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Presentate dall'ass.Bizzo le misure per l’integrazione degli immigrati nel mondo del lavoro

Sono stati presentati questa mattina dall’assessore provinciale al lavoro, Roberto Bizzo, i risultati di uno studio realizzato dall’istituto di ricerche sociali “apollis” su incarico della Giunta provinciale.

Un lavoratore straniero

"Questo studio realizzato dalla società di ricerche sociali e demoscopia "Apollis" di Bolzano, voluto dalla Giunta provinciale" ha affermato nel corso della conferenza stampa odierna l'assessore provinciale al lavoro, Roberto Bizzo "consentirà di verificare concretamente la situazione dei lavoratori stranieri presenti in Alto Adige e le potenzialità presenti sul territorio".

Con queste parole l'assessore Bizzo ha introdotto la presentazione dello studio "Un capitale umano inutilizzato. Le qualificazioni dei lavoratori stranieri in provincia di Bolzano come punto di partenza per la loro integrazione nel mercato del lavoro locale" realizzata dall'istituto di ricerche sociali "apollis" di Bolzano su incarico della Giunta provinciale.

Il direttore della Ripartizione lavoro della Provincia, Helmuth Sinn, ha quindi fatto un quadro aggiornato della presenza dei lavoratori stranieri presenti in Alto Adige il cui numero complessivo si aggira intorno alle 25.000 unità, rappresentati nel dettaglio da circa 23.000 lavoratori stranieri occupati e da 2.500 persone straniere che lavorano presso le famiglie, per lo più con il ruolo di assistenti agli anziani.

Nei primi sei mesi del 2013 si  è registrato un calo del 2,4% dei lavoratori stranieri occupati pari a 560 persone. La causa primaria di questo calo, secondo il direttore Sinn, è da imputare alla crisi economica che ha colpito in maniera particolarmente incisiva il settore dell'edilizia. In questo specifico settore il calo dei lavoratori extracomunitari ha raggiunto il 6,4%. La riduzione di posti di lavoro per i lavoratori stranieri ha colpito principalmente gli uomini con un - 3,4%.

In termini assoluti la disoccupazione dei cittadini stranieri ha colpito nel 2011 2700 persone, nel 2012 sono salite a 3300 e nei primi sei mesi di quest'anno il loro numero ha già raggiunto le 4300 unità. Il 42% dei cittadini stranieri trova un lavoro entro i primi tre mesi di disoccupazione mentre il 17% rientra nella categoria dei disoccupati di lungo periodo, oltre i 12 mesi.

Il direttore scientifico del progetto Hermann Atz ha quindi illustrato nel dettaglio gli aspetti più significativi della ricerca che comprende anche un ventaglio particolarmente interessante di proposte operative. Lo studio aveva come obiettivi la rilevazione statistica delle attuali occupazioni e delle qualificazioni professionali della manodopera immigrata; l'analisi delle cause della supposta discrepanza fra le effettive competenze e il loro attuale impiego; l'elaborazione di un pacchetto di misure da adottare per una migliore conciliazione fra domanda e offerta di lavoro.  

Per raggiungere questi obiettivi, ha illustrato Elena Avanzo di apollis, sono state effettuate 674 interviste face-to-face con lavoratori stranieri in età compresa tra i 18 ed i 65 anni nel periodo luglio-settembre 2012. Dalla ricerca è emerso in maniera chiara che il livello di istruzione delle persone immigrate è leggermente superiore rispetto alle forze lavoro totali, in particolare le donne. Le professioni svolte per il 4,3% comprendono professioni qualificate (infermiere, piccoli imprenditore), per il 32% addetti alle attività commerciali/servizi (cuochi, badanti, addetti alle vendite), il 23% sono artigiani ed operai specializzati (edili o metalmeccanici) il 41 lavora in professioni non qualificate (pulizie, magazzinieri).

Le aree in cui l'istituto apollis propone l'adozione di una serie di interventi riguardano rispettivamente:  la mediazione al lavoro, la formazione continua, il riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche professionali; la promozione professionale, il coordinamento delle politiche di integrazione.

Al termine dell'illustrazione della ricerca la signora Honglin Yang, componente della Consulta provinciale degli immigrati, ha quindi illustrato alcune delle principali difficoltà che incontrano i lavoratori stranieri nel mercato del lavoro locale.

Tra queste, in primo luogo, la difficoltà nel riconoscimento dei titoli di studio acquisiti nei loro Paesi d'origine. Molto spesso in questo ambito i lavoratori stranieri scontrano a vari livelli (ambasciate, uffici a livello centrale e locale) con difficoltà e rigidità burocratiche che rendono ancora più complesso il loro inserimento nel mondo del lavoro.

Alleghiamo la documentazione presentata nel corso della conferenza stampa

FG

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