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Mediazione salute, 481 casi in Commissione conciliativa dal 2005

Nel 2024 sono stati presentati 21 nuovi casi. L'organo di mediazione della Provincia si occupa di questioni di responsabilità in ambito sanitario e media in caso di controversie.

BOLZANO (USP). Nel 2024 la Commissione conciliativa per questioni di responsabilità in ambito sanitario della Provincia autonoma di Bolzano ha ricevuto 21 nuove richieste. Si tratta di un numero leggermente inferiore rispetto all'anno precedente (nel 2023 ci sono state 23 richieste). Complessivamente, dalla sua istituzione nel 2005, la Commissione conciliativa ha esaminato 481 casi. Nel 2024 sono stati chiusi 22 casi, come risulta dal bilancio attualmente disponibile.

L'organismo di conciliazione è stato istituito nel 2005, primo nel suo genere in Italia. Esamina i casi in ambito sanitario che riguardano possibili errori nella diagnosi o nel trattamento o la violazione dell'obbligo di informazione.

La Commissione aiuta a risolvere le controversie senza dover ricorrere ai tribunali. In questo modo, contribuisce a contenere i contenziosi e gli elevati costi assicurativi, afferma l'assessore alla Prevenzione sanitaria e salute Hubert Messner. “In questo modo entrambe le parti si risparmiano lunghi processi. Inoltre, la Provincia può investire i fondi pubblici risparmiati per migliorare la diagnosi e la terapia, a vantaggio dei pazienti”, spiega l'assessore Messner.

La durata media di una procedura di conciliazione di successo è di circa nove mesi. “Lavoriamo in modo obiettivo, imparziale e con competenze mediche specialistiche. Siamo punto di riferimento per i pazienti, ma anche per gli operatori sanitari e le strutture sanitarie interessate, affinché possano risolvere le loro controversie in modo relativamente rapido ed efficiente senza dover ricorrere al tribunale”, spiega il segretario della Commissione Christian Leuprecht.

Quasi un terzo di tutte le richieste di conciliazione riguarda il settore ortopedico. Seguono l'odontoiatria, la medicina d'urgenza, la medicina generale e altre specialità chirurgiche. I medici di medicina generale, invece, sono raramente coinvolti (1,66 per cento dei casi).

ASP/san/an