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Concessione alla SAD e firme degli atti: Widmann e Jellici sulle "accuse infondate"

Il conferimento della concessione alla SAD è un atto suffragato da parere legale e non solo, le denunce sono frutto di una lotta interna all'Assessorato, il direttore Vicini è stato sospeso dopo l'atteggiamento distruttivo dimostrato e confermato dai collaboratori: sono alcune delle puntualizzazioni dell'assessore provinciale alla Mobilità Thomas Widmann oggi (28 maggio) a Bolzano per fare chiarezza sui casi oggetto dell'attività della Magistratura, "che davanti a una denuncia è tenuta ad indagare. Collaboriamo con la massima trasparenza e siamo tranquilli perchè le accuse sono infondate."

L'assessore Widmann e il direttore di Dipartimento Jellici durante la conferenza stampa (Foto USP/Pertl)

A Palazzo Widmann l'Assessore alla mobilità e il suo Direttore di dipartimento hanno replicato punto su punto alle accuse del direttore dell'Ufficio trasporto pubblico locale Tristano Biagio Vicini: "Siamo tranquilli perchè sono accuse infondate a cui possiamo opporre ampia documentazione e pareri legali", ha detto Thomas Widmann. Riguardo al fatto di essere indagato, Widmann ha ricordato che "in presenza di una denuncia la Magistratura è tenuta ad indagare, e pertanto le iniziative di questi giorni non ci sorprendono perchè sono un atto dovuto."

Widmann ha ripercorso l'iter della concessione alla SAD della gestione delle linea ferroviaria della Val Venosta, confermata con il decreto in vigore in questi giorni: "Un rinnovo per 9 anni, secondo il parere fornitoci dall'Ufficio legale della Provincia, anziché 12, e che abbiamo studiato in maniera approfondita avendo come scadenza dicembre 2010, prima di un eventuale nuovo bando di gara." Widmann ha ricordato che la competenza sulla Merano-Malles è passata alla Provincia nel 1987 e che da allora il rilascio della concessione si è susseguito negli anni e nelle diverse legislature provinciali, sempre aggiornato in base alle modifiche dettate prima dall'assunzione di competenze primarie nel traffico ferroviario regionale, poi dalla richiesta allo Stato di ottenimento della licenza di impresa ferroviaria per la SAD, poi ancora dalle disposizioni UE del 2004 in merito a gestione del servizio e delle tracce. Dal 2006 la concessione era prorogata di anno in anno. "L'ultimo decreto è l'unica soluzione fattibile, la migliore per l'ente pubblico e per i contribuenti - ha aggiunto Widmann - in quanto rispetto ai 13,5 € al km chiesti da Trenitalia, con la SAD la Provincia resta sotto i 10 €: per la SAD nessun vantaggio, per la Provincia un notevole risparmio di denaro."

Rispetto alla presenza di Gianfranco Jellici nel CdA della SAD, Widmann ha ribadito che "già prima la SAD aveva la linea in concessione, e Jellici è membro di fiducia della Giunta provinciale nell'organismo: garantisce il rispetto dell'investimento delle risorse pubbliche." Lo stesso Jellici ha ricordato di essere nel CdA "per un obiettivo preciso della Giunta: verificare e favorire l'attuazione di progetti strategici sul piano del cadenzamento, dei servizi, dei km e quanto altro." L'assessore Widmann ha espresso la convinzione "che i miei collaboratori ed io siamo nel giusto e abbiamo sempre agito con correttezza."

Collegata alle questioni degli ultimi giorni è la creazione dell'Agenzia per la mobilità, approvata da Giunta e Consiglio provinciale, con il compito di pianificare e sovrintendere al funzionamento dell'intero servizio pubblico di trasporto locale. "Per pianificare e gestire questa struttura ci siamo accorti che serve un tecnico con qualità di manager e la figura prevista è quella di un ingegnere, non un avvocato", ha spiegato Widmann. Quindi non poteva essere il direttore Vicini. "E rispetto a quanto fatto con la nascita del BLS - ha aggiunto Widmann - in questo caso non sono stati cancellati uffici provinciali ma solo razionalizzate le competenze e spostati 8 collaboratori." È allora che però sarebbe iniziata "la lotta di potere interna all'assessorato" (così Widmann), con la serie di SMS e mail di Vicini, "alcuni anche incauti e minacciosi" che avrebbero intimato all'assessore di assumere provvedimenti di un certo tipo pena il ricorso ai magistrati. "Per questo la denuncia di Vicini non è stata una sorpresa, essendo stata preannunciata da mesi dallo stesso direttore se non ci fossimo adeguati alle sue osservazioni. Ma non ci facciamo ricattare, sull'Agenzia per la mobilità c'è tanto di pronunciamento della Giunta e del Consiglio provinciale," ha sintetizzato Widmann.

In merito alla sospensione dal lavoro del direttore Vicini, Widmann ha parlato di "atteggiamento distruttivo, comportamenti non corretti con i collaboratori, un clima di lavoro esasperato e continue lamentele sul mio tavolo, oltre a richieste di trasferimento." Il lavoro della Provincia, ha inoltre osservato Widmann, è stato rallentato dalla mancata consegna di documentazione richiesta al direttore d'ufficio e da atteggiamenti che avrebbero messo in cattiva luce l'ente pubblico. "Se l'attività della Ripartizione si configurava come irregolare, perchè il direttore Vicini non lo ha denunciato subito? E perché su moltissimi atti ha apposto la sua firma a riscontro della correttezza dell'iter del documento?" Sulla presunta falsificazione della firma dell'assessore, Widmann si è detto certo "che mai la mia firma è stata falsificata: i più stretti collaboratori possono apporre la loro sigla, tutti gli atti sono discussi con me e in cinque anni nessuno di questi è stato  contestato."

Il direttore di Dipartimento Jellici si è detto "frustrato, arrabbiato e demotivato: lavoro da 38 anni nella pubblica amministrazione, ho fatto esperienza in tanti settori e non ho né il carattere né l'etica per agire contro le normative vigenti." Jellici ha parlato di azioni a discredito di bassa specie e ha ribadito di non avere mai falsificato alcuna firma: "I decreti con la mia sigla sono l'approvazione del Direttore di dipartimento alla validità della procedura dell'atto amministrativo di direttori di Ripartizione o di ufficio." In conclusione l'assessore Widmann ha ricordato ai mass media che, "stante la mole di documentazione esaminata dalla Magistratura, migliaia di atti riferiti a cinque anni di lavoro, non possiamo né vogliamo commentare ogni nuovo fatto che potrà diventare di dominio pubblico. La Magistratura deve fare il suo lavoro, come é suo dovere, la Provincia intende collaborare con la massima trasparenza perché é nel suo interesse chiarire tutto e bene."

 

 

 

 

 

 

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