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Metà legislatura, Bizzo/5: più sostegno alla conciliabilità lavoro-famiglia

Un maggiore sostegno alla conciliabiltà tra il lavoro e la famiglia, più investimenti in formazione di qualità per favorire lo sviluppo e la crescita dimensionale delle aziende altoatesine. Sono alcune delle priorità illustrate dall'assessore provinciale al lavoro Roberto Bizzo durante i colloqui di metà legislatura della Giunta provinciale.

"Una società moderna - ha spiegato Bizzo - deve garantire una maggiore e migliore conciliabilità fra gli impegni del lavoro e quelli legati alla famiglia. In Provincia di Bolzano abbiamo raggiunto un tasso di occupazione femminile pari al 65%, dunque abbondantemente in linea con gli obiettivi europei, ma non possiamo dimenticare che ci sono ancora tante donne che, quando nascono i figli, sono costrette a rinunciare ad un lavoro perchè non hanno altre opportunità. Dobbiamo garantire maggiori servizi in questo settore". Il riferimento è anche alle microstrutture aziendali per l'infanzia, sulle quali la Giunta provinciale ha deciso di puntare con forza. I datori di lavoro, infatti, possono sia appoggiarsi a servizi già funzionanti che creare una propria struttura interna. In questo caso la Provincia mette a disposizione contributi pari ad un terzo dei costi di gestione della microstruttura.

Un altro dei punti-chiave per uno sviluppo positivo del mercato del lavoro è poi quello riguardante la formazione. "Sino ad oggi il connubio tra piccole imprese e formazione professionale ha funzionato in maniera egregia - ha sottolineato l'assessore Roberto Bizzo - ma per il futuro è necessario un salto di qualità. Abbiamo una bassa percentuale di laureati proprio perchè il lavoro non è mai stato un problema, ma nei prossimi anni tutto ciò non sarà più sufficiente: dobbiamo garantire ai nostri giovani una formazione di livello più elevato tramite adeguate politiche legate all'innovazione".

Il sistema altoatesino è solido anche grazie alla presenza di lavoratori provenienti dall'estero: "Attualmente sono circa 25mila, su un totale di 200mila occupati - ha spiegato Bizzo - e se non ci fossero loro la nostra economia sarebbe più debole perchè le nostre aziende non troverebbero personale. L'immigrazione, però, può essere una soluzione-tampone solo nel breve periodo, perchè dalle seconde generazioni in avanti la tendenza è quella di adeguarsi ai modelli comportamentali delle società che li accolgono. Per garantire la tenuta del sistema anche in futuro, dunque, siamo chiamati già oggi a fare delle scelte chiare in un'ottica di sviluppo".

mb

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