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Paesaggio in trasformazione – pianificazione territoriale e piani di utilizzo urbano del territorio

La pianificazione territoriale si occupa dell’uso sostenibile del territorio e della protezione dell’ambiente. Fino alla fine degli anni Cinquanta, la risorsa dello “spazio vitale” in Alto Adige fu gestita in modo piuttosto spregiudicato. Solo all’inizio degli anni Settanta l’attività edilizia privata e commerciale fu temporaneamente posta sotto controllo attraverso l’esercizio delle competenze già previste nel primo Statuto d’autonomia.

Con il Piano provinciale di sviluppo e coordinamento territoriale (LEROP) doveva essere raggiunto uno sviluppo equilibrato nei settori dell’economia, della cultura, del sociale e dell’ecologia. ApBz, Ripartizione urbanistica, n. 782.

Il Boom edilizio e la dispersione urbana
Nella convinzione di dover recuperare l’enorme ritardo economico, dopo il 1945 cominciò il boom edilizio, favorito da un gran numero di attori sociali, sia da costruttori privati sia dalle grandi imprese industriali, e ampiamente sostenuto dai politici. Se da un punto di vista socioeconomico si trattò di uno sviluppo necessario, l’altro lato della medaglia fu tuttavia la scarsa o nulla considerazione in cui furono tenuti l’aspetto ecologico, la tutela della natura e dell’ambiente. Tra il 1960 e il 1980 furono edificati 40 km2 dei 450 km2 di spazio abitativo effettivamente disponibile in Alto Adige. In altre parole, in questi 20 anni fu consumata più terra che in 2000 anni di storia degli insediamenti.

Il grand seigneur della tutela del paesaggio in Alto Adige
Uno dei protagonisti nell’ambito della tutela del paesaggio fu il consigliere provinciale Alfons Benedikter (1918–2010). Già nel 1957 fu uno dei promotori della prima legge altoatesina sulla tutela del paesaggio. Nel 1970, insieme ai suoi collaboratori, redasse la nuova legge urbanistica provinciale con l’obiettivo di frenare e regolare l’espansione urbana e l’uso estensivo dello spazio abitativo, soprattutto ad opera di un’economia avida di risorse. Tra le altre cose, stabiliva che tutti i comuni altoatesini dovessero presentare un piano di sviluppo e calcolare il fabbisogno di terreni edificabili per i successivi dieci anni. Inoltre, l'edificazione in aperta campagna, fino ad allora possibile e comunemente praticata, veniva ora vietata.

L’attenuarsi dell’efficacia della legge urbanistica provinciale L’eredità di Benedikter andò affievolendosi sempre di più verso la fine degli anni Ottanta. Nel periodo tra il 1988 e il 1997 furono rilasciate concessioni edilizie per 36 milioni di metri cubi. Nel 1992 la legge urbanistica provinciale del 1970 fu novellata; Martin Schweiggl, a lungo direttore dell’Ufficio pianificazione paesaggistica, scrive a riguardo: „Während man zu Benedikters Zeiten die geltenden Bestimmungen noch auswendig im Kopf behalten konnte, brauchte es später einen dicken Ordner, um sich im Dschungel der verschiedenen Gesetzes- und Durchführungbestimmungen, Kubaturverschiebungen und halbamtlichen Interpretationen bei Widersprüchen einigermaßen zweifelsfrei zurechtzufinden.“ (Mentre ai tempi di Benedikter si potevano ancora tenere a mente le norme in vigore, in seguito fu necessario un fitto raccoglitore per potersi districare nella giungla delle varie norme giuridiche e attuative, dei cambi di cubatura e delle interpretazioni semiufficiali nei casi di contraddittorietà).

Legge provinciale “Territorio e paesaggio”
Nel 2018 fu promulgata la legge provinciale “Territorio e paesaggio” che, tra le altre cose, stabilisce nuovamente un limite al consumo di suolo. L’attuale dibattito sullo sviluppo del turismo in Alto Adige (parola chiave: stop all’aumento dei posti letto) dimostra quanto sia esplosivo il tema e quanto diverse siano ancora le opinioni in merito.

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