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Formazione professionale, dopo i corsi il 67% degli allievi ha un lavoro

L´indagine svolta dalla Ripartizione Formazione professionale in lingua italiana dell´assessorato provinciale al Lavoro, per verificare la condizione occupazionale degli allievi promossi nel giugno 2001, ha evidenziato un aumento della percentuale degli occupati e una diminuzione del numero di chi svolge il servizio militare o prosegue gli studi.

E a sei mesi dal corso, (quasi) tutti gli ex-allievi hanno un lavoro. Questa la notizia che emerge dalla ricerca condotta all´inizio del 2002, nell´ambito dell´assessorato provinciale al Lavoro, Scuola e Formazione professionale, dalla Ripartizione Formazione professionale in lingua italiana. L´indagine, che ha riguardato il 96% dei giovani (374 persone su 389) che hanno terminato i corsi nel giugno 2002 (sono state prese in esame tutte le scuole provinciali in lingua italiana, tutti i settori di attivitè e le tipologie formative) ha rivelato grazie alla formula del questionario postale che il 67% degli intervistati ha un´occupazione, il 19% sta proseguendo gli studi e il 5% sta assolvendo il servizio di leva.

Solo il 9% si è dichiarato ancora disoccupato, ma solo il 7% ha detto di aver cercato attivamente un lavoro senza trovarlo. Il rimanente 2% si è detto non interessato ad un´occupazione. Rispetto all´anno precedente, da registrare alcuni cambiamenti: è aumentata la percentuale degli occupati (+8%) mentre è diminuita quella dei ragazzi in servizio di leva (-4%); diminuiti in generale coloro che stanno proseguendo gli studi (-6%); costanti i di disoccupati.

Il settore più "gettonato" è risultato essere quello del sociale, con un 81% di occupati; a seguire, i servizi (70%), l´industria (69%), il comparto alberghiero (55%) e il settore agrario (53%). Più occupati rispetto al passato nell´industria e nel comparto-servizi (rispettiavamente +15% e + 12%). Chi prosegue gli studi lo fa comunque in massima parte nei settori alberghiero (29%) e agrario (24%).

A conferma del ruolo di necessario "ponte" della Formazione professionale tra la scuola e il mondo del lavoro, il 37% degli occupati risulta avere un contratto a tempo indeterminato (questa formula di contratto ha subito peraltro una flessione, comunque un buon risultato). In deciso aumento (con un 51%) i contratti a tempo determinato e il lavoro autonomo. In flessione gli apprendisti (-4%).

Quanto al rapporto donne-uomini emerge comunque una maggior precarietà delle allieve rispetto ai colleghi (+12% di assunzioni a tempo determinato, -11% a tempo indeterminato). Risulta più bassa anche la quantità delle ex-studentesse che hanno proseguito gli studi (16%) rispetto a quella dei maschi (21%). Conseguentemente, peraltro, risulta maggiore in questo settore il tasso di occupazione femminile (71%) rispetto a quello maschile (64%). Si torna comunque al 71% anche per i maschi se non si considerano coloro che assolvono il servizio militare.

Il 26% degli allievi occupati lavora nella stessa azienda dove ha svolto lo stage durante il corso, percentuale diminuita peraltro del 10% rispetto all´anno precedente. Registrano valori sensibilmente più alti della media l´industria (30%), il sociale (43%), l´agrario (67%).

Nodo-disoccupazione: il settore più colpito è quello dell´agricoltura (24%), il meno colpito quello del sociale (6%). Molti allievi (il 26%, meno peraltro dell´anno scorso) lavorano nella stessa azienda in cui hanno svolto lo stage. Questo ancora nei settori dell´industria, del sociale e del settore agrario.

Anche per quanto attiene la prosecuzione degli studi, il 52% degli allievi ha scelto di rimanere all´interno della formazione professionale. Il 16% frequenta le scuole superiori, il 32% l´università.
L´analisi per settori non denota rilevanti differenze, a parte i corsi rrelativi al comparto-professioni sociali, frequentato da allievi unicamente motivati e interessati al lavoro (è dell´11% il tasso di proseguimento degli studi e praticamente tutti nella formazione professionale), Ancora: come conseguenza dell´alto tasso di occupazione, è molto basso il tasso di proseguimento degli studi relativamente agli studenti (la statistica si è basata su 69 giovani, 18% in tutto) dei corsi post-diploma; solo 4 allievi su 98 infatti hanno deciso di iscriversi all´università. Valore più alto per i corsi post-qualifica (23%) e di orientamento (24%). Ancora: 10 dei 177 ragazzi (6%) che hanno terminato un corso di orientamento o qualifica di base frequentano la scuola media supeiore.

Ma cosa pensano gli ex allievi della loro situazione lavorativa? Oltre il 70% (7% in più rispetto al 2000) ritiene il proprio lavoro molto o abbastanza coerente con il corso frequentato; il 12% poco, il 17% svolge un´attività diversa. Il maggior scollamento corso-occupazione si registra nei corsi post-qualifica (solo il 51% di occupazioni molto a abbastanza coerenti) mentre i corsi di base il tasso e quelli post-diploma rilevano un buon tasso di coerenza (85% e 69%). Come in passato, anche stavolta il settore del sociale si distingue per l´alta percentuale di coerenza sociale (95%). Il 71% degli allievi dichiara di utilizzare sul posto di lavoro molto o abbastanza di quanto appreso durante la frequentazione.

Giudizio finale formulato dagli ex-allievi sul corso svolto: buono per il 54%, discreto per il 30%, sufficiente per il 12%, insufficiente per il 4%. Nel 2002 i "buono" superano i "discreto"; diminuiscono peraltro sia i "sufficiente" che gli "insufficiente".

EM

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