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Mercato del lavoro in Alto Adige, dati e trend principali

Presentati i numerosi dati del nuovo numero di "Mercato del lavoro news": differenze di genere, età media, tipologia di contratti.

Resi noti questa mattina dall’assessora Stocker i dati raccolti nel nuovo numero di “Mercato del lavoro news”

La presentazione odierna del nuovo numero del bollettino “Mercato del lavoro news” ha offerto una panoramica molto ampia della situazione occupazionale della popolazione altoatesina e dei trend che caratterizzeranno alcune tra le principali attività lavorative e professioni. Nell’ambito dell’incontro con la stampa è stata preannunciata anche l’uscita di opuscoli che tratteranno tematiche specifiche, come ad esempio, in luglio, le strutture retributive dei vari settori occupazionali. L’assessora Stocker ha esemplificato l’enorme messe di dati riguardanti oltre 70 figure professionali citando, come esempio, la struttura anagrafica che caratterizza la professione medica: “In questo settore - ha detto la Stocker - attualmente, gli uomini sono poco più della metà con il 53%, ma mentre la loro età media è di 50 anni quella delle donne si aggira intorno ai 43 anni e quindi nel prossimo futuro in questo settore il rapporto tra i generi è destinato a capovolgersi. È importante dunque che ci confrontiamo per tempo con le conseguenze di questa trasformazione e teniamo quindi conto di fattori importanti come la conciliazione tra famiglia e  lavoro”.

Professioni maschili e femminili

Sempre in relazione al rapporto tra i generi nei vari settori occupazionali si può rilevare, sulla base dei dati resi noti questa mattina, che solo in pochi ambiti vi è un rapporto equilibrato tra uomini e donne. Un terzo degli uomini, infatti, lavora in ambiti professionali nel quale predomina il genere maschile e dove la presenza femminile si aggira intorno al 10%. Si tratta, nello specifico, del settore produttivo e dei campi di attività tecnico-artigianali. La percentuale di donne che svolge una professione "femminile" è con il 1 4% molto inferiore. Per contro, solo l’1 % degli uomini svolge una professione "femminile" e la stessa percentuale di donne svolge una professione "maschile". Nell’ambito dei dati non vengono analizzati solamente fattori come il genere, la cittadinanza, la durata dei contratti e l’età bensì vengono rappresentati i singoli settori economici nei quali i vari gruppi professionali operano e ciò lungo un arco temporale di sette anni.

Età media più bassa nell'artigianato

Per quanto riguarda l’età emerge in maniera chiara che i lavoratori nelle professioni artigianali hanno un’età media sensibilmente più bassa. Questo è ascrivibile, in larga parte, alla giovane età in cui si accede a queste professioni attraverso il tradizionale apprendistato e a un passaggio successivo alla professione autonoma. Un’età media superiore caratterizza, con qualche eccezione, i lavoratori delle professioni per le quali è necessario possedere per esempio una laurea. Riguardo ai settori nei quali vi è un’età media particolarmente elevata il direttore dell’Osservatorio del mercato del lavoro, Stefan Luther ha sottolineato che “in linea di principio sono possibili solamente due scenari: la scomparsa di questa specifica attività o la sfida di ripopolare questi settori professionali con forze giovani”. Un esempio di questa inversione di tendenza, secondo l’assessora Stocker, è rappresentato dal settore della falegnameria dove sino ad alcuni anni fa vi era una forte crisi ed oggi, al contrario, l’età media degli occupati è di 34 anni. Secondo il direttore della Ripartizione lavoro Helmuth Sinn, “le analisi svolte possono essere estremamente utili per la formazione e l’orientamento professionale. Così come per il mondo dell’economia che attualmente in Alto Adige attraversa auna forte congiuntura positiva. Nel contempo si riscontra la carenza di forza lavoro e soprattutto di personale altamente qualificato”.

Settori e tipologia di contratti

Dai dati pubblicati dall’Osservatorio del mercato del lavoro emerge che: la maggior parte dei lavoratori è attiva nelle professioni amministrative  (quasi 150 persone su 1000), il secondo settore più rappresentato è quello del commercio (con quasi 67 persone su 1000), e le professioni nel settore turistico-alberghiero.  In tutti questi settori la percentuale dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato supera il 75%. Le professioni con la percentuale più elevata di dipendenti a tempo indeterminato nel 2016 erano quelle dei forestali (100%), degli stradini (98,2%), e degli impiegati bancari allo sportello (97%). Le figure professionali con la più bassa percentuale di dipendenti a tempo indeterminato sono quelli dei cernitori di frutta (5,3%), degli ausiliari agricoli (7,6%) dei massaggiatori e delle babysitter. Va inoltre sottolineato che queste attività ausiliarie denotano percentuali particolarmente elevate di lavoratori stranieri, per lo più extracomunitari.

FG

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