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Edizione 2016

Quando c'era la Galleria Goethe

Copertina

21.12.16 ore 16.00

QUANDO C’ERA LA GALLERIA GOETHE 2015, IT, 34 min

Di: Traudi Messini Con: Ivana, Ennio e Alessandro Casciaro

Titolo originale: QUANDO C’ERA LA GALLERIA GOETHE
Scheda documentario _ Mappa concettuale
Può una galleria d'arte cambiare il panorama delle arti visive non solo nella città in cui ha sede, ma anche nel territorio circostante? Il documentario dimostra di sì e ripercorre la storia della galleria d'arte più longeva di Bolzano, a pochi mesi dalla sua chiusura. Protagonisti di questo cortometraggio che intreccia filmati d'epoca, documentazioni storiche e testimonianze di artisti, intellettuali e critici d'arte, sono Ivana e Ennio Casciaro. Una coppia affiatata e inossidabile che per mezzo secolo è riuscita a condurre con successo la storica galleria in via della Mostra sullo sfondo di panorami culturali sempre nuovi e mutevoli. Un viaggio nel tempo e nella storia culturale della nostra provincia costellato da artisti che grazie all'attività della Goethe sono riusciti a ritagliarsi uno spazio significativo nel panorama nazionale e internazionale. Da Karl Plattner, vero e proprio nume tutelare della galleria, a Markus e Adolf Vallazza; da Paul Flora a Gotthar Bonell, Robert Bosisio, Robert Pan e Arnold Mario Dall'O e Hubert Kostner.

Traudi Messini (Mannheim-Bolzano)
Nata a Mannheim in Germania, è oramai residente da 30 anni a Bolzano, Alto Adige. Dapprima lavora come pubblicista culturale per vari giornali e riviste come la Deutsche Seite del quotidiano Alto Adige, Die Frau, Tiroler Tageszeitung e Südtiroler Wirtschaftszeitung presso la quale è responsabile dal 1999 della sezione Arte. È socio fondatore e vicepresidente della società di produzione Mediaart Production Coop e produce nell’ambito dell’arte documentari tra i quali Il nuovo museo di arte contemporanea a Bolzano, Manifesta 7, Labirinto Libertà. Mostra interregionale al Forte di Fortezza, Matteo Thun. Mentale Biothope. Tra i ritratti d’artista: Robert Bosisio, Franz Messner, Egon Rusina, Guido Daurù, Reinhard Plank, Sylvia Pichler, Brigitte Niedermayr, Oswald Oberhuber, Markus e Adolf Vallazza, Matteo Thun, Walter Pichler, Hans Weber-Tyrol. Dal 2001 produce la trasmissione dF - il programma femminile di RAI Sender Bozen, in collaborazione con il Comitato Provinciale Pari Opportunità.


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Sogni d'oro

Copertina26.10.16 ore 16.00

SOGNI D’ORO 1981, IT, 105 min

Di: Nanni Moretti Con: Nanni Moretti (Michele Apicella) Nicola Di Pinto (Nicola) Laura Morante (Silvia) Remo Remotti (Freud) Piera Degli Esposti (Madre di Michele) Alessandro Haber (Gaetano) Gigio Morra (Gigio Cimino)

Titolo originale: SOGNI D’ORO Scheda film _ Mappa concettuale
Giovane regista alle prese con l’opera terza, Michele Apicella è accusato di usare un linguaggio per pochi. Lui se ne frega, crede di essere l’unico portatore di un nuovo linguaggio nel cinema italiano. Ma il nuovo film su Freud e il suo rapporto con l’anziana madre stenta a prendere forma. Realtà e finzione scenica si intrecciano nel momento in cui risulta evidente che lo stesso Michele soffre di uno smisurato complesso edipico. Rifiuta il confronto con altri registi, salvo accettarlo in un dibattito privo di contenuto in cui i contendenti si sfidano in un’atmosfera da reality show (con vent’anni d’anticipo - il Grande Fratello è un format arrivato in Italia nel 2001 - Nanni Moretti intuì certe agghiaccianti dinamiche). All’uscita nelle sale del film concluderà la sua fuga nel mondo onirico e con sembianze da licantropo, lanciando un ultimo grido di dolore, liberatorio e surreale. Quel «ti amo» non è rivolto solo alla sua musa onirica, ma anche all’arte, l’idea personale dell’arte, del suo sviluppo, della sua necessità di essere compresa il più possibile.

