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Mercato del lavoro: occupazione in crescita solo dello 0,1 per cento

A fronte di una crescita minima dell'occupazione dello 0,1 per cento nel periodo compreso fra l'ottobre 2011 ed il settembre 2012, si registra un aumento di circa il 10 per cento delle persone iscritte nelle liste di disoccupazione.

Presentato il Rapporto sul mercato del lavoro in provincia di Bolzano 2012

Nel presentare il "Rapporto sul mercato del lavoro in provincia di Bolzano 2012" l'assessore provinciale competente, Roberto Bizzo, ha fatto presente come per la prima volta dopo dieci anni si registrano risultati non così positivi. Gli occupati dipendenti (in totale 194.584) registrano un incremento dello 0,1 per cento. Nel 2011 vi era stato un incremento dell'1,1 per cento. Un altro dato preoccupante è l'avvicinamento al 4 per cento del dato riferito ai disoccupati, segno che la crisi si fa sentire anche in Alto Adige nonostante gli sforzi che la Giunta provinciale ha messo in atto per garantire sicurezza di lavoro ed un futuro lavorativo per i giovani. Sui tre settori su cui si fa convergere gli sforzi due hanno un ritorno positivo, quello dei giovani e delle donne, mentre non vi sono ancora buoni risultati sulla categoria delle persone over 50 in cerca di lavoro (1.968 registrati nel 2012 a fronte di 989 del 2008), di cui non sempre è facile la loro riconversione. Risultano disoccupati 2.054 giovani sotto i 30 anni, ma il 52 per cento riusulta disoccupato per meno di tre mesi. 
Dati preoccupanti soprattutto per il settore dell'edilizia con un meno 3,8 per cento e per i trasporti con un meno 2 per cento. Dati in crescita, invece, per il Settore albeghiero con un più 1,8 per cento. A tal riguardo il direttore dell'Uffiico osservazone del mercato del lavoro, Stefan Luther, ha sottolineato come vi sia un saldo positivo dei posti di lavoro nel Settore alberghiero e della ristorazione ed un incremento dei posti a tempo indeterminato (i posti a tempo indeterminato aumentano di 700 unità, mentre vi è un calo di quelli a tempo determinato di 600 unità).
Trend positivo anche per il Settore Sanità ed assistenza sociale con un più 1,5 per cento.
Un dato positivo, come ha sottolineato Bizzo, è quello riferito all'occupazione femminile che registra una crescita dell'1 per cento e si attesta su un 67 per cento, superando il parametro indicato dalla UE del 65 per cento.
Da parte sua il direttore della Ripartizione lavoro della Provincia ha ricordato come in Alto Adige si registri un'elevata partecipazione al mercato del lavoro delle persone di età compresa fra i 20 ed i 64 anni con una quota del 76 per cento (già raggiunta la quota del 74 per cento indicata dalla UE come obiettivo per il 2020), con una percentuale dell'84 per cento fra gli uomini e del 67,8 per cento fra le donne.
La percentuale dei lavoratori extracomunitari, escludendo il settore pubblico, si attesta sul 17 per cento. 
L'importanza dei lavoratori stranieri per l'economia locale, come ha fatto presente Sinn, non è limitata ad un particolare periodo dell'anno (nello specifico, quello legato alla raccolta delle mele). A conferma di ciò, in nessun giorno del 2011 il numero di lavoratori stranieri è sceso sotto quota 22 mila, mentre da metà giugno ad ottobre inoltrato tale ammontare è risultato superiore a 30 mila unità. Sull'altro fronte, nel corso del 2011 il numero di cittadini italiani iscritti nelle liste di persone in cerca di lavoro non ha mai raggiunto le 9 mila unità.

Prendendo in esame la disoccupazione giovanile, Luther, ha sottolineato come essa non costituisca un problema grave sul mercato del lavoro in provincia di Bolzano. I giovani disoccupati di età inferiore ai 30 anni sono al 7 per cento. Il processo di inserimento nel mercato del lavoro può essere analizzato osservando come le forme contrattuali dei 24-enni si stabilizzino dopo 3-4 anni di lavoro: confrontando la loro condizione occupazionale dopo 36 mesi, si nota la tendenza a mantenere la tipologia contrattuale o a sostituirla con un contratto a tempo indeterminato. Normalmente, così Luther, dopo 3 anni di permanenza nel mercato del lavoro, solo l'1-2% è iscritto nelle liste dei disoccupati e solo l'1-2% lavora come interinale, Co.co.pro. o "a chiamata".

Un particolare aspetto della condizione giovanile, che va oltre il semplice tasso di disoccupazione, come ha fatto presente Luther, consiste nell'osservare quanti giovani non svolgono attività lavorative, scolastiche o formative, ovvero i cosiddetti "NEET". In provincia di Bolzano nel 2010 i NEET erano il 10 per cento di tutti i giovani con meno di 30 anni: si tratta di circa 8.500 giovani di cui circa 3.500 in cerca di lavoro. Si tratta di un valore poco preoccupante. Una percentuale di NEET così contenuta è dovuta anche al basso tasso di disoccupazione giovanile. Questo fa anche pensare che non siano molti i giovani che non cercano lavoro perché scoraggiati dalle scarse opportunità occupazionali. Senz'altro un numero non irrilevante di NEET, soprattutto tra le donne, è riconducibile a scelte lavorative fatte in concomitanza con la maternità.

SA

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