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La Didattica a Distanza vista da...Scuola professionale Einaudi per l’Artigianato e l’Industria
378 studenti a tempo pieno e 172 apprendisti per un totale di 40 classi: la Scuola Einaudi racconta la sua esperienza
La Scuola professionale Einaudi per l’Artigianato e l’Industria conta ad oggi 378 studenti dei corsi a tempo pieno che svolgono le lezioni con la modalità a distanza. “Si tratta di 24 classi, seguite da 88 docenti” specifica il direttore Mauro Bruccoleri “mentre in apprendistato abbiamo 172 studenti suddivisi in 16 classi. La scuola ha attivato dal 18 di marzo una piattaforma unica per la condivisione dei materiali e per le videoconferenze, ma all’inizio della quarantena sono stati utilizzati strumenti di diverso tipo (App per la messaggistica o altre piattaforme) per riuscire a contattare immediatamente gli studenti ed evitare così di perdere tempo prezioso per la didattica”.
Con l’introduzione di questi strumenti tecnologici nuovi, è stata attivata una formazione per i docenti e gli stessi studenti sono stati accompagnati nell’utilizzo della piattaforma. La scuola utilizza inoltre il registro elettronico per coordinare e gestire le attività. Come in altre scuole, anche presso la scuola Einaudi alcuni ragazzi hanno segnalato delle difficoltà a seguire le lezioni a distanza a causa della mancanza di dispositivi tecnologici: per questo la scuola ha acquistato 20 computer portatili e 20 tablet da assegnare in comodato d’uso agli studenti meritevoli, con difficoltà nella connessione.
In totale, da marzo a maggio, sono state sviluppate 1500 videolezioni sulla piattaforma, sulla quale sono anche stati assegnati compiti e verifiche. L’80% dei materiali utilizzati sono stati predisposti dagli stessi docenti, mentre per il 20% sono stati utilizzati tutorial o video e schede di lavoro presenti in rete.
“Non abbiamo dimenticato in questo momento gli studenti che possono attraversare un momento critico; per questo sono stati svolti dei videocolloqui individuali per sostenere e motivare gli studenti in crisi, che potevano anche essere a rischio abbandono”.
LB