Nanni Moretti (Brunico, 19 agosto 1953)
Nasce quando i genitori erano in vacanza a Brunico. Vive e cresce a Roma. Il suo primo film Io sono un autarchico (1976) genera un caso. Con Ecce bombo (1978) entra in contatto con pubblico e critica. Premio della Giuria a Venezia per Sogni d'oro (1981). Seguono Bianca (1984), La messa è finita (1985). Membro della Giuria a Venezia (1986), ma desideroso di mantenersi fuori dai giochi di potere, nello stesso anno fonda la società di produzione Sacher Film (nome scelto in onore del suo dolce preferito). Apre a Trastevere una sala cinematografica: il Nuovo Sacher. Fonda una società di distribuzione: la Tandem. Gira Palombella rossa (1989), è protagonista e produttore de Il portaborse (1991) di Luchetti. Con Caro diario (1993) vince la Palma d'Oro. Nastro d'Argento come miglior produttore per La seconda volta (1995) di Calopresti. Seguono Aprile (1998), La stanza del figlio (2001), Palma d'Oro per miglior film. Presidente della Giuria a Venezia (2001), dirige Il caimano (2006), Habemus Papam (2011), Mia madre (2015). (da Lankelot, MyMovies)


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Il giovane favoloso

Copertina28.09.16 ore 16.00

IL GIOVANE FAVOLOSO 2014, IT, 145 min

Di: Mario Martone Con: Elio Germano (Giacomo Leopardi) Michele Riondino (Antonio Ranieri) Massimo Popolizio (Monaldo Leopardi) Anna Mouglalis (Fanny Targioni Tozzetti) Valerio Binasco (Pietro Giordano)

Titolo originale: IL GIOVANE FAVOLOSO Scheda film _ Mappa concettuale
Giacomo Leopardi è un bambino di straordinaria intelligenza che cresce nella casa-biblioteca di Recanati con i fratelli Carlo e Paolina, nello Stato Pontificio. Ha un rapporto difficile con il padre Monaldo, nobile autoritario dai modi rigidi e severi. Insofferente alle ristrettezze di un ambiente così retrivo, il ragazzo vuole allontanarsi dalle mura familiari, desideroso di condividere il mondo intellettuale e reale dei suoi amici letterati in particolare con Pietro Giordani con i quali si tiene in contatto mediante una fitta corrispondenza epistolare. Un film erudito che ha collocato Leopardi fuori del suo tempo, origine della sua immortalità e causa della sua umana dannazione, con una grammatica filmica fatta di scansioni teatrali, citazioni letterarie e immagini evocative ai limiti del delirio, come sanno esserlo le parole della poesia leopardiana. Centra in pieno la parabola di un artista che sapeva guardare oltre il confine «che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude». E ci invita a riconoscerci nel suo desiderio di infinito.

Mario Martone (Napoli, 20 novembre 1959)
Regista teatrale, regista cinematografico e sceneggiatore. Fondatore del gruppo Falso Movimento e Teatri Uniti, ha sperimentato diverse forme d'espressione fino al debutto al cinema con Morte di un matematico napoletano (1992). Con Silvio Soldini e Paolo Rosa partecipa al progetto Miracoli - Storia per corti (1994), una serie di cortometraggi dedicati ai piccoli e magici momenti 'miracolosi' di tre storie senza tempo. Continua le sue ricerche tra i palazzi napoletani nel successivo L'amore molesto (1995), vincitore del David di Donatello. Grazie all'interpretazione di Laura Betti, mette in piedi Una disperata vitalità (1999), un documentario che riporta alla luce alcune poesie di Pasolini. Sposta la sua attenzione da Napoli a Roma e gira L'odore del sangue (2004). Dopo un breve documentario dedicato alla pittura, Caravaggio, l'ultimo tempo (2005), lavora ad uno dei progetti più imponenti della sua carriera, Noi credevamo (2010), storia di tre ragazzi meridionali coinvolti nella Giovine Italia contro i Borboni. (da Wikipedia, MyMovies)


