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Stocker: presentazione ricerca IPL sui modelli di welfare state in Europa

Presentata oggi, 25 febbraio, dall’Istituto per la promozione dei lavoratori (IPL), una ricerca sui modelli di welfare state in Europa, alla presenza del presidente dell’Istituto Toni Serafini e dell’assessora provinciale al welfare Martha Stocker.

L'assessora Martha Stocker, il presidente dell'IPL Toni Serafini ed il direttore dell'IPL Stefan Perini hanno presentato i risultati dello studio sul welfare in Italia

Lo studio dell'IPL sul "Welfare state",  presentato questa mattina, analizza la spesa sociale italiana rispetto a quella di altri Paesi europei, sfatando alcuni luoghi comuni rispetto al welfare. Non è vero che l'Italia ha un'elevata spesa sociale. Infatti la spesa sociale in Italia raggiunge il 29,9% del PIL (con 7.017 € pro-capite annui), mentre nei 27 Paesi dell'Unione europea ammonta mediamente al 29,4% del PIL (pari a 6.907 € pro-capite all'anno). Quindi, la spesa italiana si colloca esattamente nella media europea. Quello che cambia molto tra i vari paesi europei è come viene suddivisa la spesa tra i vari settori del sociale.

Vero è che il welfare italiano si caratterizza per un'elevata spesa pensionistica (51,4% rispetto alla spesa pubblica totale), che corrisponde al 15% del PIL (media europea dell'11%). Bassa risulta invece la spesa sociale a favore delle famiglie italiane: appena 331 € pro-capite (1,3% del PIL), a fronte di una media europea di 553 € (2,3% del PIL).

Nel suo intervento l'assessora provinciale alle politiche sociali, Martha Stocker, ha sottolineato che il confronto dei dati, evidenziato dalla ricerca dell'IPL, "Ci consente di valutare se siamo sulla strada giusta con la nostra politica in campo sociale e di analizzare se i nostri investimenti in infrastrutture e nel trasferimento di servizi siano adeguate alle sfide.

Inoltre gli investimenti nel settore sociale non vanno intesi solamente come dei costi, bensì come investimenti nel futuro, per aiutare le persone e dare loro nuove opportunità, cosa questa che ha delle ripercussioni positive anche sull'economia nel suo complesso".

"Il welfare italiano è molto sbilanciato sulle pensioni, mentre investe poco sulle famiglie" ha quindi sottolineato Silvia Vogliotti che ha curato lo studio dell'IPL, "ed inoltre la spesa sociale italiana risulta inefficace nel far uscire le persone dalla povertà. Meglio sarebbe garantire più servizi ai cittadini, rispetto agli attuali contributi spesso esigui ed a pioggia, che pesano solo sulle casse pubbliche, senza indurre alcun effetto positivo."

Il sistema di welfare state italiano - che offre protezioni e risorse diverse non a seconda del bisogno, ma a seconda della categoria cui si appartiene - risulta inoltre poco equo. In Europa l'Italia si posiziona appena al 23° posto rispetto all'equità sociale, mentre primi in classifica sono i paesi nordici, che prevedono prestazioni universali, a prescindere dalla categoria di appartenenza, e molti servizi ai cittadini.

"In Europa serve maggior coesione sociale e quindi una maggiore equità sociale. E ciò si realizza anche attraverso un welfare universale minino europeo" ha sottolineato Toni Serafini, Presidente dell'IPL.

"Bisogna inoltre superare la concezione che la spesa sociale sia improduttiva, essa va vista in molti casi come un investimento nel futuro, quale parte integrante della crescita e dello sviluppo" ha concluso Stefan Perini, direttore dell'IPL.

La ricerca può essere scaricata dal sito web dell'Istituto all'indirizzo http://www.afi-ipl.org/images/pdf/welfare_1_it.pdf. Ulteriori informazioni possono essere richieste al direttore dell'Istituto Stefan Perini (Tel. 0471 41 88 30, stefan.perini@afi-ipl.org), nonché alla ricercatrice IPL Silvia Vogliotti (Tel. 0471 41 88 45, silvia.vogliotti@afi-ipl.org).

FG

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