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 H O M E

Caso 1
Gutenberg e la stampa a caratteri mobili
Caso 2
La censura su Internet
Caso 3
I social network
Caso 4
L’opinione pubblica e la nascita dei giornali d’informazione
Tema n.1
Le tecnologie trasformano lentamente conoscenza e la cultura
Tema n.2
Il controllo  del potere sull'informazione
Tema n.3
I diritti individuali e la libertà
Tema n.4
I mezzi tecnici influenzano la partecipazione e la democrazia 
Tema n.5
Le forme della socializzazione: come le persone interagiscono e si scambiamo le idee
Tema n.6
La resistenza all’innovazione



La censura su Internet

 

Il 12 gennaio 2010 Google ha denunciato di essere stata attaccata da alcuni hacker cinesi, commissionati, probabilmente, dalla censura di Stato (Google, però, non ha accusato esplicitamente il governo cinese). I pirati informatici hanno cercato, di appropriarsi (riuscendoci parzialmente) di dati appartenenti ad attivisti per i diritti umani, persone scomode per il governo cinese, incline a cancellare ogni dibattito su questo argomento.

In questa occasione Google ha così ammesso di essere stata costretta, dal 2006, anno in cui ha attivato un motore di ricerca cinese, a censurarsi per poter accedere ad un “mercato online”, che conta circa 300 milioni di utenti, decisamente un'opportunità per espandersi e per aumentare il giro di affari. La Cina ha certamente valutato positivamente questo ingresso nel suo mercato, in linea con i suoi programmi di sviluppo, ma dall'altra parte si è garantita un controllo sull'innovazione. Google è stato salutato con entusiasmo da tutti i cittadini cinesi, che hanno visto nel motore di ricerca un'occasione per accedere alle informazioni e per veicolarle, per potere avere uno sguardo sul mondo. Però questo si è realizzato in modo parziale. Google ha installato, infatti, dei software che automaticamente impediscono di accedere a siti o a termini che sono tabù per la propaganda di regime. Per esempio sono stati  oscurati siti che sostengono i diritti civili e che difendono quelli del Tibet. La volontà è quella di controllare l'accesso alla cultura, di limitarlo, impedendo ai cinesi di entrare in contatto con informazioni pericolose per il governo. Ma così si  violano le libertà individuali e  il diritto a informarsi. Viene impedito a ogni cittadino di farsi un'idea propria, non mediata.

Google ha quindi deciso di interrompere la censura.

Il governo cinese, a sua volta, ha intimato a Google di ripristinarla. Ma Il colosso americano ha progettato di aggirare i divieti, reindirizzando le query di Google Cina su Google Hong Kong.


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