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Quando il Garda era un mare

Copertina31.08.16 ore 16.00

QUANDO IL GARDA ERA UN MARE 2016, IT, 52 min

Di: Franco Delli Guanti & Ludovico Maillet Con: Walter Bertolazzi (Produttore) Fabio Testi (Attore) Umberto Lenzi (Regista) Steve Della Casa (Critico cinematografico) Kirk Morris (Attore) Carmen Bertolazzi (Intervista)

Titolo QUANDO IL GARDA ERA UN MARE. La magnifica storia della Bertolazzi Film Scheda film _ Mappa concettuale
Contestualmente alla mostra allestita al Centro Trevi dal 31.08 al 27.09 2016 nasce il documentario che ripercorre la storia della Bertolazzi Film attraverso una serie di testimonianze. Innanzitutto la viva voce di Walter Bertolazzi, storico gestore del Cinema Corso di Bolzano, protagonista e creatore di questa Cinecittà sul Garda che in un’intervista rievoca l’avventuroso trasferimento di una nave sul lago e le principali tappe della sua attività cinematografica. Altro testimone importante è Fabio Testi che, all’epoca ventenne, durante le vacanze estive iniziò a lavorare come comparsa, fu subito notato e da lì iniziò la sua carriera cinematografica. Umberto Lenzi diresse Le avventure di Mary Read con Lisa Gastoni e Jerome Courtland. Liana Orfei, Kirk Morris, il critico cinematografico Steve Della Casa. Completano le testimonianze i parenti di Walter Bertolazzi: la figlia Carmen e il cognato Gianfranco Bortolussi. Nel documentario si alternano tutti i film girati sul Garda e decine di fotografie, molte delle quali inedite.

Franco Delli Guanti: Autore, regista, giornalista e grafico pubblicitario. Inizia per gioco negli anni in cui nascevano le prime radio e televisioni private. Il gioco è diventato passione e la passione è diventata professione. Da più di trent’anni è inserito nel settore dell’emittenza radiotelevisiva come autore e creatore di programmi. Ludovico Maillet: Laureato in lettere, docente di scuola secondaria, si occupa da anni di cinema attraverso scritti, cineforum, mostre e lezioni. Nel 2014, con Franco Delli Guanti, ha realizzato il progetto Quando il Garda era un mare dedicato alla storia degli stabilimenti cinematografici Bertolazzi Film di Peschiera del Garda.


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Interstellar

Copertina27.07.16 ore 16.00

INTERSTELLAR 2014, USA-GB, 169 min

Di: Christopher Nolan Con: Matthew McConaughey (Cooper) Anne Hathaway (Amelia Brand) Jessica Chastain (Murphy “Murph” Cooper) Michael Caine (Professor Brand) Matt Damon (Dr. Mann)

Titolo originale: INTERSTELLAR Scheda film _ Mappa concettuale
Il pianeta Terra si sta progressivamente trasformando in un ambiente inabitabile. Un gruppo di astronauti in cerca di una nuova casa per l’umanità viaggia attraverso un cunicolo spazio-temporale in prossimità di Saturno che conduce a nuovi pianeti in un’altra galassia. Cooper dirige la missione esplorativa. Ingegnere ed ex pilota, scopre grazie all’intuito della figlia Murph che la Nasa è ancora attiva e che qualcuno deve cercare l’esito di tre diverse missioni partite anni fa. Andare e tornare è l’unico modo che ha di dare un futuro ai propri figli. Basato su un trattato del fisico teorico Kip Thorne circa la possibilità di viaggiare tra vari sistemi solari, l’epopea spaziale che fa da motore a Interstellar è, nella sua essenza, una cosmologia dell’amore. I primi versi di una celebre poesia di Dylan Thomas accompagneranno Cooper e il suo equipaggio all’inizio del viaggio spaziale e verranno poi citati a più riprese: Do not go gentle into that good night. Rage, rage against the dying of the light_Non andartene, docile, in quella buona notte. Infuria, infuria contro il morire della luce –

