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Martin von Payrsberg e Sophia von Breisach contraggono matrimonio (27 gennaio 1521)

Archivio Payrsberg, n. 466

Payrsberg, n. 466

Per la nobiltà della prima età moderna il matrimonio era uno strumento per stringere relazioni con altri casati di identico o di più alto lignaggio e mantenere all’interno della propria cerchia denaro e proprietà terriere. Un contratto matrimoniale dettagliato e accuratamente formulato era a tal fine di centrale importanza. Esso regolava infatti i rapporti economici tra i contraenti, soprattutto della sposa nel corso del matrimonio così come il suo sostentamento nel caso di vedovanza.
Anche nel contratto matrimoniale stipulato nel gennaio 1521 da Martin von Payrsberg e la sua terza moglie Sophia von Breisach la questione economica è fondamentale. In occasione della sottoscrizione del contratto sono due tutori a rappresentare Sophia, figlia di Marquard von Breisach e di Blanka von Arco, entrambi all’epoca già deceduti. La quota di eredità paterna e materna garantiva in dote alla sposa 1500 fiorini renani, che dovevano essere versati da suo fratello Franz e per ottenere i quali Sophia rinunciava ad ulteriori lasciti ereditari –prassi in uso presso la nobiltà e volta a evitare la frammentazione del patrimonio familiare. Franz von Breisach doveva liquidare la dote in contanti entro un anno o sottoscriverla sotto forma di canoni e redditi fondiari.
Spettava inoltre in dote a una sposa un lascito sottoforma di denaro contante, gioielli, abiti o mobilio. A Sophia furono assegnati 300 fiorini, dalla cui somma fu però sottratto il valore dei gioielli a lei appartenenti. In cambio lo sposo prometteva un "dotalicium antelectum" dell’ammontare di 600 fiorini e vari preziosi, impegnandosi a porre in garanzia le sue proprietà terriere. Questo denaro serviva per il sostentamento della moglie in caso di vedovanza e in base all’ordinamento giuridico tirolese doveva essere separato dal patrimonio del coniuge e lasciato in eredità, un riferimento a riguardo si trova anche nel presente contratto.
Il contratto matrimoniale fu autenticato dai sigilli dello sposo, a seguire di Sigismondo Thun, canonico del capitolo di Trento e Bressanone, e di entrambi i tutori della sposa. Come testimoni sono nominate altre personalità della cerchia vicina alla coppia di sposi.
Nel suo testamento del 1546, dopo anni di apparentemente felice matrimonio, Martin von Prayrsberg († 1551) garantì alla moglie non soltanto la quota ereditaria di vedovanza stabilita in precedenza, bensì, in virtù dell’amore, della fedeltà e dell’amicizia a lui dimostrate, nominò la consorte reggente del suo intero patrimonio mobiliare e immobiliare. Sophia von Breisach morì nel 1558, soltanto pochi anni dopo suo marito.

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