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Disturbi alimentari: accesso più semplice e flessibile al trattamento

Accesso a bassa soglia ai servizi per i disturbi alimentari e più flessibilità per le cure: questo l'obiettivo delle modifiche adottate oggi per la cura delle persone con disturbi alimentari.

Secondo i dati elaborati dall'Azienda sanitaria dell'Alto Adige, negli ultimi anni è stato osservato un aumento dei casi di disturbi alimentari come la bulimia o l'anoressia tra i giovani altoatesini di età compresa tra i 12 ei 15 anni. La pandemia ha ulteriormente intensificato questo fenomeno: ad esempio, il numero di casi presi in carico dopo la pandemia è aumentato del 30%. Poiché i disturbi alimentari sono sempre di più, e sempre più giovani necessitano di cure, la Giunta provinciale ha deciso oggi di apportare modifiche all'assistenza dei pazienti con disturbi alimentari. Il presidente ed assessore provinciale alla salute, Arno Kompatscher, sottolinea: "I disturbi alimentari sono un tema di grande attualità. I dati dimostrano che un numero sempre maggiore di pazienti viene trattato sia come paziente ambulatoriale che come paziente ricoverato. Per questo riteniamo importante rendere l'accesso a questi servizi il più possibile a bassa soglia e flessibile, e soprattutto adeguato alle esigenze delle persone in cura".

Uno dei cambiamenti riguarda l'invio dei pazienti alle strutture specialistiche da parte di tutti gli specialisti ospedalieri che possono fare una diagnosi appropriata di disturbi alimentari (ad esempio, psichiatria, psichiatria dell'età evolutiva, pediatria, medicina interna, gastroenterologia e servizio nutrizionale). Inoltre, è stata abbassata l'età di accesso ai servizi: da 14 a 12 anni per il centro diurno e da 16 a 14 anni per la comunità terapeutica riabilitativa. Inoltre, è stata creata la possibilità di adattare e personalizzare l'accesso minimo ai servizi, che attualmente è di tre ore, alle esigenze dei pazienti. "La salute mentale purtroppo è spesso ancora un argomento tabù. È necessaria una sensibilizzazione e, soprattutto, una normalizzazione del fatto che nessuno deve vergognarsi di chiedere aiuto a uno specialista", ha dichiarato Kompatscher.


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