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Analogico – Digitale


Quando parliamo di Internet e delle attuali “macchine” tecnologiche (telefonino, macchina fotografica, tablet, computer) parliamo sempre di “digitale” e, qualche volta, contrapponiamo a questo termine quello di “analogico”. Ma cosa queste parole esattamente significhino ed a cosa si riferiscono, molto spesso lo ignoriamo, forse anche perché la cosa non è per noi rilevante e ci basata poter usare il “digitale” per quello che ci serve  senza stare tanto a guardarci dentro.
“Analogico” e “digitale” sono termini che si incontrano  di continuo quando si parla di tecnologie (vecchie e nuove). Nel senso comune, ad “analogico” è associato un significato di “vecchio” o “passato” o “di  bassa qualità”; “digitale” è, invece sinonimo di “nuovo” o “innovativo” o “di qualità”. Questa distinzione da senso comune non è vera.
Una cosa da tenere ben presente quando si trattano queste questioni è che una cosa sono le definizioni dei due termini (cosa significano, da dove derivano, …), altro le implicazioni operative che esse hanno (perché si usa una  e non l’altra, quali le conseguenze, le implicazioni, i risultati…). Come dire, una cosa sono la legge di gravità universale (con cui ha a che fare anche il sole) ed altro è stare al sole a riscaldarci ed abbronzarci.
Altra cosa da avere presente è che tutto ciò che sta sotto la questione Digitale/Analogico non è cosa dei nostri giorni, la loro essenza non è nata con l’avvento delle “nuove” tecnologie; qui abbiamo a che fare con una delle problematiche più antiche del pensiero umano e rimanda a disquisizioni  filosofiche ed alla tematica delle variabili “continue” e “discrete”. Ma su queste non ci soffermeremo.

Per quanto riguarda le definizioni...
Innanzi tutto va tenuto presente che quando parliamo di Analogico e di Digitale ci riferiamo a modalità di rappresentare la misura di una quantità (sono “attributi di una quantità”), a modi in cui variano le grandezze che stiamo prendendo in considerazione (come un segnale audio, un segnale video, il colore, ….).

Analogica è una grandezza che varia con continuità: una variabile analogica può assumere un numero infinito di valori (ad esempio la distanza tra due punti nello spazio può assumere un numero infinito di valori).

Digitale è una grandezza che varia “a salti”: una variabile digitale può assumere solo un numero finito di valori (la durata di un giorno – ad esempio,  può assumere solo uno degli 85.000 valori se usiamo l’unità “secondo”, uno dei 850 mila valori se usiamo i decimi di secondo oppure uno degli 8 milioni e 500 mila se usassimo i centesimi di secondo; tante possibilità ma pur sempre finite, determinate).

Possiamo dedurre che il concetto di analogico è associabile ad una condizione di continuità, cioè in un probabile percorso qualcosa si muove mutando la sua collocazione attraverso infinite posizioni e definendole infinite escludiamo la possibilità di poterle numerare.
Con il digitale invece lo stesso percorso verrebbe diviso in tappe (step) ed anche se piccolissime e numerosissime sarebbe sempre possibile determinarne la quantità.

Forse un po’ di etimologia potrebbe aiutare:

  • il termine Analogico affonda le sue radici nell'unione di due parole greche e letteralmente è traducibile in "discorso simile" o "parola uguale" a seconda del contesto in cui è inserito,
  • Digitale invece deriva dal termine anglosassone "digit" che significa "cifra" e non "numero" come talvolta si dice erroneamente. Secondo altre interpretazioni, il “quasi sinonimo” digitale = numerico deriva dal francese numérique ; per i francesi la televisione digitale e la télévision numérique.


Attenti all’errore:
Talvolta, nelle traduzioni dall'inglese del termine digital, si riscontra l'utilizzo dell'aggettivo numerico anziché digitale. Questa scelta evita di ricorrere a quello che, da alcuni, viene ritenuto un "goffo calco" (bisognerebbe però considerare che l'inglese "digit" deriva dal latino "digitus" e digitus, nel senso di cifra, fu usato per la prima volta oltre mille anni fa da Gerberto d'Aurillac, il futuro papa Silvestro II); tuttavia il termine corretto è digitale, questo perché:

  • da decenni digitale è la parola italiana contrapposta ad analogico;
  • numerico e digitale NON sono sinonimi, digit significa cifra, non numero. L'essenza di un segnale digitale sta nel poter assumere un numero finito di stati; un numero reale rappresenta senza problemi un segnale analogico, una grandezza non cessa di essere analogica quando viene espressa con un numero;
  • spesso in un sistema digitale non c'è traccia di "numeri";
  • a chi volesse comprare un "orologio non numerico" si dovrebbe probabilmente vendere una clessidra…


