Il ritorno della lontra in Alto Adige
Il monitoraggio svolto dall'Ufficio Gestione fauna selvatica in collaborazione con l'Unione Pesca conferma la presenza della specie anche nelle acque dell'Alto Adige orientale.
BOLZANO (USP). Il monitoraggio 2024/25 della lontra, coordinato dall’Ufficio Gestione fauna selvatica in collaborazione con l’Unione Pesca Alto Adige, fornisce nuovi dati sul ritorno di questa specie nelle acque altoatesine. I rilevamenti positivi attestano l’espansione del predatore ittiofago, rigorosamente protetto, anche al di fuori del bacino idrografico della Drava, dove la sua presenza era già documentata.
Le prime segnalazioni della presenza di lontre lungo la Drava, nella zona di confine con l’Austria, risalgono al 2008. Negli anni successivi è stata documentata una graduale espansione lungo il fiume stesso e nel Rio Sesto. Tuttavia, il passaggio al vicino bacino idrografico della Rienza – distante appena tre chilometri – non si era ancora verificato. Nella primavera del 2024, però, la notizia dell’investimento di un maschio adulto di lontra in Val d’Ega ha sollevato molti interrogativi nel mondo della pesca. Si sarebbe trattato infatti del primo esemplare segnalato nel bacino dell’Adige da oltre mezzo secolo.
Durante lo scorso inverno, l’Ufficio Gestione fauna selvatica e l’Unione Pesca hanno svolto rilievi sistematici in aree prossime al confine. I campioni, effettuati soprattutto attraverso la ricerca di escrementi, secrezioni anali e impronte nei pressi di ponti e altri punti strategici, hanno confermato, per la prima volta, una colonizzazione al di fuori del bacino della Drava e del Rio Sesto, in particolare lungo la Rienza fino alla confluenza con il Rio Furcia e nei suoi affluenti: i rii di Casies, Anterselva e Braies.
Questi rinvenimenti segnano una tappa fondamentale nella ricolonizzazione del Nord Italia da parte della lontra, ormai presente anche nel bacino dell’Adige.
Incerta invece la presenza della specie sul versante austriaco, in particolare nella Valle Isarco e in Val Venosta, dove potrebbe essere stata ostacolata da molteplici fattori. Tra questi, la spinta demografica da parte della popolazione sorgente austriaca, la presenza di barriere strutturali o la mancanza di corridoi ecologici.
Sulla base dei risultati emersi dai rilievi, nei prossimi anni le indagini verranno integrate con analisi genetiche, per restituire un quadro più preciso sulla struttura e densità della popolazione di lontra in Alto Adige. In parallelo, verranno effettuati rilievi sull’ittiofauna per valutare l’impatto sui popolamenti ittici dei corsi d’acqua con presenza di lontra.
Il ritorno di una specie un tempo estinta rappresenta una sfida per la pesca, ma anche un nuovo compito per la tutela delle nostre specie ittiche.
Il rapporto dettagliato sul monitoraggio della lontra è scaricabile dal sito dell’Ufficio Gestione fauna selvatica.
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