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Stranieri e misure di integrazione nelle Regioni alpine: vertice a Bressanone

Le misure da adottare per favorire la partecipazione, la responsabilità e l'inserimento dei cittadini stranieri: sono gli argomenti al centro del convegno "Migrazione e integrazione" apertosi oggi (14 ottobre) a Bressanone su iniziativa dell’Arge Alp e della Ripartizione provinciale lavoro.

La tre giorni al Forum brissinese è dedicata alle esperienze e alle buone pratiche di integrazione di cittadini immigrati nelle Regioni aderenti alla Comunità di lavoro Arge Alp (Baviera, Grigioni, San Gallo, Ticino, Alto Adige, Trentino, Lombardia, Salisburgo, Tirolo e Vorarlberg). Un tema tanto più sentito in considerazione del fatto che la Giunta provinciale sta completando il disegno di legge con le misure per l’integrazione dei cittadini stranieri. A fine 2009 erano 39.156 gli stranieri residenti in Alto Adige, il 7,8% della popolazione. Un dato, quello altoatesino, inferiore a quello delle Regioni vicine: in Tirolo gli stranieri sono il 10,7%, in Trentino l’8,2%, in Vorarlberg il 13%.

"La presenza di cittadini immigrati in Alto Adige è un fenomeno in crescita dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Crediamo che sia decisivo sviluppare adeguate politiche di integrazione e partecipazione dei cittadini stranieri nell'interesse comune dello sviluppo sociale ed economico del nostro territorio", sottolinea l'assessore provinciale al lavoro Roberto Bizzo, presente all'apertura del simposio. Primo relatore è stato Maurizio Ambrosini, docente di scienze politiche all’Università di Milano, che tra l’altro ha affrontato il tema dell’integrazione oltre la politica e le sue retoriche: ha sottolineato che la politica non può tutto, è fatta di azioni diverse (welfare, educazione, ecc.), e richiede una dimensione locale nel settore dell’immigrazione. Il docente ha poi ricordato che le retoriche possono fare male: legittimano la xenofobia e induriscono i comportamenti. In definitiva, l’integrazione va vista come prodotto dell’azione di vari attori sociali, incluse le comunità ecclesiali, fino ai semplici cittadini nei rapporti nella vita quotidiana.

A seguire il professor Radostin Kaloianov dell’Istituto di ricerca sui conflitti di Vienna ha analizzato modelli pratici di politiche di integrazione, basati su misure chiare adottate su tre fronti: sul piano giuridico, nelle qualificazioni linguistiche e professionali, nei servizi di consulenza. Queste misure sono riuscite a cambiare la relazione tra i diversi gruppi sociali sul territorio. I lavori del simposio internazionale proseguono fino a sabato tra interventi e tavole rotonde dedicate a buone pratiche ed esperienze concrete di integrazione in varie realtà dell’arco alpino. Prevista anche la creazione di gruppi di lavoro che analizzeranno i modelli di successo nel campo dell'integrazione per elaborare progetti attuabili nelle regioni di Arge Alp.

 

  

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