione superiore), che non hanno un corrispettivo in Italia, le delegazioni hanno discusso della comparazione tra i percorsi professionalizzanti dei due Paesi “concordando – informa il MIUR - la massima reciproca collaborazione in tale settore così cruciale per l’occupazione dei giovani dei due Paesi”. “E’ stato compiuto un passo importante – sottolinea Achammer – ed ora vogliamo continuare a trattare per raggiungere velocemente l’accordo definitivo”. Le delegazioni hanno provveduto all’aggiornamento della lista delle lauree triennali e lauree magistrali riconoscibili ai sensi dell’accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica d’Austria del 1952. “L’accordo è molto importante – conclude Achammer – perché consente agli studenti sudtirolesi il diritto a studiare nella propria madrelingua”.

USP

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