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Il Presidente della Provincia sulla santificazione di padre Freinademetz e il suo esempio

L'insegnamento di padre Josef Freinademetz è attuale più che mai: bisogna confrontarsi senza paura - forti della propria identità cristiana – con persone e mondi diversi dal proprio. Questo un passaggio dell'intervento del Presidente della Provincia in occasione della proclamazione del primo santo della diocesi altoatesina. Il Presidente domenica 5 ottobre sarà a Roma per partecipare all'evento in piazza San Pietro.

Di seguito la dichiarazione del Presidente della Provincia.

"Domenica 5 ottobre 2003 a Roma padre Josef Freinademetz sarà proclamato santo. È un evento significativo e memorabile per la Chiesa in Alto Adige ma in ugual misura anche per tutta la provincia di Bolzano. Sono lieto di poter partecipare di persona in piazza San Pietro a questo grande momento di festa e di gioia.

Il primo santo dell’Alto Adige è un dono alla comunità cristiana locale, alla nostra terra e in particolare ai concittadini ladini, il più antico gruppo linguistico altoatesino. Nelle valli ladine – dove la fede cristiana è profondamente radicata da secoli – la Giunta provinciale ha sentito come un dovere particolare quello di contribuire tra l’altro alla valorizzazione della casa nativa di padre Freinademetz a San Leonardo in Badia, per farne un luogo di preghiera, ricordo e devozione. Con il suo impegno nella lontana Cina, padre Josef Freinademetz è la migliore testimonianza della storica vocazione dei religiosi altoatesini alla missione e allo sviluppo sociale tra i sofferenti in tutto il mondo.

La sua santificazione è anche un'occasione per riflettere e prendere esempio dal suo donarsi agli altri e dalla sua volontà di accogliere altre tradizioni e altre religioni, perché questo instancabile missionario verbita ha saputo aprirsi a nuove e lontane culture senza dimenticare le proprie radici. Vivendo in mezzo alla gente, condividendone le gioie e le sofferenze, le speranze e le insicurezze, padre Josef Freinademetz si pone come un precursore delle moderne forme di cooperazione allo sviluppo.

È attuale più che mai il suo insegnamento alla comunità dell’Alto Adige: bisogna confrontarsi senza paura - forti della propria identità cristiana – con persone e mondi diversi dal proprio."

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