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Giuseppe Verdi

Giuseppe Verdi. Cent'anni dopo: l'uomo, la musica, il dramma.

In occasione del centenario della morte di Giuseppe Verdi sono state organizzate, in Italia e nel mondo, un numero infinito di manifestazioni (allestimenti teatrali, riprese televisive, pubblicazioni di libri, incisioni discografìche ecc.) che non trovano riscontro per nessun altro compositore e musicista di pari importanza.
E tutto questo fervore di celebrazioni riguarda un autore già tra i più rappresentati in tutto il mondo, anche prescindendo dalle manifestazioni straordinarie per il centenario.
E' quindi impossibile concentrare in poche righe l'importanza della creazione verdiana nella storia della musica, spiegare il "fenomeno Verdi", sia per il livello del suo genio, sia per il lunghissimo arco temporale della sua stagione compositiva (oltre 50 anni), sia per la sua capacità incredibile di rinnovamento che gli fece toccare a 80 anni, con Falstaff, uno dei vertici del teatro musicale. Ma, al di là della sua importanza e del suo genio di musicista, l'opera di Verdi rappresenta, per noi italiani, come scrive Luigi Dallapiccola, "una sostanziale componente non direi solo della nostra educazione, ma anche della nostra vita e non parlo esclusivamente della sua musica, ma anche delle sue parole, anche di quelle che tante volte sono state poste in ridicolo. Si può dire lo stesso solo di un altro artista italiano: Dante Alighieri".
Accostarsi quindi all'opera di Verdi, conoscerne la biografia, leggere anche solo qualche lettera tratta dal vastissimo epistolario (che ne conta oltre 6000), penetrarne la drammaturgia infallibile, significa comprendere meglio le nostre radici culturali che affondano nell'800.
"Dotato come pochi - scrive Massimo Mila - di quelle antenne con cui gli artisti presentono l'avvenire, Verdi, già nel Nabucco, stava portando sulla scena un italiano nuovo, l'italiano di Masaccio, negli affreschi del Tributo, invece di quello di Botticelli o del Ghirlandaio, l'italiano scomodo di Dante e Machiavelli, invece che i simpatici scansafatiche del Decamerone, quel tipo d'italiano tutto d'un pezzo, duro come una roccia, raro a vedersi, in verità, ma che c'è e salta fuori solo quando ce n'è bisogno". La sua drammaturgia, pur complessa ed in divenire nel corso dei decenni della sua produzione, trova la sua sintesi forse più emblematica nella nozione di "parola scenica", un concetto espresso in una lettera del '70 a Ghislanzoni, librettista di Aida:
"Non so s'io mi spiego dicendo "parola scenica"; ma io intendo dire la parola che scolpisce e rende netta ed evidente la situazione." Sintesi ed icasticità sono indubbiamente le qualità primarie di questo concetto chiave della drammaturgia verdiana, una sorta di crocevia attraverso il quale transitano e si compenetrano l'azione drammatica, il testo poetico, la veste musicale. La musica di Verdi è divenuta, già durante la sua vita, ma ancor più in questi cento anni che ci separano dalla sua morte, patrimonio di tutti i popoli che proprio in occasione delle celebrazioni del 2001 si sono ritrovati nel giudizio di Goffredo Petrassi: "Lasciate che, almeno per Verdi, ci si abbandoni al fiume maestoso e riposante del giudizio comune, di tutti gli uomini, di tutte le lingue."

I libri

  • Verdi, Massimo Mila, a cura di Piero Gelli, Rizzoli, Milano, 2000
  • Tutte le opere di Verdi, Charles Osborne, Mursia, Milano, 1975
  • AA.VV. Le opere di Verdi, a cura di Giorgio Bagnoli, Mondadori, Milano, 2001
  • Verdi, un teatro in musica, Gilles de Van, La Nuova Italia, Scandicci, 1994
  • Tutti i libretti di Verdi (Introduzione e note di Luigi Baldacci con una postfazione di Gino Negri), Garzanti, Milano, 1984
  • Vita aneddotica di Verdi, Arthur Pougin, prefazione di Marcello Conati, Passigli (anastatica dell'edizione Ricordi), Firenze, 1989
  • Giuseppe Verdi: l'identità italiana, Orazio Mula, Il Mulino, Bologna, 1999
  • Introduzione a Verdi, Giuseppe Rausa, Mondadori, Milano, 2001
  • Il mio Verdi. Dodici opere di Verdi raccontate dai più grandi interpreti del nostro tempo, a cura di Angelo Foletto, Ed. Socrates, Roma, 2000
  • Verdi. Interviste e incontri, M. Conati, EDT, Torino, 2000
  • Verdi. Il romanzo dell'opera, Franz Werfel, Corbaccio, Milano, 2001
  • Le opere di Verdi, Julian Budden, 3 volumi, EDT, Torino, 1988