News

5.11.2004 - Commercio equo: un’occasione di crescita e riscatto

Se ne è parlato nel corso del convegno “Le radici nel futuro: 15 anni del commercio equo e solidale”, ospitato oggi presso l’Eurac di Bolzano. Molte le testimonianze di produttori del Sud del mondo.

Come può cambiare la vita di un contadino del Terzo mondo quando i suoi prodotti, anziché essere venduti ad una multinazionale, trovano la via del commercio equo e solidale? In breve, egli riesce a vivere del suo lavoro, anziché a sopravvivere. E la differenza non è poca. È quanto ha testimoniato, fra gli altri, il rappresentante dell’Apicoop cilena Juan Eduardo Henriquez nel suo intervento al convegno “Le radici nel futuro: 15 anni di commercio equo e solidale”, organizzato dalla Presidenza della Provincia autonoma di Bolzano – Ufficio Affari di Gabinetto/Cooperazione allo sviluppo insieme al consorzio CTM –altromercato, nato in Alto Adige nel 1988. Ospitato quest’oggi nella sede dell’Eurac, a Bolzano, il convegno rientrava nelle Giornate per la Cooperazione promosse dal ministero degli Affari Esteri per valorizzare l’azione di assistenza umanitaria che l’Italia realizza nel mondo, e far luce sulle attività in questo senso di Regioni, province e Comuni.

“Il commercio equo”, ha detto il presidente della Provincia Luis Durnwalder nel suo intervento di saluto, “è un importante strumento per l’aiuto all’autoaiuto nel Terzo mondo. Permette di creare lavoro e di offrire condizioni di vita dignitose. Per questo motivo la Provincia autonoma di Bolzano ha finanziato fino ad oggi, attraverso la Cooperazione allo sviluppo dell’Ufficio Affari di Gabinetto, ben 51 progetti che rientrano in questo settore”. Questo tipo di commercio rappresenta, secondo Durnwalder anche “un’importante occasione di sensibilizzazione delle popolazioni occidentali, che acquistando un prodotto si informano anche sulle condizioni di produzione e sulle zone di provenienza di questo”.

Il convegno è stato un’importante momento di incontro tra i rappresentanti dei produttori del Terzo mondo e quelli delle società e cooperative che si occupano della commercializzazione equa e solidale dei loro prodotti. Fra gli altri, l’ecuadoregno Luis Macas ed Angela Gomes, del Bangladesh, hanno portato testimonianze concrete delle condizioni di produzione dei contadini del terzo mondo e degli vantaggi recati dalla rete commerciale equa e solidale. Rudi Dalvai, della International Fair Trade Association, ha invece dato conferma dell’efficacia dei controlli su questo tipo di commercio: “Grazie a monitoraggi a diversi livelli”, ha infatti spiegato, “possiamo dare al consumatore la certezza che i prodotti che acquista nelle botteghe del mondo e negli scaffali del commercio equo nei supermercati sono stati davvero realizzati senza sfruttare le risorse e le popolazioni del Terzo mondo”.

Anche il cingalese Fernando Tyrell e la filippina Geraldine Mayo Labradores hanno testimoniato il miglioramento delle condizioni di vita dei contadini dei loro Paesi affiliati alla rete del commercio equo, in particolare per commercializzare rispettivamente spezie e mango. Il docente dell’Università Tor Vergata di Roma Leonardo Becchetti ha invece illustrato nel dettaglio il mondo della distribuzione dei prodotti attraverso il commercio equo e solidale, spiegando come la quota di mercato attuale sia inferiore di 20/30 volte rispetto a quella potenziale: un miglioramento si potrebbe avere attuando una sinergia con le istituzioni internazionali, promuovendo una migliore conoscenza dei principi che ispirano il commercio equo e creando una rete più dettagliata di punti di distribuzione, in modo di ridurre la distanza tra acquirenti e negozi. (Autore: MC)

MC