Christopher Nolan (Londra, 30 luglio 1970)
Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico. Inizia a girare corti a 7 anni con la Super 8 del padre. Esordisce nel lungometraggio con Following (1998), un noir in b/n basato su flashback e flashforward, definendo fin dall’esordio il suo tratto essenziale: le sperimentazioni temporali. Studia letteratura inglese. Grande narratore di storie, ama raccontare vicende parallele che collidono. Conosciuto per il reebot della saga di Batman: Batman Begins (2005) Il cavaliere oscuro (2008) Il cavaliere oscuro - Il ritorno (2012); Memento (2000), Inception (2010) e Interstellar (2014), Nolan è anche noto per la proverbiale riservatezza riguardo alla trama e altri particolari dei suoi film. Ricorrenti le collaborazioni con la moglie e produttrice Emma Thomas, il fratello, lo sceneggiatore Jonathan Nolan, gli attori Christian Bale e Michael Cane. Tre Oscar Nomination: Memento per la sceneggiatura originale; Inception miglior film e sceneggiatura. Premio Oscar: Interstellar migliori effetti speciali. Cofondatore della società Syncopy Films.

 


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Magritte. Padre del realismo magico

Copertina27.04.16 ore 16.00

MAGRITTE. PADRE DEL REALISMO MAGICO 2006, IT, 48 min
Di: Autori Vari Con: Renè Magritte (Intevista) Georgette Magritte (Intervista) Marcel Mariën (Immagini) E.L.T. Edouard Léon Theodore Mesens (Immagini) Louis Scoutenaire detto Scut (Immagini) Paul Nogé (Immagini)

Titolo originale: MAGRITTE. PADRE DEL REALISMO MAGICO Scheda film _ Mappa concettuale
Una volta Magritte affermò: Non cercate significati nascosti nei miei dipinti. Dietro ad essi c’è solo il muro. E aggiunse: Un oggetto che cela un altro oggetto, nasconde sempre qualcosa di visibile. Creò immagini tanto inquietanti da sfidare ogni simbolismo definito, e allo stesso tempo, dipinse un mistero senza ombre, perfettamente visibile e comprensibile. Produsse sequenze di immagini apparentemente impossibili, che nel tempo sono diventate parte del nostro immaginario collettivo. Spinse le frontiere della pittura usando le arti illusionistiche, le sovrimpressioni e i trucchi ottici di Méliès. Utilizzò l’iperbole ingigantendo oggetti comuni fino a riempire una stanza in cui sarebbero stati semplici accessori. Giocò con la nozione di tempo, che nei suoi dipinti può essere rallentato, sospeso, deragliato, invertito, compattato. Il suo stile chiaro, vivace, cerebrale ed espressivo solo nei limiti della sua essenzialità, rese i suoi dipinti altamente adatti alla riproduzione. Senza mai perdere la loro bellezza.