La pratica
Passiamo ora alle implicazioni pratiche di queste due modalità di rappresentare le grandezze fisiche.
Fino a poco tempo fa tutti i dati con cui organizzavano le registrazioni audio o video, le immagini statiche, le trasmissioni di dati come la radio, la televisione, il telefono erano organizzati in forma di segnali analogici perché gli strumenti che le rilevavano, le “superfici” su cui venivano registrati ed i canali attraverso i quali venivano trasportati erano di tipo meccanico e fatti appositamente per quel tipo di segnale, anzi, erano uguali a quel segnale.
Pensiamo al colore: i colori che vediamo in un paesaggio altro non sono che un insieme bene organizzato di luce blu, rosso e verde nelle loro infinite gradazioni; la sua rappresentazione tramite una fotografia ha come base la combinazione di pigmenti (quindi oggetti fisici) blu, rosso e verde.  Possiamo dire che la rappresentazione di un paesaggio tramite una stampa fotografica è una rappresentazione analogica della realtà.

Con l’avvento dell’elettronica (che ha a che fare con grandezze fisiche trasformate  ed elaborate in segnali elettrici) le grandezze fisiche cominciano ad essere rappresentate attraverso segnali elettrici. Inizialmente  questi segnali elettrici erano di tipo analogico (elettronica che usa segnali continui, segnali che possono assumere l’infinita gamma di valori possibili, cioè  segnali analogici); successivamente e si è iniziato ad usare un tipo speciale di segnale che può assumere solo alcuni valori tra gli infiniti possibili, anzi può assumere due soli valori: la presenza o l’assenza del segnale. Se andiamo a guardare il livello base di una qualsiasi applicazione informatica ci accorgeremo che abbiamo una serie lunghissima di numeri “uno” e “zero”  dove “uno” è la presenza del segnale e “zero” la sua assenza.
Questa è l’elettronica “digitale”; digitale perché usa segnali non continui ma “a salti”. Questo tipo di elettronica è quella che ha permesso la nascita del moderno computer e dell’informatica (scienza e pratica della produzione di informazioni ed il loro  trattamento attraverso sistemi elettronici automatici).
I computer ed Internet funzionano solo con segnali di tipo digitale  e per questo sono chiamate “tecnologie digitali”.

Per “tradurre” in digitale l’esempio che abbiamo fatti in precedenza per l’immagine del paesaggio e la sua rappresentazione analogica, possiamo dire che la trasposizione di quell’immagine su supporto digitale avviene scomponendo la sua superficie in un numero finito (= discreto) di "punti" (detti pixel) ognuno dei quali in grado di assumere un colore tra i 16.777.216 possibili (cioè in una combinazione di 256 sfumature di rosso, 256 di verde e 256 di blu).
In linea di principio una rappresentazione (ad esempio di un suono o di una immagine) in modalità analogica dovrebbe generare un prodotto di qualità migliore di quando fatta in modalità digitale perché nel primo caso il segnale che origina il “prodotto” può assumere valori pressoché infiniti e può generare infinite  “sfumature” (nel nostro esempio,  del colore o del suono) mentre la sua versione digitale può contemplare solo un numero “finito” di opzioni o “sfumature”. In pratica non è sempre così perché nella realizzazione pratica intervengono altri fattori come l’usura dei supporti meccanici/materiali (es: il vinile di un disco, la pellicola di una foto) o la grande evoluzione e “finezza” dei dispositivi digitali.  

Concludendo
Unendo teoria e pratica possiamo concludere dicendo che analogico e digitale altro non sono che due modalità differenti per tradurre grandezze fisiche (suono, temperatura, spazio, elettricità, colore, umidità…) che per loro natura non sono visibili direttamente, in sistemi di rappresentazione che le rendano “visibili”  ed usabili; sono, anche, due differenti modalità di produzione, di  organizzazione e di trasmissione dei dati che rappresentano quelle grandezze fisiche.


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http://eos.pi.it/Approfondimenti/DA/
http://www.culturadigitale.net/?p=4
http://it.wikipedia.org/wiki/Digitale_%28informatica%29
http://it.wikipedia.org/wiki/Discreto_e_continuo
http://chitarre.accordo.it/articles/2010/02/32215/analogico-e-digitale-quali-differenze.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Analogico
http://it.wikipedia.org/wiki/Elettronica


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