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Equal Pay Day: divario salariale, ineguaglianza da eliminare

A 10 anni dal primo Equal Pay Day in Alto Adige, esperti e politici concordano sulla necessità di eliminare gli ostacoli che provocano la forbice salariale fra uomini e donne.

14 aprile conferenza Equal Pay Day – Quo vadis?: in alto da sx le esperte Zulehner e Vogliotti e l’assessore Achammer, in basso il presidente Kompatscher e Messner direttrice Agenzia stampa e comunicazione. (Foto: ASP)

La Commissione provinciale pari opportunità, assieme a tante organizzazioni femminili e istituzioni altoatesine, il 23 aprile 2021 torna a ricordare la differenza salariale esistente fra gli stipendi percepiti dalle lavoratrici rispetto a quelli dei colleghi maschi con la decima giornata d’azione Equal Pay Day. Questa differenza, indicata come Gender Pay Gap, definisce la differenza tra lo stipendio medio di un lavoratore e quello di una lavoratrice. Nel 2019 in Alto Adige una lavoratrice ha guadagnato giornalmente in media il 17% in meno rispetto a un lavoratore, sia nel settore privato che in quello pubblico (17,8%). Le cause della forbice salariale fra donne e uomini e le possibili soluzioni sono state il tema al centro del convegno online Equal Pay Day – Quo vadis? tenutosi nel tardo pomeriggio di ieri (14 aprile) sul canale YouTube della Provincia.

Piano strategico per favorire il lavoro femminile

"Il divario salariale è inaccettabile e costituisce un’ineguaglianza da eliminare", ha affermato il presidente della Provincia Arno Kompatscher introducendo i lavori del convegno, facendo presenti i passi già compiuti e ricordando il piano strategico al quale la Provincia sta lavorando assieme ai partner sociali e alla Commissione. Negli ultimi 10 anni obiettivo della Commissione è stato quello di socializzare la problematica del divario salariale e pensionistico e sensibilizzare la popolazione e rendere consapevoli le donne con studi e analisi del fenomeno su base scientifica. “Ora servono politiche attive del lavoro”, ha fatto presente Donatella Califano, vicepresidente della Commissione. A tal proposito l’assessore provinciale al lavoro Philipp Achammer ha affermato: “Il nostro obiettivo è di raggiungere una quota di partecipazione delle donne al mercato del lavoro del 77% entro il 2024 (nel 2020 era del 69,9%)”. Con il Piano strategico al quale la Provincia sta lavorando assieme ai partner sociali si punta a implementare misure per potenziare la conciliabilità fra famiglia e lavoro tramite nuovi modelli per flessibilizzare il lavoro. Altri punti sono ridurre l’abbandono del lavoro per la nascita dei figli e sostenere e tutelare l’imprenditoria femminile e migliorare l’accesso delle donne a lavori di qualità elevata puntando anche all’orientamento scolastico e formativo mirato. “L’unica tendenza possibile per una società moderna è abbassare gli ostacoli ancora esistenti con politiche attive del lavoro nelle varie fasi e nei vari settori”, ha concluso Achammer.

Gender pay gap, fenomeno multicausa

Silvia Vogliotti, dell’Istituto per i lavoratori AFI-IPL, ha inquadrato il Gender Pay Gap in vari ambiti con dati alla mano e affermato: “Il gap nasce prima dell’entrata nel mondo del lavoro e costituisce un circolo vizioso che si autoalimenta e che deve essere spezzato”. L'analisi dei dati, come ha riferito, mostra che c'è un divario retributivo di genere a tutti i livelli e, per quasi tutte le caratteristiche studiate, c'è una differenza a favore degli uomini. Si tratta di un fenomeno multicausa che deriva dall'effetto combinato di diversi fattori, sia culturali, per stereotipi di genere, che legati all'organizzazione del lavoro e alla società, con tassi più alti di occupazione a tempo parziale tra le madri. “I ruoli di genere hanno anche una forte influenza sulle scelte educative e occupazionali delle donne, che sono spesso concentrate in certi settori dell'economia, così come in profili lavorativi a basso reddito, e sono culturalmente meno propense a chiedere aumenti di stipendio e indennità e non riescono a fare straordinari a causa del loro doppio carico di lavoro, fuori casa e in famiglia dove prestano oltre 10 ore di lavoro settimanali non retribuite”, ha spiegato Vogliotti. Il divario retributivo nel medio-lungo termine, anche per il sistema contributivo, porta successivamente al divario pensionistico, il cosiddetto gender pension gap, e al rischio povertà in tarda età. A causa della pandemia, inoltre, ora si può parlare di una vera e propria recessione per le donne, she-cession, come ha fatto presente Christine Zulehner, docente di politica economica presso l’Università di Vienna che ha parlato anche di ostacoli legati alla conciliabilità di famiglia e lavoro e quindi di minori tempi di lavoro lavorati come fattori empirici che inducono al divario salariale, oltre che alle scelte professionali dovute agli stereotipi di genere. Tra le misure volte a ridurre la forbice salariale l’accademica ha indicato la messa a disposizione di strutture di assistenza ai bambini, ala suddivisione dei congedi parentali su entrambi i genitori, ed anche la pubblicazione dei redditi femminili nelle aziende.

Invito a partecipare all’Equal Pay Day il 23 aprile

La presidente della Commissione provinciale per le pari opportunità delle donne, Ulrike Oberhammer, infine ha affermato “La Commissione continuerà ad impegnarsi affinché le donne siano ascoltate dalla politica e che possano avere la parte che loro spetta nella società” rivolgendo quindi l’invito a tutti, donne e uomini, il 23 aprile in occasione del 10° Equal Pay Day di portare le borse rosse dell’azione quale segno della richiesta comune di ridurre la forbice salariale. Ulteriori informazioni sulla giornata d’azione, che si svolge in tutto l’Alto Adige grazie all’adesione di 62 organizzazioni, saranno diffuse con un apposito comunicato stampa.

ASP/sa

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