René Magritte. L’eredità di un grande artista. Magritte dipinse ogni giorno per più di 40 anni. Lo fece metodicamente, esplorando nuovi temi, utilizzando le sue numerose scoperte e associando ispirazioni momentanee a sforzi elaborati. In un immenso corpo di opere formato da più di 1.000 dipinti, guazze e disegni, logica, filosofia e retorica si amalgamano, dando vita ad una visione unificata. Giunto serenamente ad uno stoico approccio al mistero delle nostre origini, della nostra presenza e della nostra scomparsa da questo pianeta. “Penso che il mondo sia un mistero e poiché sul mistero non c’è nulla che si può dire, esso non può essere motivo né di angoscia né di speranza. Noi siamo tutti un mistero. Siamo parte del mondo, che è anch’esso un mistero”. “Ignoro l’autentica ragione per cui dipingo così come ignoro il motivo per cui si nasce e si muore”. Lungi da farci sognare, espressione che Magritte detestava, i suoi dipinti ci aiutano a vedere meglio dentro le cose. La sua brillante immaginazione ha goduto di stima universale.

 


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Chiamatemi Divina. Dorian Gray

Copertina25.05.16 ore 16.00

CHIAMATEMI DIVINA. DORIAN GRAY 2016, IT, Trailer, 3 min
Di: Franco Delli Guanti & Ludovico Maillet Con: Isa Barzizza (Intevista) Fabio Testi (Intervista) Valerio Caprara (Intervista) Teddy Reno (Intervista) Franca Valeri (Intervista) Mauro Macario (Intervista)

Titolo originale: CHIAMATEMI DIVINA. Dorian Gray, storia di un'attrice dimenticata Scheda film _ Mappa concettuale
Contestualmente alla mostra allestita al Centro Trevi dal 25.05 al 24.06 2016 nasce il documentario che intende rendere omaggio a Dorian Gray, attrice degli anni ‘50 nata a Bolzano e vissuta in Trentino, per restituirle il ruolo di primo piano che le spetta nella storia del cinema italiano e trasmettere alle nuove generazioni il ricordo di una figura importante del cinema popolare e d’autore. Dorian Gray (pseudonimo di Anna Maria Mangini), ha lavorato con mostri sacri della commedia all’italiana da Alberto Sordi a Walter Chiari e Totò, con il quale ha fatto i suoi film più noti al grande pubblico (tra cui Totò, Peppino e la malafemmina, Totò lascia o raddoppia, Totó, Peppino e i fuorilegge). È stata diretta da grandissimi registi del cinema italiano come Federico Fellini e Michelangelo Antonioni. Il documentario ripercorre le tappe più significative della sua carriera alternando testimonianze dell’epoca con esporti di storia del cinema che ne sottolineano il ruolo. (Documentario ni produzione. Data di uscita prevista: settembre 2016)

Franco Delli Guanti: Autore, operatore, regista. Giornalista professionista e grafico pubblicitario. Tutto è iniziato per gioco negli anni in cui nascevano le prime radio e televisioni private. Il gioco è diventato passione e la passione è diventata professione. Da più di trent’anni è inserito nel settore dell’emittenza radiotelevisiva come autore e creatore di programmi. Attualmente realizza documentari a carattere storico come produttore indipendente tra cui: Fratelli e sorelle d’Italia (2014) Quando il Garda era un mare (2014) All’ombra di Brenz (2013) La collina della serenità (2013) Eroi silenziosi (2013) Paesi sonori (2012). Ludovico Maillet: Laureato in lettere, docente di scuola secondaria, si occupa da anni di cinema attraverso scritti, cineforum, mostre e lezioni. Nel 2014, con Franco Delli Guanti, ha realizzato il progetto Quando il Garda era un mare dedicato alla storia degli stabilimenti cinematografici Bertolazzi Film di Peschiera del Garda.


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Inland Empire - L'impero della mente

Copertina27.04.16 ore 16.00

INLAND EMPIRE - L'IMPERO DELLA MENTE 2006, USA-Pol-Fr, 182 min

Di: David Lynch Con: Laura Dern (Nikki Grace/Susan “Sue” Blue) Jeremy Irons (Kingsley) Justin Theroux (Devon Berk/Billy Side) Karolina Gruszka (Lost Girl) Harry Dean Stanton (Freddie) Nastassja Kinski (The Lady)

