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Accoglienza di persone senza fissa dimora: nuove linee guida in Alto Adige

Nuove “Linee guida per l’istituzione e la gestione di strutture di accoglienza per persone senza fissa dimora” sono in vigore in Alto Adige dopo il via libera della Giunta provinciale. Prevedono tra l'altro la creazione di strutture e il reinserimento delle persone alle prese con storie di disgregazione, difficoltà relazionali e psicologiche, rimaste non per libera scelta senza un luogo in cui vivere. Le linee guida indicano anche chi può essere accolto, la durata del servizio e le caratteristiche del personale da assumere.

I criteri promossi dall'Assessorato provinciale ai Servizi sociali, già pubblicati sul Bollettino ufficiale della Regione, sono stati varati su iniziativa dell’Ufficio provinciale Famiglia, donna e gioventù e sono frutto del lavoro di rappresentanti di enti pubblici e privati che operano nel settore. Con il termine "senza dimora" si riferiscono alla persona che oltre ad essere priva di un luogo dove vivere ha alle spalle una storia di disgregazione, difficoltà relazionali e psicologiche per cui non riesce a reinserirsi nel mondo sociale e lavorativo.

Le "Linee guida" fissano le direttive che gli enti gestori devono seguire per i servizi di accoglienza per persone senza dimora e puntano a un radicale cambiamento anche nell’approccio alle strutture: non più dormitori, ma case dove accogliere in un ambiente e un clima dignitoso e rispettoso. L'obiettivo è una sorta di "regolamentazione" del servizio che porti ad una migliore qualità ma soprattutto alla costruzione di una reale possibilità di uscire dalla situazione di senza dimora. Anche l'erogazione di contributi verrà collegata all’applicazione delle linee guida.

Possono usufruire delle strutture le persone senza dimora in situazione di grave emarginazione, di età superiore ai 18 anni, prive di reddito o comunque con reddito molto basso, di nazionalità italiana o stranieri comunitari. Possono essere accolti anche extracomunitari, se la situazione di bisogno sia ascrivibile alla condizione di senza dimora e non alla condizione di immigrato. Per l’accesso alle strutture sono previsti dei requisiti minimi, quali l’accettazione del regolamento della Casa, la capacità di stare insieme ad altre persone, la tolleranza ecc. Sono previste strutture per soli uomini, per sole donne oppure case di accoglienza per uomini e donne insieme.

Sono state individuate 4 tipologie di strutture: residenziale (struttura aperta 24 ore al giorno, tutti i giorni dell’anno), residenziale periodica (struttura aperta solo in alcuni periodi della settimana o dell’anno), semiresidenziale diurna (aperta solo durante le ore diurne e se necessario solo in alcuni periodi dell’anno). Due sono i livelli di accoglienza: a bassa soglia (prevede il solo soddisfacimento dei bisogni primari), accoglienza con progetto di reinserimento. La durata massima per la bassa soglia è indicativamente di 6 mesi, mentre per chi partecipa a un progetto di reinserimento sarà prevista dal progetto stesso, ma di norma non dovrebbe superare i due anni.

Il personale specializzato è costituito da operatori sociali, assistenti sociali, psicologi, pedagogisti, volontari. Il metodo di lavoro prevede l’accompagnamento in un percorso di riacquisizione tra l'altro del senso di appartenenza, della propria dignità, di autostima, di fiducia in sé e nelle proprie capacità, conquista di stabilità (punti di riferimento, casa, persone, luoghi), fiducia negli altri (relazioni sociali).

pf