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Emanuela Tagetti Il profano: “Wilder Mann”. “L’uomo selvatico”? ![]() Bressanone, Weger & CTG, 2013 21,5x30,2 cm 190 p. ISBN 978-88-6563-074-7 |
Questo “viaggio” comincia nella città di Bressanone ma sotto la guida del Wilder Mann arriva a toccare l’intera provincia e la regione. Sulle tracce dell’Uomo Selvatico l’autrice ha riscoperto miti e leggende in cui natura umana e animale si intrecciano indissolubilmente. Ma chi è lo Wilder Mann? Chiunque sia stato a Bressanone, o anche semplicemente abbia sfogliato una guida della città, lo conosce: al crocicchio tra i Portici Maggiori e i Portici Minori, la statua lignea, mutilata del braccio sinistro, osserva i passanti con le sue tre teste. Nonostante le fattezze umane, il corpo è interamente ricoperto di peli e reca quale indumento solo un perizoma di foglie. Dell’opera si sa molto poco: non si conosce l’autore e neppure la data di realizzazione, probabilmente risalente al Cinquecento-Seicento; alcuni studiosi ipotizzano che le due teste laterali, disarticolate dal corpo, siano state apposte successivamente a sottolineare il ruolo di guardia del Selvatico in uno degli snodi più importanti del centro, in quanto da qui si dipartono le strade che portano alle zone sacre della città. Esistono però numerose leggende sul suo conto, tra cui quella secondo cui in un lontano passato, nel giorno della morte di Cristo, il Selvatico sputasse monete d’oro sulla testa dei passanti. A partire da questa credenza il libro intraprende un viaggio nel folclore locale, rintracciando la presenza del Selvatico nelle opere d’arte e nel mito. Il prezioso volume, riccamente corredato da fotografie a colori, è presente anche in un cofanetto dal titolo Strane presenze nelle città insieme al volume Il sacro: la “Madonna dell’Aiuto” (“Maria Auxiliatrix Christianorum”). |