Titolo originale: INLAND EMPIRE Scheda film _ Mappa concettuale
Non è Nikki Grace, o Susan Blue, la vera protagonista del 10° film per il cinema di Lynch: è una polacca, definita Lost Girl, un’attrice chiamata ad interpretare il remake di un film mai concluso che si immedesima nel copione, finché realtà e finzione si mescolano senza soluzione di continuità. Labirintico e vampirico, sconnesso e sofisticato fin che si vuole, è l'ideale conclusione di una trilogia sull'inconscio, formata da Strade perdute (1996) e Mulholland Drive (2001), di cui Eraserhead (1977) è il prologo. È all'insegna di Jung, Inland Empire, nome di una strada di Est Los Angeles: 3 ore zeppe di fatti, personaggi, storie, omicidi, misteri, tradimenti, strade perdute, porte che si aprono su altre porte, schermi su altri schermi. E di un film nel film. La Lost Girl non rimuove conflitti e paure: le penetra con un'immaginazione attiva (quella che Lynch chiede allo spettatore) con una tecnica e uno scopo precisi: una lieta fine. Grande la ricchezza di analogie, rime interne, rapporti di contiguità anche a livello sonoro.

David Keith Lynch
Eclettica e visionaria icona della cinematografia mondiale, David Lynch è un moderno artista del rinascimento che attraverso le sue opere ha sviscerato l’inconscio umano, conducendoci al limite dell’immaginifico. Regista, sceneggiatore, produttore cinematografico. È anche pittore, musicista, compositore, attore, montatore, scenografo e scrittore. Spesso i suoi lavori esplorano il lato oscuro delle piccole città statunitensi (Velluto blu e la serie televisiva Twin Peaks) e delle metropoli caotiche (Strade perdute, Mulholland Drive, Inland Empire) nonché i lati più intimi e intricati della mente umana. È apprezzato dai critici e gode di un cospicuo seguito di fan. Ha ricevuto tre nomination al Premio Oscar per la regia (The Elephant Man, Velluto blu, Mulholland Drive), la Palma d’oro a Cannes (Cuore selvaggio, Mulholland Drive) e il Leone d’oro alla carriera in occasione della prima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia di Inland Empire - L'impero della mente. (da Wikipedia, MyMovies, Il Morandini) 


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Alla ricerca di Vivian Maier

Copertina30.03.16 ore 16.00

ALLA RICERCA DI VIVIAN MAIER 2014, USA, 84 min

Di: John Maloof & Charlie Siskel Con: Vivian Maier (Immagini d’archivio) John Maloof (Documentarista) Daniel Arnaud (Intervista) Simon Amédé (Intervista) Mary Ellen Mark (Intervista) Tim Roth (Intervista)

Titolo originale: FINDING VIVIAN MAIER Scheda film _ Mappa concettuale
John Maloof sapeva che "chi cerca, trova", perché ha frequentato fin da piccolo i mercati delle pulci. Nel 2007, per scrivere un libro sulla storia del suo quartiere di Chicago, ha acquistato all'asta una scatola piena di negativi non ancora sviluppati, sperando di trovare del materiale utile al suo scopo. E ha trovato una delle più straordinarie collezioni fotografiche del XX secolo. Andando alla ricerca dell'identità del fotografo, una donna di nome Vivian Maier scomparsa nel 2009, ha scoperto anche una storia da romanzo: quella di una figura dall'immenso talento artistico, che ha preferito per tutta la vita mantenere il segreto sulla sua attività fotografica e fare la tata per i bambini delle famiglie bene di Chicago. Ma il vero tesoro trovato da John Maloof è un altro ancora, e si tratta di quello che, paradossalmente, non ha scoperto. Un mistero. Un nucleo di interrogativi resistenti a qualsiasi certezza, che resterà per sempre legato al nome e all'opera di Vivian Maier e perpetuerà la storia e il suo fascino negli anni a venire.

