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Presa di posizione dell’assessore alla sanità riguardo a “Nursing up”

In merito alle dichiarazioni ed alla programmata azione da parte del sindacato “Nursing up“ l’Assessore alla sanità intende precisare quanto segue.

Dopo la riforma nazionale della formazione degli infermieri diplomati dell’anno 1992, per esercitare la professione di infermiere è necessario essere in possesso di un diploma di maturità di una scuola superiore quinquennale. Perciò l’amministrazione provinciale ha provveduto nel 1993 ad istituire con legge la Scuola provinciale superiore di sanità "Claudiana", dove, a partire dall’autunno 1996, si è iniziata la formazione dei primi corsi di formazione per infermieri professionali.

Il diploma della scuola triennale di formazione della Scuola provinciale superiore di sanità "Claudiana" consente di esercitare la professione in tutti i paesi dell’Unione Europea. Inoltre i diplomati sono in possesso di un diploma di laurea con il quale possono accedere ai corsi universitari per la continuazione degli studi. L’Assessore Saurer conferma che il profilo professionale del/la infermiere professionale negli ultimi anni ha subito un notevole cambiamento, dando agli infermieri più responsabilità gestionale e direzionale nella della loro professione.

Visti questi nuovi parametri, molti infermieri/e sono stati inseriti, a norma del nuovo contratto collettivo (2001) nella settima qualifica funzionale, riservata al personale che, dopo la maturità, è in possesso di un diploma di scuola universitaria almeno biennale. Il nuovo ruolo professionale è stato così onorato, dal punto di vista del contratto collettivo di lavoro. La categoria professionale è stata sempre più coinvolta nei processi decisionali.

È stata infatti prevista, con legge provinciale 7/2001, in tutte le Aziende sanitarie la direzione infermieristica e si è tenuto conto dell’aumentata autonomia gestionale e responsabilità decisionale. L’Alto Adige è stato una delle prime Province italiane a provvedere questa nuova modalità organizzativa. All’inizio non sono stati molti a credere nella necessità e nell’importanza di quest’importante processo di cambiamento all’interno delle Aziende sanitarie.

Come succede per ogni cambiamento, è stato necessario un lungo periodo di discussione e di contrapposizione per far maturare l’idea e convincere i collaboratori ed i dirigenti del concetto e della sua realizzabilità. Da poco sono state elaborate le linee guida a livello provinciale per permettere di sostenere e rafforzare il ruolo del servizio infermieristico nelle Aziende sanitarie. Questo processo è stato accompagnato dalla formazione in management dei futuri direttori infermieristici e dirigenti infermieristici in collaborazione con l’Università Bocconi di Milano e l’Università di Birmingham. 31 operatori del personale infermieristico e del personale sanitario tecnico hanno terminato tale formazione biennale in management.

L’Assessore ricorda che in ogni caso è sempre la persona, in quanto paziente e cittadino che utilizza i nostri servizi sanitari, ad essere al centro di tutti i nostri sforzi ed a fungere da riferimento di tutte le attività nel settore sanitario - sia a livello politico che operativo. Il sindacato “Nursing up“ dovrà spiegare meglio, partendo dal presupposto che sia il contratto collettivo che i nuovi modelli organizzativi nel settore infermieristico che la formazione tengono effettivamente conto del “nuovo” profilo professionale dell’infermiere, i veri motivi della “fiaccolata”.

“Nursing up“ dovrà rendersi conto che già il contratto collettivo dell’anno 2001 ha tenuto conto della superiore qualificazione professionale e dell’aumentata responsabilità degli infermieri. L’Assessore alla sanità rigetta tuttavia la critica che le proposte di “Nursing up“ non sono nemmeno state discusse, è vero invece che il nuovo contratto di comparto è attualmente in discussione e che ci sono già dei concreti risultati. Si meraviglia anche della critica indifferenziata alla qualità della formazione degli infermieri stranieri, dei quali la Provincia ha bisogno e che svolgono anche un buon lavoro. Che sia necessario un periodo di inserimento dovrebbe essere chiaro.

L’Assessore si dice convinto che sarà proprio il lavoro concreto ed il dialogo al tavolo delle trattative insieme agli altri partner sindacali, invece che queste azioni “dimostrative”, a portare a dei risultati soddisfacenti.

FG