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Provincia contro i casi di uccellagione: intervento tra Nalles e Gargazzone

È sempre alto l'impegno della Provincia nella prevenzione dell'uccellagione, la pratica vietata della raccolta di uccelli canori dai nidi: l'Ufficio provinciale caccia e pesca ha individuato nella zona tra Nalles e Gargazzone quattro persone attrezzate per la raccolta dei piccoli uccelli dai nidi. Per scoraggiare questa pratica, frequente a primavera, la Provincia chiede anche la collaborazione dei cittadini.

Prime segnalazioni in Alto Adige dei predatori di nidi che nascondono i piccoli uccelli nelle auto private

Ogni anno in primavera gli agenti dell’Ufficio provinciale caccia e pesca, in collaborazione con i guardiacaccia, le stazioni forestali e i Carabinieri, svolgono un’attività di sorveglianza per prevenire l'uccellagione in Alto Adige, la pratica vietata della raccolta di uccelli canori dai nidi. Particolarmente utili si rivelano sempre le segnalazioni di agricoltori o di coloro che, passeggiando a piedi o in bicicletta, notano delle persone che si aggirano tra i frutteti con un comportamento sospetto.

In questi giorni si è registrata la prima segnalazione del 2010, nella zona tra Nalles e Gargazzone. Con l’ausilio dei Carabinieri di Terlano sono state controllate quattro persone, provenienti dal Friuli, e sono state rinvenute cassette di raccolta e trasporto degli uccellini e specchietti per la raccolta, che fortunatamente non era ancora iniziata. Come spiegano gli esperti dell’Ufficio provinciale caccia e pesca, persone prive di scrupoli raccolgono illegalmente i piccoli uccelli dai nidi, li allevano e, dopo un’accurata selezione (che prevede tra l’altro l’eliminazione delle femmine in quanto non cantano e in parte anche l’accecamento e la mutilazione delle ali dei giovani uccelli), vendono al mercato nero, a prezzi particolarmente alti, gli esemplari con la miglior predisposizione al canto. Soprattutto i tordi sono oggetto di raccolta.

Una meta prediletta è l’Alto Adige, in particolare i frutteti della piana dell’Adige. Le piante da frutto, con un limitato sviluppo in altezza, consentono infatti una facile ricerca dei nidi. I predatori di nidi sono per lo più armati di specchietti e ceste; operano spesso in gruppo, comunicando tramite radioline o cellulari. I più scaltri hanno anche attrezzato le loro automobili con specifici nascondigli per gli uccellini catturati, al fine di evitare i controlli. L’Ufficio caccia e pesca, impegnato per scoraggiare questa pratica vietata, invita i cittadini alla collaborazione e a segnalare i responsabili di tali atti criminosi. Si ricorda infatti che la raccolta di nidiacei rappresenta un reato che comporta anche il sequestro dei mezzi usati per compiere il reato, compresi i mezzi di trasporto, tra i quali anche l’auto privata.

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