John Maloof & Charlie Siskel
Gli autori del documentario sono lo stesso Maloof e Charlie Siskel (il produttore di Bowling a Columbine), decidendo di trasformare la ricerca in un film, si sono posti in continuità con il lavoro della fotografa segreta, che ha condotto senza dubbio un'esistenza cinematografica e al cinema si era avvicinata, girando migliaia di pellicole Super8 e 16mm; tentando persino la strada della narrazione in macchina (genere reportage di cronaca nera, condito di ironia). Cambiando nome, (tra)vestendosi con abiti fuori moda, inventando un accento francese, scegliendosi un lavoro "di copertura", Vivian Maier ha senza dubbio recitato una parte, anche se il motivo resta sconosciuto. Come se non bastasse, la tragedia privata (che non è difficile ipotizzare sulla base delle testimonianze raccolte) e i tratti di durezza attribuitele da chi l'ha conosciuta, fanno di lei un personaggio degno della penna di un grande sceneggiatore. In una delle tante registrazioni, si sente Vivian chiedere ad un bambino: "E ora dimmi, come si fa a vivere per sempre?". (da MyMovies)


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Pane e cioccolata

.27.01.16 ore 16.00

PANE E CIOCCOLATA 1973, IT, 115 min

Di: Franco Brusati Con: Nino Manfredi (Giovanni “Nino” Garofoli) Johnny Dorelli (Industriale italiano) Anna Karina (Elena) Paolo Turco (Gianni) Ugo D’Alessio (Il Vecchio) Tano Cimarosa (Gigi) Gianfranco Barra (Il Turco)

Titolo originale: PANE E CIOCCOLATA Scheda film _ Mappa concettuale
Dopo ben tre anni trascorsi in Svizzera, lontano dalla famiglia e dagli amici, nell’affannosa ricerca di un lavoro dignitoso, per Giovanni Garofoli, detto Nino, cameriere in prova presso un prestigioso ristorante, sembra prospettarsi un futuro benevolo. Ma la speranza di ottenere il posto fisso è resa vana da una fotografia che lo ritrae, dietro una donna, ad orinare su un muretto. Espulso per tale inezia, non si dà per vinto e nonostante ora risieda nel paese come clandestino, cerca di risalire la china. Si affida a un miliardario italiano riparato in Svizzera per reati fiscali conosciuto una sera quando lavorava presso il ristorante, al quale consegna i suoi scarsi risparmi nella speranza di poter essere assunto come cameriere personale. L’industriale lo assume ma, giunto alla bancarotta, lo lascia senza lavoro e denaro. Falliti tutti i tentativi di integrazione, decide di tornare in patria. Proprio allora riceve il tanto agognato permesso di soggiorno. Parte comunque ma sulla via del rimpatrio, decide di tornare per riprendere la sua battaglia.

Franco Brusati (Milano, 4 agosto 1922 - Roma, 28 febbraio 1993)
Regista, sceneggiatore e commediografo. Dopo gli studi in Italia, Svizzera e Inghilterra, si laurea in legge e scienze politiche. Diventa collaboratore dell’Europeo, occupandosi di arti dello spettacolo. Alla fine degli anni ’40 si trasferisce a Roma, dove lavora come aiuto regista di Roberto Rossellini e Renato Castellani. Scrive sceneggiature per Mario Monicelli, Carlo Lizzani, Francesco Rosi, Luciano Emmer. Dirige il suo primo film, Il padrone sono me (1956) ottenendo una discreta visibilità. Tra i suoi maggiori successi ricordiamo I tulipani di Harlem (1970) Pane e cioccolata (1973), che si aggiudica vari premi cinematografici tra cui David di Donatello, Orso d’argento, Nastro d’argento e in seguito il film viene inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare), Dimenticare Venezia (1979), pellicola della maturità con forti riferimenti a Ingmar Bergman, che ottiene una nomination all’Oscar come miglior film straniero. Alla fine degli anni ’50 inizia a scrivere per il teatro. Le sue commedie sono interpretate da alcuni dei maggiori attori italiani. (da Wikipedia, MyMovies)


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