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L'architettura al centro della giornata della cultura ladina

Il rapporto tra architettura, cultura abitativa e identità è stato l'argomento al centro della giornata della cultura ladina svoltasi questa mattina (giovedì 2 ottobre) a Bolzano. "Le forme insediative tradizionali delle nostre vallate - ha spiegato l'assessore provinciale alla cultura ladina - come le Mejes e le Viles, devono saper convivere con la modernità".

"Architettura e cultura: il rapporto fra cultura edilizia, cultura abitativa e identità". Questo il titolo della giornata della cultura ladina. Nel cortile interno di Palazzo Widmann, dopo l'introduzione del presidente della giunta provinciale e dell'assessore alla cultura ladina, si sono susseguiti gli interventi di architetti e non solo, che si sono confrontati sul tema. Minimo comune denominatore di tutti gli interventi è stata la necessarietà di mantenere ben salde le radici culturali e identitarie delle vallate ladine. "Soprattutto in un periodo come questo - ha sottolineato il governatore altoatesino - caratterizzato da forti spinte verso globalizzazione e omologazione, è fondamentale saper tutelare le proprie caratteristiche culturali. Per quanto riguarda le vallate ladine, case, chiese e mulini rappresentano non solo un riferimento architettonico, ma uno strumento importante per tramandare la propria storia e mantenere la propria identità". "Le Mejes in Val Gardena, e le Viles in Val Badia - ha aggiunto l'assessore alla cultura ladina - rappresentano due dei pilastri principali del nostro patrimonio culturale. Bisogna ovviamente tutelarle il più possibile, senza però rinunciare alla modernità: perchè, per i proprietari, deve essere possibile viverci in maniera comoda e confortevole come in una casa moderna. Questa è la sfida che l'architettura e la cultura edilizia devono affrontare nei prossimi anni nelle vallate ladine".

Al termine degli interventi si è tenuta una tavola rotonda, alla quale hanno partecipato il direttore della Ripartizione opere pubbliche Josef March, gli architetti David Stufflesser e Siegrid Piccolruaz e il direttore della Ripartizione natura e paesaggio Roland Dellagiacoma. Per quanto riguarda il rapporto tra architettura e identità, tutti i partecipanti si sono detti concordi nel sostenere la necessità di una maggiore attenzione alla cultura edilizia. Una cultura che, pur in un contesto moderno, sappia conservare le proprie tradizioni, e riesca ad evitare quelle derive "kitsch" che troppo spesso imperversano anche sul nostro territorio.

mb

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